In Romagna un’estate da turismo “on the road”

Tra riviera romagnola ed entroterra, sinergie per un'accoglienza in piena sicurezza
Riapre la strada dei vini e dei sapori di Romagna con un progetto per mettere in rete tutti i percorsi della regione e protocolli per aiutare le cantine ad allestire un’accoglienza tra i filari in piena sicurezza

Il turismo enogastronomico della Romagna è ai nastri della ripartenza con un’azione comunicativa coordinata tra le varie “Strade” dei sapori romagnoli.

Tutte insieme per definire un messaggio forte, chiaro e positivo rivolto agli appassionati e soprattutto agli operatori del settore. Come i tour operator italiani e stranieri che devono sviluppare l’incoming.
Il turismo che conta per i produttori di vino è l’enoturismo, un comparto che in Italia è stimato in oltre 2,5 miliardi di euro di giro d’affari. Però ogni euro che un visitatore spende in cantina per degustazioni e acquisti di bottiglie ha ricadute per altri 5 euro sul territorio, spesi tra alberghi, shopping, musei e ristorazione.

La “Strada” giusta

Tutto questo calato e circoscritto nell’area della Strada della Romagna comporta una boccata d’ossigeno per i suoi 68 soci, che sono aziende agricole, cantine, ristoranti, agriturismi; più tutti i 18 Comuni della provincia di Ravenna.
La Strada promuove attivamente questo territorio con tre itinerari tematici dedicati a eccellenze enogastronomiche, rilevanze storiche, artistiche e culturali di quest’area tra la collina e il mare. Il primo dei tre percorsi è la Via del Sangiovese dedicata ai vini Docg, Dop e Igp della Romagna e a prodotti tipici come l’Olio extravergine di oliva di Brisighella DOP e lo Scalogno di Romagna Igp. Ma include anche la Faenza rinascimentale e neoclassica con le sue ceramiche artistiche e altri gioielli. Poi c’è la Via del Sale, dedicata alle saline e al sale “dolce” di Cervia, porta d’accesso al Parco Regionale del Delta del Po. Infine la Via delle Pievi lungo la pianura ravennate: nelle terre appartenute a Bisanzio fino alla conquista dei Longobardi.
Ma adesso cosa bolle in pentola? Ne abbiamo parlato con Filiberto Mazzanti, presidente

Filiberto Mazzanti

della Strada della Romagna.

Protocolli per l’accoglienza in sicurezza

Avete già pensato a una comunicazione? Ci anticipa qualcosa?
Quasi tutti gli eventi pianificati sono stati cancellati per l’emergenza Covid19, abbiamo allora scelto di insistere con maggior forza a comunicare, affiancando le aziende associate per facilitarne la ripartenza con protocolli legati alla praticabilità delle riaperture e convenzioni per semplificare sopralluoghi con attestazione di regolarità degli spazi e della comunicazione ai clienti.

Stiamo pensando a cliché da lanciare per invitare in modo coordinato e seriale a ripartire dalle aziende dell’alimentare e del vino, quest’ultime in particolare toccate profondamente dal blocco imposto alla ristorazione, primo determinante partner per la diffusione dei vini di più elevata qualità.

Stiamo lavorando insieme alle altre Strade romagnole per giungere all’unificazione, nella salvaguardia di competenze territoriali importanti, per un messaggio che si renda più chiaro e forte, con maggiore capacità di inserire itinerari originali nei pacchetti dei principali tour operator italiani e stranieri, con notevole possibilità di incremento dell’incoming.

E per il 2021 state già pensando a come e cosa comunicare?
È presto, ma saremo lineari al percorso che le ho appena narrato: integrazione tra riviera e interno, sinergie locali, miglioramento dell’offerta di servizi per fruibilità di collina e appennino, proposta di pacchetti d’offerta variegati e per ogni target da cedere ai principali tour operator con l’obiettivo di allargare la conoscenza diretta della Romagna e il passaparola, moltiplicando soprattutto l’enoturismo e il turismo responsabile per avvicinarsi al vero potenziale di questo territorio.

