I processi enologici e di cantina sono caratterizzati da consumi energetici elevati, con fermentazione, imbottigliamento e stoccaggio tra le fasi più impattanti. La crescente attenzione all’impatto ambientale dei prodotti e la pressione dei consumatori spingono le aziende a ridurre l’uso di combustibili fossili e le emissioni di gas serra attraverso strategie diversificate.
Le strategie per migliorare l’efficienza energetica variano a seconda delle caratteristiche delle cantine e non si limitano a un’unica soluzione, bensì combinano diverse misure. Per analizzare le strategie più adottate, de Castro e colleghi hanno condotto una revisione della letteratura scientifica dal 2012 al 2023, individuando le pratiche più diffuse.
Poiché l’elettricità rappresenta circa il 90% dei consumi energetici della cantina, soluzioni di produzione di energia in loco come pannelli solari, geotermia e valorizzazione dei rifiuti vinicoli risultano efficaci. Sistemi di accumulo migliorano ulteriormente l’autoproduzione. L’ottimizzazione della gestione energetica, tramite automazione e monitoraggio avanzato, riduce gli sprechi e migliora l’efficienza, soprattutto nei processi di raffreddamento.
Anche la progettazione influisce: le cantine interrate garantiscono stabilità termica, riducendo la climatizzazione artificiale fino all’81%. Tecnologie innovative, come ultrasuoni e campi elettrici pulsati, velocizzano la macerazione e la fermentazione, abbassando consumi energetici e idrici. La stabilizzazione del vino può beneficiare di pre-trattamenti che riducono il raffreddamento necessario.
La gestione dei rifiuti e delle acque reflue evolve con bioreattori anaerobici ed elettrochimica, mentre il recupero della CO₂ fermentativa offre nuove opportunità di riduzione delle emissioni. Anche packaging e distribuzione incidono: le bottiglie in vetro rappresentano fino al 35% del consumo energetico del ciclo produttivo. Ridurne il peso o incentivarne il riutilizzo potrebbe abbattere le emissioni, sebbene i consumatori tendano ad associare bottiglie più pesanti a una maggiore qualità.
La logistica, responsabile di oltre il 30% delle emissioni del settore, potrebbe essere ottimizzata con il trasporto in grandi volumi e l’imbottigliamento nei mercati di destinazione.
Sebbene i consumatori apprezzino la sostenibilità in generale, l’attenzione si concentra ancora sulla coltivazione biologica più che sull’efficienza energetica in cantina.
Mentre alcune aziende adottano pratiche avanzate, altre incontrano difficoltà economiche e strutturali. Strumenti come il Life Cycle Assessment (LCA) e le certificazioni di sostenibilità incentivano il cambiamento. Per standardizzare queste pratiche, serviranno maggiore consapevolezza, incentivi governativi e l’impegno concreto del settore.
Manuela de Castro, José Baptista, Cristina Matos, António Valente, Ana Briga-Sá, “Energy efficiency in winemaking industry: Challenges and opportunities” Science of The Total Environment, Volume 930, 2024,172383, ISSN 0048-9697. Disponibile qui