Vista dei vigneti dell'azienda vitivinicola Quota 101 (Torreglia, PD). È Quota 101, con i suoi vigneti su dolci pendii tra i Colli Euganei, la prima azienda vitivinicola della provincia di Padova ad aver ottenuto la certificazione Biodiversity Friend, garanzia dell'applicazione di tecniche di coltivazione a ridotto impatto ambientale. "Ci siamo avvicinati alla World Biodiversity Association su indicazione del nostro agronomo e ne siamo subito rimasti colpiti perché trovavamo che gli obiettivi che essa si pone in agricoltura fossero assolutamente affini al nostro concetto di rispetto per l'ambiente", racconta Silvia Gardina, titolare dell'azienda insieme al padre Roberto. "Così abbiamo intrapreso questo cammino e ora siamo orgogliosi di annunciare che dalla vendemmia 2014 i nostri prodotti recheranno in etichetta la certificazione Biodiversity Friend". Talmente orgogliosi da aver invitato in azienda, lo scorso 17 settembre 2014, un manipolo di giornalisti cui far toccare con mano cosa significhi, per un produttore vitivinicolo, essere amico della biodiversità.
L'estinzione è per sempre
Nata nel 2004 a Verona per iniziativa di un gruppo di naturalisti, principalmente veneti e vicentini ma anche stranieri, la World Biodiversity Association onlus ha come obiettivi lo studio e scoperta della biodiversità. A oggi risultano descritte due milioni di specie (tra animali, vegetali, batteri, funghi etc.) ma si calcola che il numero totale di quelle esistenti sul nostro pianeta sia almeno pari a dieci milioni, cinque volte tanto. "I soci della World Biodiversity Association hanno già individuato e classificato, nel corso di viaggi in giro per il mondo, quasi un migliaio di nuove specie mai catalogate prima". Così ha esordito, tra i filari di Cabernet Sauvignon di Quota 101, Gianfranco Caoduro, co-fondatore e membro dell'Associazione. "I naturalisti - ha proseguito - ogni anno scoprono circa 17.000 nuove specie, ma sono più o meno 35.000 quelle che annualmente si estinguono a causa della distruzione della foresta tropicale, la cui superficie nello stesso lasso di tempo decresce al ritmo di circa 100.000 chilometri quadrati: un'area pari a quella del Portogallo, per intenderci. E l'estinzione è per sempre".
L'agricoltura amica della biodiversità
"Nel 2010, anno internazionale della biodiversità - ha proseguito Caoduro - abbiamo voluto lanciare un messaggio importante all'agricoltura. Perché avere un ambiente biodiverso in agricoltura significa produrre in modo sostenibile. Così, insieme all'ente certificatore CSQA, abbiamo predisposto un protocollo per questo settore produttivo ed è nato il progetto Biodiversity Friend, che ha ottenuto il patrocinio del Mipaaf". Secondo tale protocollo, un'azienda agricola diventa amica della biodiversità se compie 12 azioni, ognuna delle quali conferisce all'azienda stessa un punteggio. La somma dei punteggi massimi conferiti dalle 12 azioni è pari a 100, ma un'azienda può essere certificata Biodiversity Friend quando raggiunge il punteggio minimo di 60. Per poterla mantenere, tuttavia, essa dovrà dimostrare al certificatore che ogni anno le farà visita di portare avanti un processo di miglioramento continuo, che le consenta di aumentare il proprio punteggio progressivamente. Pur essendo il punteggio 100 l'obiettivo finale, non si chiedono miglioramenti ulteriori a un'azienda che raggiunga il livello 80. Questo perché esistono fattori sui quali l'azienda stessa non ha il controllo: si pensi per esempio all'inquinamento derivante da un centro urbano che sorga nelle vicinanze.
