
Vigneto di Pinot bianco nel quale è stata realizzata la tesi A della prova di potatura descritta in questo articolo. Il Pinot bianco è coltivato in Italia su una superficie di oltre 3.000 ettari, distribuiti soprattutto nelle zone viticole settentrionali, comprese quelle che rientrano nella Pianura Padana. Nella pianura romagnola, provincia di Ravenna in particolare, viene coltivato per la produzione di vini fermi e di vini base spumante, i quali possono essere rifermentati in loco o acquistati da spumantisti provenienti da fuori regione o dall’estero. Tra i sistemi di allevamento adottati per questo vitigno rientra, oltre alla Doppia cortina, anche il Cordone libero, sul quale si è puntato per la realizzazione dei nuovi impianti nell’ultimo decennio. Il gradimento incontrato dal Cordone libero presso i viticoltori è da ricercare sia nell’elevato grado di meccanizzazione che esso consente, sia nel costo di impianto contenuto rispetto agli altri sistemi, dal momento che la sua struttura è estremamente semplificata, essendo realizzata con pali di 2,5 m, interrati per 1,0 m, sui quali è fissato un unico filo portante. Nell’areale romagnolo viene di consuetudine potato lasciando indicativamente 4 speroni di 3 gemme per metro lineare di cordone. Allo scopo di valutare gli effetti di una speronatura più corta, in grado di simulare l’effetto di una potatura meccanica, sulla produzione e sul germogliamento (numero e posizione dei germogli), è stata impostata una prova mettendo a confronto 2 differenti tipi di potatura. La prova La prova è stata eseguita presso l’Azienda Agricola Elino Zalambani di San Savino (Ravenna), in un vigneto di Pinot bianco, clone VCR 7, innestato su Kober 5BB, la cui uva viene conferita alla cantina sociale Le Romagnole, facente parte del Gruppo Cevico, per la produzione di vino base spumante. Il vigneto sorge su un terreno franco-argilloso, profondo e tendenzialmente fresco, ed è stato messo a dimora nel 2000, con un sesto d’impianto di 3,0 x 1,4 m, corrispondente a 2.380 piante/ha. Il vigneto è dotato di impianto di microirrigazione a goccia, con ala gocciolante sospesa, che viene utilizzato per la restituzione parziale dell’evapotraspirato, nel rispetto delle indicazioni fornite dal servizio Irrinet della Regione Emilia-Romagna. La gestione del suolo ha previsto fin dall’impianto il mantenimento dell’inerbimento spontaneo tra le file e l’applicazione del diserbo lungo la fila. Per lo svolgimento della prova sono state individuate 2 tesi, differenziate esclusivamente per la modalità di potatura invernale adottata. La tesi A è stata potata lasciando 18 gemme per pianta, distribuite su 6 speroni di 3 gemme franche ciascuno mentre la tesi B è stata gestita speronando tutti i tralci di 1 anno a 1 gemma franca, per un totale di 18 gemme franche per pianta; in entrambe le tesi si è proceduto all’eliminazione completa dei tralci di 2 anni, cioè di quelli che hanno prodotto, evitando sempre di eseguire tagli radenti in grado di compromettere la vitalità dei centri vegetativi. La gestione della pianta durante il periodo vegetativo è stata quindi la medesima ed ha previsto la pulizia del tronco tramite 2 passaggi manuali e l’esecuzione di 4 cimature meccaniche di lieve entità, di cui 2 in prefioritura, allo scopo di favorire il portamento verticale dei germogli e il contenimento delle dimensioni della chioma. Il Cordone libero (nella figura) è una forma di allevamento molto simile al Cordone speronato, dal quale si differenzia per l’assenza di fili di contenimento della vegetazione al di sopra del filo portante. Adatto a varietà dal portamento assurgente o semiassurgente e a scarsa vigoria, prevede che i germogli si dispongano a raggiera sopra il cordone permanente senza creare affastellamenti, che influenzerebbero negativamente la maturazione e creerebbero condizioni favorevoli all’insorgenza di malattie fungine.[/box] [box title="La famiglia dei Pinot" color="#c00"] Se un tempo si riteneva che a partire dalle forme ancestrali del Pinot nero avessero avuto origine, per mutazioni successive, il Pino grigio e da questo il Pinot bianco, recenti studi compiuti da Silvia Vezzulli e coll. presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige hanno invece dimostrato che Pinot bianco e Pinot grigio si sarebbero formati entrambi, ma in periodi diversi, a partire da mutazioni spontanee avvenute nelle forme ancestrali di Pinot nero.[/box] [box title="Cos'è Irrinet" color="#c00"] Irrinet è il servizio irrigazione realizzato dal CER, Consorzio per il Canale Emiliano-Romagnolo, a disposizione di tutte le aziende agricole dell'Emilia Romagna. È un servizio gratuito che fornisce consigli irrigui sul momento di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche. Si basa sul metodo del Bilancio Idrico, che viene calcolato ogni giorno con dati meteorologici forniti in tempo reale dall'Arpa-Simc (Servizio IdroMeteoClima), oltre a dati pedologici e a dati di falda.[/box] Articolo a firma di Riccardo Castaldi - Gruppo Cevico (Lugo, RA) Approfondimenti a cura dell'Autore e della Redazione PER APPROFONDIRE Potatura invernale e parametri tecnologici