Lo studio della vocazione colturale di un territorio rappresenta uno dei fattori più importanti ed efficaci per la tutela della qualità e tipicità delle produzioni e, al contempo, dell’ambiente e paesaggio.
Le indagini per ripartire un territorio in zone omogenee, relativamente ai risultati dell'interazione tra vitigni ed ambiente, assumono il nome di zonazioni.
Un’accurata valutazione sito-specifica delle potenzialità e dei limiti di un vigneto è essenziale per poter attuare una gestione sostenibile, consona alle sue esigenze, mirata a contenere e limitare sprechi ed effetti negativi a carico delle risorse naturali.
La valutazione delle potenzialità qualitative di un determinato sito riguarda, in particolare, la descrizione delle caratteristiche pedoclimatiche e il grado di adattamento del vitigno all'ambiente, derivato dall'interazione tra varietà coltivate e quest'ultime. La zonazione consente di individuare le zone più vocate nelle quali estendere i vigneti, cogliere le peculiarità delle uve e uniformare le tipologie enologiche, delimitare le sottozone da inserire nel disciplinare per l'uso del nome in etichetta, valorizzare il terroir con un programma di marketing, etc.
Il progetto
In questo contesto, si è sviluppato il Progetto “In. Vi. T. A. S.” - INNOVAZIONI TECNOLOGICHE PER UNA VITIVINICOLTURA DI TERRITORIO ALTAMENTE SOSTENIBILE, finanziato nell’ambito del “PSR Toscana, 2014 – 2020, sottomisura 16.2, Progetti Integrati di Filiera”, con l’obiettivo di costruire un percorso culturale, di approfondimento ed elaborazione, mediante l’introduzione di innovazioni tecnologiche volte al miglioramento continuo di qualità, sostenibilità economica ed ambientale ed efficienza delle produzioni vitivinicole nel Chianti. Il Progetto, ha come capofila il Gruppo Italiano Vini (GIV), che in Toscana rappresenta una delle più importanti e storiche realtà viticole. Il lavoro è stato reso possibile grazie al contributo scientifico del Centro Ricerche Produzioni Vegetali (C.R.P.V.), del Centro di Ricerche Agroambientali Enrico Avanzi (CiRAA) - Università di Pisa e dalla fattiva collaborazione dei tecnici (agronomi ed enologi) di GIV e dell’Azienda agricola Fattoria Vecchia Rocca. Lo studio dei suoli si è avvalso anche del contributo tecnico-scientifico del pedologo Dott. Lorenzo Gardin.
La zonazione su scala aziendale
L’obiettivo generale dell’Azione 2 è l’attività di zonazione e gestione sito specifica del vigneto, dunque, la valutazione dei caratteri geologici, pedologici, climatici, biologici, agronomici e nutrizionali, con descrizione dei fattori ambientali che possono influenzare composizione dell’uva e qualità del vino, condotta su Sangiovese destinato alla tipologia Riserva.
Lo strumento della zonazione può essere applicato a diverse scale di indagine: nazionale, regionale o comprensoriale. In questo caso è stata scelta una metodica innovativa, ovvero la zonazione viticola su scala aziendale (sito-specifica). Il fine è quello di produrre e organizzare per le aziende partner del progetto: Casa Vinicola Melini (Gaggiano, SI) e Fattoria Vecchia Rocca (Barberino Val d’Elsa, FI), le informazioni utili a ottimizzare la gestione agronomica dei vigneti e l’individuazione dei più idonei protocolli di vinificazione delle uve provenienti dai diversi appezzamenti.
Il lavoro di zonazione si è caratterizzato per l’applicazione e il susseguirsi delle seguenti fasi: studio del clima attraverso l’analisi dei principali parametri meteorologici (temperatura, precipitazione, radiazione globale), studio dei suoli attraverso lo scavo di profili e analisi dei vari strati presenti, individuazione dei vigneti-studio presso i quali sono stati rilevati tutti i parametri agronomici necessari per la determinazione della risposta vegeto-produttiva e qualitativa delle uve e del vino ed, infine, l’elaborazione dei dati per valutare l'interazione tra vitigno ed ambiente. Nella primavera del 2016, sono stati individuati i siti maggiormente rappresentativi delle Aziende Casa Vinicola Melini e Fattoria Vecchia Rocca, che sono stati monitorati nel corso delle annate 2016 e 2017.
Nella Casa Vinicola Melini la valutazione ha riguardato due vigneti: denominati 20 AB1 e 11. Per ciascun vigneto sono stati individuati 3 siti, caratterizzati da viti con diversi livelli di vigoria (alta, media, bassa), come riportato in Tabella 1.
Cosa è emerso
Dall’analisi è emerso che i suoli presenti nel vigneto 20 AB1 si sono originati sulla formazione dell’Alberese, su un substrato formato da calcari marnosi e marne argillose, molto calcareo con frequenti frammenti di roccia in superficie e nel profilo (Foto 1): in particolare sono state identificate due tipologie pedologiche simili fra loro. I suoli presenti nel vigneto 11 si sono, invece, sviluppati su un substrato non litoide composto da sedimenti marini sabbiosi e limosi del Pliocene e hanno presentano caratteristiche più eterogenee (Foto 2).
Le analisi dei parametri vegeto-produttivi delle viti e qualitativi delle uve raccolte nei diversi siti, hanno evidenziato, nelle due annate, differenze che si riflettono anche a livello enologico (grafico 1). Ad esempio, le note sensoriali frutti di bosco e ciliegia rilevate nei vini sono risultate correlate negativamente al contenuto in calcare attivo del terreno, alla concentrazione di sostanza organica, di azoto totale e alla pendenza; di contro il contenuto in sabbia ha condizionato positivamente questi parametri. In generale, tali correlazioni sono risultate più accentuate nell’annata più siccitosa (2017).
Per quanto riguarda la Fattoria Vecchia Rocca sono stati valutati due siti, indicati con le sigle FVR-A e FVR-B. Questi hanno presentato caratteristiche geologiche e pedologiche leggermente diverse; secondo la classificazione FAO il suolo del sito A è classificabile come calcaric cambisol mentre quello del sito B come stagni calcaric cambisol. In particolare, il vigneto FVR-A è risultato caratterizzato da un substrato geologico costituito da depositi marini pliocenici a granulometria sabbioso limosa, mentre FVR-B da depositi marini pliocenici a granulometria argillosa e limosa. Il vigneto del sito FVR-B, ha originato mosti con grado zuccherino leggermente superiore a quello derivante dal sito FVR-A. Per quanto attiene l’Azoto Prontamente Assimilabile, i valori registrati nei mosti nel biennio considerato si sono differenziati considerevolmente risultando più bassi nell’annata più siccitosa (2017). In queste condizioni i terreni relativamente più fertili del sito FVR-B hanno attenuato detta riduzione determinando invece una maggiore presenza di APA (+8% rispetto ai mosti ottenuti dalle uve del sito FVR-A).
Conclusioni
L'integrazione dei risultati, realizzata dal Gruppo di lavoro, ha consentito di identificare i caratteri pedologici che maggiormente influenzano i parametri vegeto-produttivi e qualitativi e la produzione enologica. Emerge un’indicazione territoriale localizzata, ma al contempo efficace, della vocazionalità del territorio studiato, dove la viticoltura è da sempre una preziosa risorsa storica.
(a cura di Giovanni Nigro e Paola Tessarin - CRPV, Centro Ricerche Produzioni Vegetali)