Le previsioni della fiera ProWein

I più richiesti nel 2015? I vini da climi freddi

E gli USA nel 2013 rappresentano per la prima volta il più grande mercato di consumo al mondo

Buone notizie per tutti gli attori del commercio vinicolo internazionale che si incontreranno di nuovo al ProWein, Fiera Internazionale Leader Vini e Liquori di Düsseldorf, dal 15 al 17 Marzo 2015: lo scambio internazionale nel settore vinicolo assume sempre più importanza. Dal 2005 la quantità di vino esportato in tutto il mondo è passata da 72 Mio di ettolitri (hl) a 99 Mio hl nell’anno precedente. Questo è il 40 percento del consumo globale di vino che, anche se con piccole oscillazioni, resta relativamente stabile a circa 240 Mio hl. Come osserva la OIV, Organizzazione Internazionale del Vino e della Vigna, nella sua relazione, esiste un notevole spostamento all’interno dei paesi consumatori. Mentre in Francia, Cina, Italia, Australia il consumo è in calo, negli USA, in Germania e in Grecia è in rialzo. USA il più grande mercato di consumo Gli USA con i suoi 29 Mio hl nel 2013 rappresenta per la prima volta il più grande mercato di consumo al mondo, soprattutto perché il forte calo di consumo in Francia (28 Mio. hl) non accenna ad arrestarsi. Il terzo e il quarto posto è occupato dall‘Italia (22 Mio. hl), anche in regressione, e dalla Germania (20 Mio. hl) con un consumo leggermente in rialzo. La Cina (17 Mio hl) mantiene il quinto posto, nonostante la rapida crescita dell’anno precedente abbia subito un arresto forse dovuto alla campagna del governo contro la corruzione. Tuttavia una previsione Euromonitor sostiene che la Cina potrebbe diventare nel 2017 il più grande mercato vinicolo mondiale. Nonostante in Francia, Italia e Cina si consumi soprattutto vino locale, due di questi tre paesi consumatori sono nella TOP 3 delle nazioni più importanti per importazione di vino al mondo. Tra i più grandi importatori di vino e, di conseguenza, tra i paesi consumatori più importanti per il commercio mondiale rientrano, come l’anno precedente, la Germania (15 Mio hl), la Gran Bretagna (13 Mio hl) e gli USA (11 Mio hl). Sono diversi i produttori che vedono negli USA un significativo potenziale di crescita, poiché il consumo pro-capite al momento ancora basso è in continua crescita. In primo piano: sostenibilità e vini da climi freddi Indipendentemente da questo spostamento, relativo alla quantità di consumo e al commercio, alcune tendenze nella viticoltura internazionale restano invariate. L’attenzione verso l’ambiente, la viticoltura sostenibile da tempo non rappresenta più una nicchia di mercato. Associazioni vinicole di tutti i paesi, come Sudafrica, California o Nuova Zelanda, hanno continuato a sviluppare il loro programma di sostenibilità. Spagna, Italia e Francia coltivano già quasi 200.000 ettari di vigneti ecologici. E alla ProWein 2015 ritornano, su grande richiesta dei maggiori Espositori, i vini biologici suddivisi per nazionalità. Mentre in Europa si attribuisce un valore ben preciso alle rigide regole di produzione ecologica definite a livello internazionale, i paesi extraeuropei tendono verso un concetto più ampio che, oltre all’aspetto relativo alla viticoltura, include anche l’aspetto sociale dei rapporti con un commercio onesto e personale. Per il più grande produttore mondiale biodinamico, la cantina cilena Emiliana, la trasformazione ha anche un fondamento qualitativo, come ha detto più volte il CEO José Guilisasti, da poco scomparso: “Crediamo che i prodotti sostenibili e biodinamici siano una condizione importante per le vigne che si trovano in un naturale equilibrio e che si manifesta con una migliore qualità dell’uva e del vino“. Una piccola, ma in continua crescita, parte di produttori in tutto il mondo fa un passo avanti e va alla ricerca di un vino naturale dal gusto originale la cui produzione si oppone ai metodi industriali nella viticoltura e nella produzione di vino. Inoltre, alcuni produttori sperimentano fermentazioni con vinacce nel vino bianco, fermentazioni e affinamento in anfore di argilla e rinunciano alla solforazione. Mentre questi metodi vengono però impiegati solo sporadicamente, è ininterrotta la tendenza internazionale verso vini freschi e meno forti, provenienti da zone fredde. Soprattutto per il timore di un cambiamento climatico, questa tendenza porta in molte nazioni allo sfruttamento di nuovi vigneti situati in altitudine. Il pioniere spagnolo della viticoltura Miguel Torres ha piantato un vigneto ai piedi dei Pirenei a 1200 m di altezza. “Si tratta di una specie di assicurazione contro le avversità climatiche”, afferma. Vendemmia 2014: 271 Mio ettolitri La produzione di vino a livello mondiale con i suoi 271 Mio hl è leggermente inferiore all’anno precedente. Anche qui, nei paesi produttori più potenti, si è registrata un’oscillazione (in base alle stime della