Le relazioni sociali ripartono tra i vigneti

Gli spazi all’aperto, le vigne, le aree esterne delle cantine e delle aziende sono luoghi sani e sicuri. Nel rispetto del distanziamento come vede il “nuovo” enoturismo? E’ ancora possibile? E concretamente come?
Credo che vigneti e cantine siano una grande opportunità per un graduale rientro alla normalità. Siamo stati toccati profondamente ed è naturale che ricerchiamo quasi inconsciamente prima di tutto e sempre la sicurezza. Nessuno di noi vorrebbe ripiombare nell’incubo del contagio epidemico anche se tutti non vediamo l’ora di tornare ai riti, alle cose che ci facevano sentire vivi e umani.

Brisighella, uno dei borghi più belli d'Italia

Credo che le attività che godono di spazi all’aperto avranno chance importanti di essere le prime a ripartire. Vorrei aggiungere: hanno la grande responsabilità di essere un pioniere del ritorno alle relazioni sociali. Vanno perciò pensati e regalati tempi e spazi per tornare a contesti di comunità, luoghi per tornare ad annusarsi e smettere di nutrire sospetto e avere paura degli altri.

Quale posto migliore di un vigneto, i cui filari hanno una luce di almeno 2-2,5 metri tra l’uno e l’altro, per poter essere a vista, uniti in una bella esperienza ma distanziati perfettamente tra nuclei familiari, in un contesto ameno e desiderabile nelle sere d’estate? La fantasia dei produttori può dilagare, nutrita di una giusta informazione al pubblico e di necessaria prenotazione contingentata.

E tutte le altre attività ristorative al chiuso potranno ringraziare quella che è a tutti gli effetti un’efficace cura della paura e una rieducazione alla socialità ordinaria. Certo, anche cedere gratuitamente ampie aree del suolo pubblico a bar e ristoranti per spostare all’aperto tutto il possibile della propria recettività è l’altra mossa per restituirci gradatamente alla normalità.

Mai come in questo periodo, i pubblici esercizi saranno d’accordo con le amministrazioni comunali per limitare il traffico in città restituendo spazi e vivibilità alle attività all’aperto.

Cordiali si rimane


A breve si torna a viaggiare tra le Regioni. Vede nuove opportunità d’incremento turistico per la filiera del vino e dei sapori della Romagna?
La Romagna ha un’ampia e ricca offerta di contesti e scenari con un ottimo livello di servizi annessi, ma esiste ancora un margine di crescita importante nell’interno e soprattutto in collina e in area appenninica.

Paradossalmente, la minore organizzazione di questi ambiti, in particolare per l’effetto pandemia, ne moltiplicherà la ricerca, contribuendo a sollecitarne i servizi di accoglienza che di sicuro miglioreranno.

Al momento possono rappresentare bene quei luoghi desiderabili per vacanze culturali itineranti, permettendo sempre incontri con una stupefacente cucina locale, preziosa e ricca di varianti, dove l’enologia non è certo da meno e vive nel match con il cibo autoctono la propria dimensione più originale e riuscita.

Sarà una grande opportunità, l’Emilia-Romagna è sempre cresciuta in questi anni e anche sugli itinerari stiamo diventando sempre più narrativi e rispondenti ai tempi di ciascuno e alle varie tipologie di turista e di provenienza.

Sinergie tra riviera e entroterra

Vi aspettate un calo o pensate di “rubare” qualche turista al mare e alle spiagge?
Anche in questo caso devo deluderla. Credo che dovremo approfittare per rafforzare le sinergie tra riviera e interno, il legame della parte della regione più organizzata per recettività con i luoghi del lavoro e della creazione delle sue eccellenze.

Va ritrovato l’orgoglio reciproco di appartenere a una terra eccezionale, culla della migliore gastronomia mondiale riconosciuta, ma soprattutto con una cultura dell’accoglienza che non si trova da nessun’altra parte. Dovremo aiutare i turisti che torneranno a riempire le spiagge anche se più ordinatamente degli anni scorsi, a capire chi siamo attraverso la presentazione delle cose buone che la laboriosità e la sapienza della nostra gente ci mettono ogni giorno tra le mani, a km zero. Vacanze identitarie per chi ama le esperienze vere e vuole vivere al ritmo della gente del luogo e ricordarsene, passando parola.

In questo, cammini naturalistici, luoghi del sacro e itinerari storico-artistici ci daranno una mano a lasciare un segno indelebile di un territorio con una ricchezza culturale diffusa inimmaginabile. Un vero regno per i turisti slow, la Romagna dell’interno!

In Romagna un’estate da turismo “on the road” - Ultima modifica: 2020-05-26T01:07:59+02:00 da Lorenzo Tosi

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