La “Comunità Sostenibile” della DOC Prosecco

I saluti di Giancarlo Guidolin, Presidente del Consorzio Tutela DoC Prosecco. A sinistra, Luca Giavi, Direttore del Consorzio. A destra, Costanza Fregoni, che ha moderato l'evento di presentazione del progetto "Prosecco DOC Comunità Sostenibile"
Il progetto, presentato alla base sociale a inizio dicembre, punta su inclusività, flessibilità e semplificazione per realizzare una sostenibilità misurabile e certificata della denominazione

La DOC Prosecco adotta una nuova governance della sostenibilità, con l’obiettivo di migliorare le performance della Denominazione nei tre pilastri ambientale, economico e sociale e di farlo in maniera inclusiva, coinvolgendo tutte le realtà produttive che ne fanno parte e comunicando al mercato e al territorio i risultati, in modo veritiero ed efficace.

Il progetto “Prosecco DOC Comunità Sostenibile” è stato illustrato alla base produttiva lo scorso 3 dicembre in occasione di un incontro con soci e stakeholder presso la Cantina Sociale Opitergium vini di Oderzo (TV).

Coinvolgere tutto il tessuto produttivo della DOC

Dopo i saluti introduttivi del presidente del Consorzio per la Tutela della DOC Prosecco, Giancarlo Guidolin, che ha posto l’accento sulla necessità di un contributo di tutti all’incremento della sostenibilità del Prosecco DOC “perché è il mercato che ce lo chiede”, ha preso la parola il Direttore del Consorzio Luca Giavi.

Luca Giavi, Direttore Consorzio Prosecco DOC

“Al termine sostenibilità io ho sempre preferito durabilità, molto utilizzato dai francesi, che rende meglio l’idea della finalità ultima dei comportamenti virtuosi che vogliamo incentivare e far crescere all’interno della nostra DOC, ovvero quella di dare alla nostra denominazione una prospettiva di lungo termine”.

Tuttavia la complessità di una denominazione che si estende su nove province da Vicenza a Trieste - contando 28.000 ettari vitati, 12.000 viticoltori, 1.200 vinificatori e 350 case spumantistiche - e che si sovrappone a livello geografico con decine di altre denominazioni presenti nelle regioni coinvolte, Veneto e Friuli Venezia-Giulia, rende difficile immaginare una gestione “rigida” del processo di incremento della sostenibilità globale. “Questa complessità del territorio – ha proseguito Giavi - fa sì che al suo interno vi siano aziende di dimensioni anche molto diverse, alcune delle quali che già si certificano in base ad alcuni standard di sostenibilità, mentre hanno ancora più strada da fare in tal senso. Lo scopo del progetto “Prosecco DOC comunità Sostenibile”, che il Consorzio ha ideato e che oggi vi presentiamo, è far sì che tutte le realtà produttive possano, secondo le proprie forze, contribuire all’incremento globale di una sostenibilità reale, misurabile e spendibile sul mercato”.

Le parole d’ordine sono flessibilità e inclusività: nulla di ciò che è già stato fatto da aziende più virtuose deve essere considerato inutile o superato, ma al contempo si creeranno le condizioni per favorire l’adesione a protocolli di sostenibilità anche da parte di aziende fino a oggi meno impegnate su questo fronte. Purché tutto ciò che si fa sia certificato.

Altro punto fermo sarà la semplificazione: “Grazie alla partnership instaurata con l'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, avremo la possibilità di sviluppare una piattaforma digitale in grado di acquisire ed elaborare, utilizzando database già esistenti presso la pubblica amministrazione, i dati delle aziende del territorio, tra cui superfici, produzioni e certificazioni di sostenibilità ottenute, al fine di poter riconoscere l’impegno svolto dalle aziende e comunicarlo alla comunità. Elemento importante, quindi, è quello di evitare l’appesantimento burocratico per le aziende".