OIV). Ma invariato resta l’appuntamento durante il quale la nuova annata viene presentata per la prima volta a livello internazionale: la ProWein, fiera leader a livello internazionale, a Düsseldorf vedrà la presenza di oltre 5.000 espositori proveniente da 50 nazioni che presenteranno i loro vini e liquori a un pubblico esperto. L‘Italia (presente alla ProWein nei padiglioni 15 e 16) con i suoi 20,4 Mio hl è il più grande esportatore mondiale di vini, ma visto il basso raccolto del 2014 (44 Mio Hl) non potrà certamente mantenere il suo primato. Gli osservatori  dei mercati prevedono un aumento dei prezzi che toccherà soprattutto il più grande cliente: la Germania. Alexander Hofer del Gruppo Italiano Vini vede la Cina e la Russia come i più importanti mercati in crescita per il vino italiano. Con i suoi 46 Mio hl di vino la Francia, più grande produttore mondiale di vini nel 2014 i cui espositori della ProWein 2015 saranno presenti nei padiglioni 11 e 12, deve accettare la perdita nel China-Export. Un “piano d’azione 2025“ aspira a ulteriori miglioramenti nella produzione, nel capitale umano e nel marketing e fa propria la tendenza verso il tema del sociale e della sostenibilità. La Spagna (padiglione 10) fra tutti i paesi produttori di vini possiede la più grande superficie viticola (1,08 Mio ha), ma con i suo quasi 37 Mio hl ha raccolto chiaramente meno dell’anno precedente. Con un intenso sforzo verso l’esportazione i produttori possono compensare il consumo interno che registra da anni un calo. Due terzi dell’esportazione spagnola è rappresentata da vini sfusi. La tendenza verso un potenziamento dello sviluppo biologico e di vigneti autoctoni come Garnacha o Monastrell continua. Fra i paesi produttori più piccoli, la Germania (alla ProWein nei padiglioni 13 e 14) con 9,3 Mio hl ha raccolto nuovamente una normale quantità di vino. Nell’esportazione i tedeschi negli ultimi anni hanno registrato un aumento dei prezzi medi. La tendenza di una produzione di vini pregiati continua. La vendita di vini greci beneficia di una evidente ripresa del turismo greco. Il Portogallo non è in grado di raggiungere il volume di esportazione dell’anno precedente, perché non può ripetere le eccezionali spedizioni di vini sfusi in Francia e Spagna. In genere i paesi produttori e consumatori extraeuropei assumo sempre maggiore importanza. Il Cile nell’anno passato ha sostituito l’Australia come quarto esportatore mondiale di vino. L’esportazione dei Paesi Andini sale a quasi 8 Mio hl. L’argentina che nel 2014, ha raccolto circa 15 Mio hl (senza mosto e succo), per l’esportazione patisce le direttiva burocratiche. La veloce tendenza verso una produzione di vini di qualità provenienti da zone pregiate tuttavia non è da trascurare. Malbec dall’Argentina è nel mercato, come USA e Canada, da tempo parte integrante dell’offerta. Anche il Sudafrica (quantità di vendemmia 11,4 Mio hl compreso succo, concentro ecc) ha molto successo nell‘esportazione. Siobhan Thompson, CEO della WOSA, desidera impostare in futuro nuove priorità: “noi esportiamo più di due terzi delle vendite all’estero verso mercati europei saturi. In futuro dobbiamo volgere lo sguardo verso gli USA e l’Estremo Oriente.“ L’Australia nonostante il calo della superficie viticola, con un raccolto di 12,6 Mio hl registra un leggero incremento rispetto all’anno precedente e si prevede che nei prossimi 5 anni la sua posizione nel mercato internazionale possa vedere un miglioramento. La Nuova Zelanda registra un raccolto record di 3,2 Mio hl (+29%), che permette al paese di soddisfare la crescente domanda. L’industria vinicola della Nuova Zelanda che da grande importanza a una produzione sostenibile, desidera aumentare nei prossimi anni il volume di esportazione del 50 % a 2 miliardi di Dollari Neozelandesi. Nonostante la produzione internazionale di vino nel 2014 non raggiunga i risultati dell’anno precedente, la quantità disponibile è superiore al consumo mondiale, tanto da avere a disposizione anche del vino industriale. In genere l’annata vinicola 2014 nel prossimo anno può soddisfare la domanda mondiale, come sostiene nella presentazione dei dati e come afferma il direttore della OIV. Jean-Marie Aurand, durante la presentazione dei dati del raccolto. Ottima supposizione, dunque, per la conferenza al vertice del settore internazionale del vino e dei liquori: la ProWein in Düsseldorf, dal 15 al 17 Marzo 2015. L‘autore del presente articolo, Jürgen Mathäß, lavora da oltre 20 anni come giornalista. Dopo aver svolto la sua attività come caporedattore per la rivista tedesca specialistica Weinwirtschaft (1986-1992) si concentra alla sua attività autonoma di giornalista e consigliere sul tema del vino.

I più richiesti nel 2015? I vini da climi freddi - Ultima modifica: 2014-12-15T11:42:17+01:00 da Redazione

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