Vitigni resistenti, il breeding non si ferma

Marco Stefanini e alcuni grappoli delle varietà resistenti selezionate nell'ambito del progetto Vevir della Fondazione Mach
Il Trentino percorre con convinzione la strada dei vitigni resistenti alle malattie crittogamiche. A San Michele Marco Stefanini presenta i risultati del progetto Vevir che ha consentito alla Fondazione Mach di selezionare 11 nuove varietà adatte alle diverse aree pedoclimatiche della provincia autonoma. Grande anche l'adesione alla prima rassegna sui vini resistenti organizzati dalla Fondazione: presentate in concorso 91 diverse referenze

L’esigenza di rendere sempre più sostenibile la coltivazione della vite sia dal punto di vista economico che sociale ed ambientale, ha portato la Fondazione Mach (Fem) alla ricerca di varietà resistenti più adatte per il Trentino.

Obiettivo questo raggiunto con il progetto: V.E.VI.R avviato nel 2017 e concluso nel 2020. Il lavoro coordinato da CIVIT Consorzio Innovazione vite, si è avvalso del supporto scientifico della Fem, oltre che della collaborazione di alcuni importanti attori del mondo della produzione del Trentino che vanno da Cavit, a Mezzacorona, alla Cantina Lavis alle Cantine Ferrari.

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Sono state prese in esame oltre 30 varietà di vite provenienti dall’Istituto di Friburgo, dall’Università di Pècs e dal programma di miglioramento genetico della Fem, che sono state oggetto di studio dal punto di vista agronomico oltre che enologico.

I ricercatori hanno valutato in particolare l’adattamento alle varie situazioni pedo-climatiche in Trentino, il grado di tolleranza ad alcuni dei principali patogeni della vite e hanno confrontato le micro-vinificazioni processate secondo un preciso protocollo standardizzato. Un’attenzione particolare –e non poteva essere diversamente in Trentino terra del Trentodoc - è stata riservata alla produzione di vino base spumante, visto l’importanza del comparto spumantistico in Trentino.

Le undici varietà individuate

Sono state individuate le 11 varietà più idonee alla coltivazione sul territorio trentino, che presentiamo sotto. Secondo i risultati del progetto viti resistenti realizzato con il contributo scientifico di Fem, le varietà più interessanti sono, a bacca bianca Bronner, Charvir, Johanniter, Muscaris, Palma, Solaris, Souvigner gris, , Valnosia, e a bacca rossa Nermantis Pinot Regina, Termantis.

La sostenibilità, prima di tutto sociale

Marco Stefanini

«Questi nuovi vitigni, afferma Marco Stefanini, coordinatore dell’attività di breeding presso Fem- rappresentano un’opportunità concreta per una riduzione molto significativa del numero dei trattamenti fitosanitari con il risultato di un minor impatto ambientale, un minor esborso per il viticoltore e una maggior tutela della salute dei produttori e di chi vive in zone a densità viticola elevata».

Il Breeeding non si ferma

Inoltre le nuove varietà sono valutate in questo ambiente con tutte le modifiche a cui assistiamo. L’attività di miglioramento genetico prosegue e nei prossimi anni ci saranno altri genotipi da proporre al mondo vitivinicolo Trentino ma non solo. «Di certo - precisa Stefanini -, la sostituzione dei vitigni attuali con questi resistenti è un’occasione anche per valorizzare il territorio viticolo del Trentino anche in prossimità delle zone sensibili».

«Il grosso limite che speriamo venga presto superato è quello che non è possibile ottenere ad oggi nessun riconoscimento di qualità: né la Doc né la Igp. Di certo la diffusione in Trentino prosegue costantemente».


Una nuova iniziativa della Fondazione Mach: la prima rassegna nazionale dei vini ottenuti da viti resistenti

Un’iniziativa che mette a confronto i risultati raggiunti nelle diverse regioni italiane.

Il 15 ottobre sono scaduti i termini per la presentazione dei vini, ne sono stati presentati un totale di 91 provenienti da 56 aziende diverse 60 sono vini bianchi uno rosè e gli altri vini rossi (ne abbiamo parlato qui).  Al fine di una valutazione degli stessi, è stata costituita una commissione composta da una trentina di assaggiatori esperti enologi, giornalisti del settore, che Il giorno 18 novembre procederanno agli assaggi. Il 2 dicembre la presentazione dei risultati della rassegna all’interno di un convegno finalizzato alle potenzialità di questi vini. Il tutto coordinato da FEM. Sarà presente anche il presidente nazionale di ONAV.

Le prospettive della viticoltura sostenibile sono buone anche a livello nazionale. In base alle barbatelle prodotte si può affermare che ogni anno vengono messe a dimora fra i 6 e i 700 ettari di nuovi vigneti resistenti conclude Stefanini.

Vitigni resistenti, il breeding non si ferma - Ultima modifica: 2021-11-09T21:31:10+01:00 da Lorenzo Tosi

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