Come si misura la biodiversità
Tre delle dodici azioni previste dal disciplinare riguardano il rispetto e il recupero della qualità del suolo, delle acque superficiali e dell'aria. L'indice Biodiversity Friend parte dal presupposto che quanto più è elevato il numero di specie presenti in un determinato ambiente e tanto maggiore è l'equilibrio che si instaura tra esse e l'ambiente stesso. E se a indicare la qualità dell'aria (che in agricoltura è strettamente dipendente dal numero e dalla natura dei trattamenti effettuati in campo) sono quantità e tipologia di licheni reperibili sulle piante, nel caso di acqua e terreno gli indicatori sono rappresentati dalle specie di macroinvertebrati presenti. Per individuarne e quantificarne la presenza, il certificatore (in possesso di abilitazione) preleva una carota di suolo fino a 30 cm di profondità e analizza visivamente, su fondo bianco, la porzione di terreno che passa oltre un vaglio entomologico (maglie di 8 mm). Poi riporta i risultati dell'osservazione su un'apposita scheda ed effettua il calcolo del punteggio. Altro fattore estremamente importante per l'assegnazione della certificazione Biodiversity Friend, e che nel caso di Quota 101 ha giocato un ruolo di primo piano, è la presenza in azienda di siepi e boschi.
Biodiversity Friend = Bio?
"Di fatto oggi - ha spiegato Caoduro - delle circa 50 aziende agricole certificate Biodiversity Friend, dislocate tra Veneto, Lombardia, Toscana e Puglia, quasi la metà sono a conduzione biologica. Ma non tutte. Il che significa che il bio non è una condizione indispensabile, anche se favorevole alla biodiversità. Purché sia un bio ben fatto. Ma possono ottenere la certificazione anche aziende che fanno produzione integrata". "Quota 101 - ha aggiunto Silvia Gardina - si sta rivolgendo al bio e lo sta sperimentando. Quest'anno, nonostante l'annata climaticamente molto difficile, per la difesa del vigneto abbiamo utilizzato solo prodotti ammessi in agricoltura biologia e abbiamo ottenuto ottimi risultati".
L'annata 2014 a Quota 101
Quota 101, che deriva il suo nome dai metri sul livello del mare cui mediamente si trovano i suoi appezzamenti, produce attualmente circa 10.000 bottiglie, con la previsione di giungere 100.000 una volta messi a regime tutti i vigneti che, rilevati dai precedenti proprietari, hanno per la maggior parte età superiore ai trent'anni. Nove le varietà coltivate, tra bianche e rosse e tra autoctone (come Glera, Garganega e Raboso Piave) e internazionali, da cui si ottengono cinque tipologie enologiche: Malterreno Bianco Veneto Igt, Serprino Colli Euganei Doc, Prosecco Doc, Fior d'Arancio Colli Euganei Docg e Cabernet Colli Euganei Doc. "L'andamento della stagione 2014 è stato davvero strano - ha raccontato l'agronomo di Quota 101, Enzo Corazzina - e ci ha messo alla prova sul fronte della difesa del vigneto, visti i 23 giorni di pioggia di luglio e i 18 di agosto, ma anche su quello della maturazione tecnologica. A fine agosto abbiamo iniziato a vendemmiare uve con gradazioni zuccherine certamente inferiori a quelle ottimali e con acidità molto sostenute, ma sanissime, in virtù degli interventi mirati effettuati in corso di maturazione, principalmente trattamenti con rame e defogliazioni razionali ("Ma anche grazie al fatto che la vendemmia viene eseguita solo ed esclusivamente a mano e prevede dunque una cernita accurata delle uve", ha commentato Roberto Gardina). Rispetto ad altri vigneti della zona, quelli di Quota 101 hanno risentito meno degli effetti negativi delle abbondanti piogge, sia perché di per sé "magri", sia perché completamente inerbiti. Il che semmai ci ha costretto a entrare una volta in più in vigneto per sfalciare". "Le uve che questa annata ci sta fornendo - gli ha fatto fa eco l'enologo dell'azienda, Paolo Grigolli - devono essere vinificate con particolare attenzione per non produrre vini eccessivamente astringenti. Le note che ci aspettiamo sono certamente di tipo pirazinico e l'acidità elevata ci consentirà di ottenere vini tendenzialmente longevi, se riusciremo a conferire loro anche un adeguato corpo. Ma le lunghe macerazioni andranno evitate per non estrarre tannini amari". [box title= "Biodiversità anche a tavola" color= "#c00"] I vini Biodiversity Friend di Quota 101 hanno ottimamente accompagnato la cena - a base di ingredienti rigorosamente biodiversi e a cura dello chef Alessandro Dal Degan - che si è svolta in cantina e ha chiuso l'evento.[/box] (Costanza Fregoni)