Con sede in Castel Bolognese (RA), l'azienda Bertoni è stata la prima in assoluto a presentarsi sul mercato - oltre dieci anni fa - con l'irroratrice a recupero per vigneto e frutteto denominata L’Arcobaleno®, preceduta da un primo prototipo nel 1993.
Oggi la gamma di irroratrici progettate e costruite da Bertoni è composta da numerosi modelli che si adattano alle più disparate esigenze in vigneto e frutteto: multifilare per le grandi realtà produttive (in possesso di macchine semoventi polivalenti); trainato bifilare; trainato monofilare; e inoltre, monofilare portato e bifilare trainato autolivellante, per i vigneti collinari.
Nel 2017 tutta la gamma è stata certificata ENAMA-ENTAM, ulteriore riconoscimento di qualità, affidabilità e sicurezza. Ma non è tutto: i diversi modelli de L’Arcobaleno® sono certificati in base alla Mother Regulation e risultano quindi omologati in tutti gli Stati membri dell’Ue.
Come funziona
Nell'irroratrice a tunnel L’Arcobaleno un vortice d’aria convoglia l'agrofarmaco sulla pianta e ne favorisce la penetrazione all’interno dell’apparato fogliare. Il sistema di ventilazione, brevettato, consente di muovere l’apparato fogliare in maniera ottimale al fine di poter distribuire al meglio il prodotto, depositando sulle foglie le gocce nebulizzate dagli ugelli ATR Albuz. Dalla cabina della trattrice l’operatore, grazie a un sistema computerizzato, comanda l’apertura e la chiusura dei convogliatori, che avvengono in modo automatico in funzione delle dimensioni del vigneto.
Declinata in vari modelli, L'Arcobaleno è una macchina affidabile e dalla validità e versatilità ormai ampiamente riconosciute dal mercato, fatto che determina valori estremamente interessanti dell'usato. Un vantaggio economico, quest'ultimo, che si va ad affiancare a quello derivante dalla riduzione dei quantitativi di prodotti distribuiti e dal ritorno dell'investimento nell'arco di pochi anni.
Non solo Italia e non solo vigneto
I mercati di destinazione de L'Arcobaleno® sono sia quello nazionale, sia quelli esteri. In percentuale, il 60% delle macchine circa trova collocazione in Italia, il 30% in Francia e il rimanente 10% negli altri Paesi, Ue ed extra Ue. In Italia e in Francia sono i vigneti a fare la parte del leone - circa 30 irroratrici L'Arcobaleno sono state vendute soltanto tra Charente e Charente Maritime, zone note per la produzione di Cognac - mentre nei Paesi est europei L'Arcobaleno va forte nei frutteti. In Francia sono stati recentemente realizzati numerosi allestimenti su enjambeur per vigneto e per vivaio di meli. La partecipazione a due importanti fiere di settore nell’autunno del 2018 – Eima International a Bologna e Vinitech a Bordeaux – ha confermato l’interesse dei visitatori per L’Arcobaleno® e l’immagine aziendale sul mercato.
La gamma si arricchisce
Il dinamismo, la flessibilità e l'ascolto del cliente sono di casa in Bertoni. E le novità non cessano mai. Tra le ultime citiamo la cisterna da 1500 litri su modello trainato bifilare stretto TRS e quella da 2600 litri per i modelli più grandi; l'aumento dell'apertura dei pannelli fino a 1,60 metri sui modelli trainati bifilari TR e TRS (particolarmente utile per trattare forme in volume e molto richiesta, per esempio, nelle zone di produzione di Prosecco e Lambrusco); il devio kit, applicabile su tutti i modelli, per eliminare i ritorni in cisterna durante le fasi di pulizia del circuito e delle superfici dell’irroratrice.
La versione Multifunzione
L’Arcobaleno® Multifunzione nasce come telaio porta-attrezzi bifilare trainato per poter effettuare varie lavorazioni nel vigneto come cimatura, prepotatura a secco, defogliatura, diserbo chimico o meccanico, applicando su un unico telaio le specifiche attrezzature. Tramite pto si azionano due pompe oleodinamiche e una pompa a membrane, le prime per far funzionare le attrezzature applicate e la seconda per l’erogazione/diserbo. Il telaio è dotato di impianto oleodinamico indipendente con apposito radiatore e dispone inoltre del performante doppio asse basculante con il sollevamento dell’asse posteriore in fase di svolta, una cisterna in vetroresina con varie capacità da 1000-1500-2000 litri, un elevatore e una struttura telescopica esagonale, come le gru, su cui applicare le varie attrezzature. La struttura telescopica è dotata di sensori magnetostrittivi che permettono di posizionare in modo automatico le varie attrezzature nelle quote impostate dall’operatore. Appositi attacchi rapidi facilitano il montaggio/smontaggio delle varie attrezzature e si adattano facilmente anche ad attrezzature già in possesso del cliente. Con qualsiasi attrezzatura applicata il telaio si richiude entro i limiti di sagoma ed è omologato per la circolazione a pieno su strada.
Questa innovazione permette di effettuare varie lavorazioni come cimatura verde e a secco, diserbo e trattamenti su due filari completi utilizzando un unico telaio. Rispetto alle tecniche tradizionali si regsitrano:
- migliorata funzionalità, poiché si può allestire in funzione delle esigenze dell’operatore e si possono effettuare anche più lavorazioni contemporaneamente come diserbo (chimico o meccanico) o trattamento protettivo durante la cimatura sempre su due filari completi;
- utilizzo più semplice per l’operatore, poiché inserendo le misure di lavoro nel display le attrezzature si posizionano in automatico nell’esatta posizione di lavoro. Inoltre essendo trainato garantisce un’ottima stabilità, manovrabilità e visibilità specialmente durante i trasferimenti su strade, senza avere più apparati portati anteriormente che limitano notevolmente la visibilità e la manovrabilità;
- riduzione dei costi, poiché con un unico telaio si può sfruttare per effettuare più lavorazioni ed è concepito per utilizzare qualsiasi attrezzatura anche quelle già in possesso del cliente;
- riduzione dell’impatto ambientale, poiché lavorando due filari completi con un’unica passata si aumenta la produttività, riducendo quindi l’emissione di gas di scarico.
L'importanza della dose
L'azienda Bertoni dialoga costantemente con centri di ricerca, da una parte, e clienti - utilizzatori, dall'altra, per mettere a punto nuove tecnologie e nuovi modelli in linea con le Direttive vigenti in materia di riduzione dell'impatto ambientale dei trattamenti, in particolare con le norme previste dal PAN, Piano di Azione Nazionale. Dal punto di vista dell'ottimizzazione della distribuzione di agrofarmaci, lo step successivo al recupero è stato l'introduzione di un nuovo concetto di distribuzione in funzione del volume d’acqua o del volume fogliare e non più in funzione dell’area in ettari, importantissimo per semplificare la gestione del trattamento da parte dell’utilizzatore e per un reale miglioramento dell'irrorazione, senza riduzione di efficacia, poiché permette di mantenere costante e omogenea l’erogazione durante tutta la stagione ed evita il rischio di eccessivi residui finali. Tanto che, spiega Sergio Bertoni, "sarebbe auspicabile arrivare a indicare nelle etichette degli agrofarmaci non solo le dosi consigliate per ettaro, ma anche quelle per volume di acqua o fogliare e prevedere inoltre dosaggi specifici per le macchine a recupero".