L’ingegnerizzazione della sostenibilità

È stato questo il termine utilizzato per descrivere il meccanismo col quale il Consorzio intende misurare in futuro le performance di sostenibilità della denominazione, come risultato dell’adesione dei soci a diversi standard. “Il concetto di comunità sostenibile – ha affermato Leonardo Campigotto, Area Ricerca e Sostenibilità del Consorzio Prosecco DOC - nasce dal fatto che oggi il Consorzio ha come obiettivo primario certificare il proprio percorso secondo la norma ISO 37101, detta anche “ISO delle comunità sostenibili”, che punta a dare indicazioni su come rendere tangibile il percorso di sostenibilità di una determinata amministrazione”.

Leonardo Campigotto, Area Ricerca e Sostenibilità del Consorzio Prosecco DOC

Il raggiungimento degli obiettivi presuppone un ruolo attivo di Consorzio e base produttiva. “La sostenibilità - ha proseguito Campigotto - è una medaglia a due lati. Il primo è quello della governance, nell’ambito del quale il Consorzio ha ritenuto strategico creare un percorso che punti a migliorare le caratteristiche di sostenibilità di ogni azienda per poi monitorarlo e comunicarlo al mercato, previa verificabilità dei dati, fondamentale per evitare il rischio di green washing. Ecco perché è indispensabile che le azioni sostenibili delle aziende vengano certificate. L’altra faccia della medaglia è rappresentata proprio dall’impegno virtuoso che le aziende quotidianamente sostengono per migliorare la propria gestione sostenibile: grazie ai vari standard disponibili (Equalitas, VIVA, Biodiversity Friend, SQNPI e le diverse norme ISO per citarne alcuni) sarà possibile rilevarlo e comunicarlo. Il Consorzio ha ben compreso che imporre un percorso rigido e identico per tutte le aziende associate sarebbe iniquo, oltre che poco efficace, e per questo ha analizzato tutti gli standard di sostenibilità già utilizzati all’interno della denominazione e formulato un sistema di punteggi derivanti dall’applicazione di uno o più di questi e attribuibili alle singole realtà produttive. Tali punteggi confluiranno in una matrice di calcolo che tiene conto di tutti e tre i pilastri della sostenibilità e che servirà a monitorare il processo di miglioramento continuo della DOC e a desumere dati utili alla comunicazione”.

Ricerca e innovazione al servizio delle aziende

In questo percorso di miglioramento continuo, le aziende necessitano di essere supportate e incentivate. In tal senso il ruolo del Consorzio come collettore di ricerca e innovazione diventa fondamentale, per contribuire in modo tangibile all’incremento del livello di sostenibilità.

“Le attività consortili a favore della denominazione – ha spiegato Andrea Battistella, Area Valorizzazione Consorzio Prosecco DOC - sono sostenute finanziariamente dai produttori e da fondi provenienti da bandi pubblici cui il Consorzio aderisce. Questi ci hanno permesso nel tempo di fare attività di ricerca in collaborazione con le Università di Padova, Ca’ Foscari di Venezia e Udine, ma anche con il Crea e Veneto Agricoltura. Si è trattato di investimenti importanti e crescenti nel tempo, in virtù del sensibile incremento produttivo che ha caratterizzato la DOC, passata dai 150 milioni di bottiglie 2010 agli attuali 660 milioni. Ed è stato anche grazie a questa attività di ricerca, oltre che alla gestione dell’equilibrio tra domanda e offerta messa in atto dal Consorzio, che oggi, nonostante la congiuntura economica globale non particolarmente felice, la denominazione gode di ottima salute e registra performance economiche col segno positivo”.

Andrea Battistella, Area Valorizzazione Consorzio Prosecco DOC

"Con questa finalità di mantenimento dell’equilibrio di mercato - ha proseguito Battistella - e quindi di supporto alla sostenibilità economica delle aziende, il Consorzio si è dotato di un modello econometrico predittivo che, acquisendo i dati di consumo, stima l’andamento della domanda e consente al Cda, prima, e all’Assemblea, poi, di adottare adeguate politiche di gestione dell’offerta, con l’obiettivo di perseguire la stabilità del valore delle produzioni. Le aziende pertanto, potendo contare sulla solidità economica del sistema, sono poste nelle condizioni di poter investire con maggiore serenità".

