Francesco Petacco e Gianmaria Cunial. Può Parma, da sempre zona di malvasie frizzanti e barbere vivaci, ambire a diventare terra di grandi vini rossi capaci di evolvere nel tempo? A lanciare la sfida è la cantina biologica Vigna Cunial di Traversetolo, che presenta la sua prima riserva nata da anni di studio, lavoro e sperimentazioni nei vigneti aziendali. Riserva Vigna Cunial: il nome della nuova etichetta è semplice e diretto, decisamente più impegnativo è stato il percorso intrapreso da Gianmaria Cunial per mettere in bottiglia il frutto di un’intuizione avuta per la prima volta nel 2002, quando arrivò a Traversetolo e si trovò di fronte a un podere di collina disordinato, incolto e ricoperto di rovi. Ma chi è nato a Possagno e cresciuto a pochi metri dalla casa natale del Canova, la capacità di intravedere linee e profili eleganti sotto masse informi di materia è una qualità congenita, che si porta dietro a qualsiasi latitudine. Così, dopo aver dato vita a una cantina biologica nel 2004, lo scorso anno Cunial ha festeggiato le sue prime dieci vendemmie, segnate da importanti riconoscimenti nazionali ai vini bianchi a base di malvasia e sauvignon, perfetti ambasciatori di quel giallo Parma che identifica la più profonda vocazione enologica della provincia ducale ancor prima del suo storico colore architettonico. Ma la sfida più importante per la cantina, iniziata già da un po’ di anni, era quella di arrivare a esprimere un vino rosso importante, in grado di coniugare l’anima fresca e solare dei colli di Parma con un profilo raffinato e solido, raccontando al tempo stesso un territorio unico e riconoscibile: un rosso Traversetolo. Per raggiungere l’obiettivo sono stati fondamentali tre elementi: l’individuazione della porzione di vigneto più adatta al progetto, la scelta di una lavorazione minima delle uve in cantina e un’impronta leggera del legno, utilizzato per elevare le caratteristiche del vino senza sovrastarle con gli eccessivi profumi caratteristici della lunga permanenza in botte. “E’ stato un percorso lungo ma molto stimolante – racconta Gianmaria Cunial – che ho condiviso con due enologi di cui ho grande stima: Francesco Petacco, deciso come me a valorizzare la qualità dell’uva e del territorio riducendo al minimo gli interventi in cantina, e Matteo Malpassi, capace di trovare un legno lavorato solamente a vapore e particolarmente adatto al progetto che avevamo in mente”. La Riserva Vigna Cunial è a base di uve Syrah raccolte nella vendemmia 2013: dopo due anni di permanenza in legno, è pronta per un ulteriore affinamento in bottiglia, ma fin da ora rivela alcune sue caratteristiche distintive. Grande freschezza, profumi di cacao e tabacco e la prevalenza al gusto delle note fruttate fanno presagire una grande potenzialità evolutiva del vino, ma quel che più conta di un territorio.“Non è il primo rosso di Vigna Cunial – sottolinea Francesco Petacco – ma questo vino rivela in maniera più netta e sorprendente degli altri alcune prospettive possibili per questo territorio, che non ha una tradizione di vini da evoluzione pur avendo gli ingredienti territoriali e climatici necessari a produrne ad alti livelli qualitativi. Su questo fronte Parma è un territorio ancora inesplorato: anche se le aspettative di chi si avvicina a questi colli oggi sono altre, qui c’è la possibilità concreta di dare vita a vini di territorio, capaci di raccontare un angolo particolare e vocato del panorama enologico nazionale”.
Dal giallo Parma al rosso Traversetolo: nasce la Riserva Vigna Cunial
Rossi importanti sui Colli di Parma?
La cantina biologica lancia un nuovo vino e un’inedita sfida territoriale