La muffa grigia, provocata dal fungo Botrytis cinerea, rappresenta una delle principali malattie della vite. Conosciuta e studiata in tutte le regioni viticole del mondo, questa malattia può causare significative perdite quantitative di uva e un marcato deterioramento delle qualità enologiche del vino. In zone meno vocate alla viticoltura, la muffa grigia può arrecare danni considerevoli anche alle produzioni ortofrutticole, sia in campo che in ambiente protetto, sia prima che dopo la raccolta.
Fungicidi di sintesi e rischio resistenze
Tradizionalmente, il contenimento di questa malattia richiede l’impiego massiccio di formulazioni contenenti sostanze attive appartenenti a vari gruppi chimici, come piridin carbossamidi, anilinopirimidine, fenilpirroli, idrossanilidi e fungicidi a base di rame e zolfo.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’eccessivo uso di fungicidi di sintesi può favorire la selezione di ceppi del patogeno resistenti agli stessi, un rischio particolarmente elevato per questo fungo, noto per la sua tendenza allo sviluppo di resistenze ai fungicidi unisito. Inoltre, i fungicidi possono contaminare l’uva e il vino, anche se i residui rimangono entro i livelli massimi stabiliti per legge, e possono inquinare l’ambiente con conseguenti effetti negativi sulla fauna e sulla flora acquatica, nonché sui microrganismi del suolo.
L’alternativa per il controllo della botrite: i BCA
Per garantire la salute dei consumatori e la tutela dell’ambiente, nonché per preservare le risorse naturali e la biodiversità, l’Unione Europea, attraverso i suoi atti legislativi, ha introdotto l’obbligatorietà della gestione integrata delle malattie. Anche nel caso della muffa grigia è pertanto fondamentale adottare approcci di lotta più sostenibili. A differenza di altre importanti malattie della vite, come la peronospora e l’oidio, per le quali sono disponibili vitigni resistenti, per il controllo della muffa grigia e di altri agenti necrotrofici non esistono resistenze genetiche efficaci per le varietà di interesse commerciale. Di conseguenza, oltre a una gestione oculata della vegetazione intorno al grappolo, è possibile ricorrere all’impiego di sostanze naturali e di agenti di biocontrollo (BCA) come alternativa ai fungicidi di sintesi.
Sintesi di articolo tratto da VVQ 5/2024 - Leggi l'articolo completo