La resilienza del vino

Camilla Lunelli, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne del Gruppo Lunelli - Cantine Ferrari
Il barometro del commercio internazionale segna ancora mal tempo. Quando le radici sono profonde, non c’è però motivo di temere il vento. Nell’editoriale di Terra e Vita Camilla Lunelli spiega cosa rende il vino italiano resiliente di fronte a tensioni internazionali e fiammate inflazionistiche. E come l’impegno per la sostenibilità possa diventare occasione di crescita per interi territori

Prima il grande freddo della pandemia, che per il vino ha significato la sospensione delle occasioni di convivialità.

Poi le fiammate inflazionistiche che hanno accompagnato la fine del lockdown, con gli incrementi a doppia cifra per i costi energetici e delle materie prime.

Infine la tempesta delle tensioni internazionali innescate dal conflitto in Ucraina, con la riduzione dell’export verso l’importante mercato russo (che pesa per il 6% sul valore delle vendite estere di vino in generale, ma per il 20% per le bollicine secondo i dati di Nomisma Wine Monitor) e il rischio di non potere riscuotere crediti deteriorati per la svalutazione del rublo.

Anteprima dell'editoriale di Terra e Vita 12/2022

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Vinitaly finalmente in presenza

Il barometro del commercio vitivinicolo continua a segnare mal tempo, eppure nei fatti il settore dimostra eccellenti doti di resilienza, riuscendo a realizzare nel 2021 il record dell’export con oltre 7 miliardi di euro. Anche i segnali di partecipazione che arrivano dalla 54a edizione di Vinitaly, finalmente in presenza dopo tre anni di forzata sospensione, spingono ad un sostanziale ottimismo (con la dovuta eccezione delle produzioni più esposte verso il mercato russo come l’Asti Dop).

Un proverbio africano recita: “Quando le radici sono profonde, non c’è motivo di temere il vento” e il consolidamento delle radici è una metafora che rappresenta bene quello che hanno fatto le aziende vitivinicole italiane negli ultimi decenni. Lo sforzo comune nel miglioramento della qualità delle produzioni e nella promozione della conoscenza delle denominazioni e dei brand del Belpaese ci sta infatti consentendo di differenziare i mercati di consumo e di crescere finalmente anche sul lato del valore. Ovvero di trovare soluzioni per i due punti di debolezza, concentrazione dell’export in pochi mercati e prezzi più bassi, che ci penalizzano nei confronti della Francia, il nostro maggiore competitor.

La certificazione Carbon neutrality di Cantina Ferrari Trento

Lo sforzo decisivo che sta dando una marcia in più al comparto vitivinicolo italiano è però quello compiuto sul fronte della sostenibilità. Un impegno cruciale anche per il Gruppo Lunelli.

Dal 2014 abbiamo realizzato un protocollo, “Il Vigneto Ferrari, per una viticoltura di montagna sostenibile e salubre”, volto a trasferire la sensibilità ambientale agli oltre 600 viticoltori trentini che conferiscono a Ferrari le proprie uve. Dal 2015 siamo certificati “Biodiversity Friend” e dal 2017 tutti i vigneti di proprietà sono biologici. Nel 2022, anno in cui celebriamo i 120 anni di vita, questa attenzione ha raggiunto la fase di vinificazione. Pochi giorni fa la cantina Ferrari Trento ha infatti ottenuto la certificazione Carbon Neutrality per avere reso pari a zero l’impatto climatico delle emissioni dirette dell’azienda. Un obiettivo raggiunto grazie a una serie di azioni, fra cui la realizzazione di un parco fotovoltaico sul tetto della cantina e l’acquisto di energia elettrica unicamente da fonti rinnovabili, unite a un’attività di compensazione con crediti di carbonio certificati.

Sostenibilità e territorio, due impegni sovrapponibili

Un’attenzione per la tutela per l’ambiente che, quando condivisa, ha un impatto favorevole che riguarda interi territori. In questo modo l’attenzione alla sostenibilità coincide con le politiche di valorizzazione delle denominazioni, aumentando la percezione della qualità delle produzioni e dell’offerta enoturistica. Un circolo virtuoso in cui la sostenibilità produce occasione di business e consolida la resilienza del settore, assicurando concrete chance per superare i periodi tempestosi che stiamo vivendo.


Camilla Lunelli

Gruppo Lunelli

La resilienza del vino - Ultima modifica: 2022-04-12T08:09:40+02:00 da Lorenzo Tosi

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