Se la sostenibilità economica è fondamentale per conferire durabilità alla denominazione, altrettanto lo è il pilastro sociale.

“Soprattutto negli ultimi tre anni – ha sottolineato Battistella - abbiamo posto grande attenzione alla sostenibilità sociale, per esempio favorendo la formazione e la crescita professionale della base produttiva, con attività svolte in collaborazione con le Organizzazioni di categoria e professionisti di settore, grazie al contributo della Regione Veneto, e rivolte agli operatori impegnati in vigneto, in cantina, nelle attività commerciali e in quelle di accoglienza o comunque connesse con l’enoturismo. Abbiamo inoltre in previsione l’erogazione di corsi incentrati proprio sulle certificazioni di sostenibilità. Ci siamo infatti resi conto della mancanza di figure professionali di altro alto profilo dedite alla gestione della sostenibilità all’interno delle aziende. Per cui quest'anno in collaborazione con l’Istituto Tecnico Superiore Academy Agroalimentare Veneto abbiamo avviato un corso per formare questi professionisti. Ci siamo impegnati anche nel creare ponti virtuosi tra domanda e offerta di lavoro per le attività di vigneto e cantina, creando occupazione e favorendo contratti di lavoro equi e trasparenti”.

Infine, il pilastro ambientale. “E’ quello in cui il Consorzio - ha spiegato Battistella - sta investendo le maggiori risorse, con diversi progetti di ricerca. Uno riguarda il miglioramento genetico della Glera tramite incrocio con varietà resistenti, che come primo risultato ha fornito il vitigno Glaurum (Glera x Solaris), in attesa di registrazione. Un altro invece prevede il breeding della Glera tramite TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), per ottenere un clone resistente della varietà. Stiamo anche lavorando su un eventuale intervento presso il Ministero per comprendere come poter ridurre le dosi di prodotto fitosanitario, in funzione della maggiore efficienza delle irroratrici e della diversa conformazione della parete fogliare del vigneto durante tutta la stagione. E infine stiamo lavorando anche a protocolli di difesa che contemplino l’uso di prodotti alternativi a ridotto impatto ambientale”.

Anche la gestione della risorsa idrica è un punto focale. “Con le Università - ha proseguito Battistella - stiamo testando tecniche di gestione del suolo che ne migliorino la struttura, grazie all’incremento della sostanza organica, e quindi la capacità di ritenzione idrica. Ma anche la cantina necessita di innovazione per ridurre l’impronta idrica, oltre che carbonica, della singola bottiglia prodotta”.

Infine, la biodiversità. “Il Consorzio da anni promuove la realizzazione di aree boschive, intese come siepi e boschetti, nei territori vitati. A partire dal 2026, questo impegno aumenterà sensibilmente: la biodiversità infatti non sarà più un criterio di premialità, bensì una condizione sine qua non per ricevere l'idoneità alla rivendicazione della DOC”.

Marco Martorana e Davide Leonardi di Crédit Agricole, partner del progetto "Prosecco DOC Comunità sostenibile"

Ai blocchi di partenza

Il progetto “Prosecco Comunità Sostenibile” dunque è al via e con ogni probabilità sarà di ispirazione per altre denominazioni. Perché se la sostenibilità del vino ormai è un pre-requisito per una larga fetta di consumatori, non è così scontato che tutti i produttori siano pronti allo stesso modo a intraprendere la trasformazione e/o il consolidamento, ovvero a garantire il miglioramento continuo.

La “Comunità Sostenibile” della DOC Prosecco - Ultima modifica: 2025-12-15T16:10:22+01:00 da Redazione

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