La viticoltura rigenerativa secondo Bayer

L’impegno di Bayer per l’agricoltura e la viticoltura rigenerativa raccontato in un evento itinerante che ha raggiunto tre zone vitivinicole d’eccellenza

L’agricoltura rigenerativa è una realtà ed è qui per restare. Ed è per parlare di agricoltura e, più nello specifico, di viticoltura rigenerativa, che Bayer Crop Science ha organizzato nella primavera 2025 tre eventi in altrettante zone vitivinicole di eccellenza: il Chianti, la provincia di Treviso e le Langhe piemontesi.

Durante gli incontri, cui è stato dato il titolo “Rigenerare per crescere”, l’expertise di Bayer, la conoscenza di tecnici e accademici e le esperienze concrete di aziende del territorio sono state messe a sistema, stimolando un dialogo aperto e costruttivo.

Il contesto

Pur avendo avuto origine negli Usa alcuni decenni or sono, l’agricoltura rigenerativa approda in Europa solo in tempi più recenti. Rigenerare è più che rispettare e conservare: è crescere, ed è quindi proiezione al futuro.

Bayer intende essere parte attiva del cambiamento in atto, riunendo attorno alla filiera esperti in grado di dare un contributo scientifico, ma anche pratico, a questo processo di trasformazione del settore agricolo, e al contempo dialogando con gli agricoltori e i tecnici.

Un progetto dedicato

L’impegno assunto da Bayer nel favorire l’implementazione delle pratiche di agricoltura rigenerativa in Italia si concretizza in un progetto dedicato alla vite, chiamato proprio “Rigenerare per crescere”. Un impegno strutturato, ispirato da una visione globale dell’azienda, con una chiara visione per il futuro, come è stato illustrato da Greta Pignata di Bayer Crop Science.

L’intervento di Greta Pignata a Bagno a Ripoli (FI). Foto Italpress

«Diversi fattori - ha sottolineato - stanno mettendo a dura prova l’agricoltura, tra cui il cambiamento climatico e l’aumento di parassiti e malattie che minacciano rese e qualità delle produzioni, mentre si riduce il ventaglio delle soluzioni a disposizione degli agricoltori e al contempo la normativa in merito all’uso della chimica in agricoltura è sempre più stringente. Il 90% dei terreni a livello globale sarà depauperato entro il 2050 (fonte: FAO, Saving our soils by all earthly ways possible) ed entro lo stesso anno nel mondo ci saranno 2,2 miliardi di persone in più da sfamare rispetto a oggi (fonte: UNDESA, World Population Prospects: the 2017 Revision). Occorre dunque produrre in modo diverso e la risposta a questa sfida per noi di Bayer risiede nell’agricoltura rigenerativa».

Questo determina un innalzamento del livello di “ambizione”. Perché se fino a oggi l’obiettivo è stato produrre di più con meno, minimizzando l’impatto delle nostre azioni sulla natura, l’agricoltura rigenerativa ha come obiettivo produrre e “ripristinare di più”, in particolare la fertilità del suolo. «Un obiettivo che si sposa perfettamente con la nostra mission “Health for all, hunger for none”, che riassume il nostro impegno di risorse e ricerca per la sicurezza alimentare», ha sottolineato Pignata.

Tale impegno deriva da una visione molto chiara di Bayer per il futuro dell’agricoltura, che poggia su tre pilastri. Il primo è arrivare a produrre il 50% in più rispetto a oggi, grazie all’aumento delle rese ottenuto col miglioramento genetico delle specie coltivate e una protezione più efficiente delle colture. Il secondo, invece, pone il focus sul rigenerare la natura. lI terzo è la promozione dell’agricoltura rigenerativa su larga scala, grazie alla collaborazione con aziende e partner.

Secondo Bayer l’agricoltura rigenerativa è un modello di produzione basato su risultati chiave, tra cui:

  1. Aumento delle rese e miglioramento della produttività
  2. Miglioramento del benessere socio-economico di agricoltori e comunità
  3. Miglioramento della salute e della fertilità del suolo
  4. Mitigazione e adattamento al cambiamento climatico
  5. Tutela e ripristino della biodiversità
  6. Conservazione delle risorse idriche.

«Raggiungere questi obiettivi - ha sottolineato Pignata - comporta avere un orizzonte pluriennale e un approccio multifattoriale, basato sulla condivisione delle nostre competenze con quelle che le aziende agricole hanno maturato, per dare insieme una spinta propulsiva alla rigenerazione in agricoltura».

Le testimonianze dei produttori

Le tre tappe di “Rigenerare per crescere” hanno dato voce a quattro diverse aziende che hanno scelto di fare viticoltura rigenerativa.

Carlo de Biasi (direttore generale San Felice, Castelnuovo Berardenga-Si), Alberto Fregonese (Direttore tecnico Azienda Agricola Marcello Del Majno, Fontanelle-Tv), Alberto Grasso (Direttore agronomico Mirafiore, azienda viticola di Fontanafredda, Fontanafredda-Cn) e Sergio Belmonte (Enologo Az. Agricola Montaribaldi, Barbaresco, Cn) hanno portato testimonianze appassionate e concrete.

I temi toccati hanno spaziato dalla cura per il suolo per migliorarne la fertilità, la vitalità e la capacità di ritenzione idrica all’agroforestazione e al ripristino della biodiversità, dal miglioramento dell’integrazione della viticoltura con l’ambiente naturale circostante alle azioni con ricadute positive sulle comunità rurali e la cittadinanza che vive nei territori produttivi. Unanime la convinzione che la viticoltura rigenerativa riporti in primo piano la figura dell’agronomo, vero protagonista, insieme all’agricoltore, di quello che deve essere un cambiamento di mentalità prima ancora che un cambiamento nel modo di produrre.

Dialogo tra Greta Pignata e Alberto Fregonese a Monastier (TV)

L’Oiv sulla viticoltura rigenerativa

«Durante il meeting di primavera dell’Oiv a Digione - ha spiegato Carlo De Biasi - la delegazione italiana ha chiesto e ottenuto che l’Organisation giunga alla formulazione di una risoluzione sulla viticoltura rigenerativa, analogamente a quanto fu fatto nel 2004 per la viticoltura sostenibile. Al termine del percorso la risoluzione dovrà essere approvata dai 54 Paesi membri e fornirà una definizione univoca di viticoltura rigenerativa, attualmente mancante».

La viticoltura rigenerativa nell’era del cambiamento climatico

Tra gli obiettivi della viticoltura rigenerativa vi è l’incremento della resilienza degli agroecosistemi nei confronti degli stress ambientali, resi molto più frequenti e intensi dal cambiamento climatico in atto.

L’incremento progressivo del tasso di CO2 nell’atmosfera è alla base del riscaldamento globale. Nel 2024 è stata ufficialmente superata la soglia di 1,5 gradi in più di temperatura media annua rispetto all’era pre-industriale. «Abbiamo perso all’incirca un giorno rispetto alle “normali” date di vendemmia negli ultimi vent’anni - ha sottolineato Franco Meggio, Università di Padova - e gli stress multipli estivi, che ancora non comprendiamo fino in fondo, sono un problema concreto. In tale contesto, la tecnica viticola e la figura dell’agronomo assumono ruoli determinanti».

L’intervento del prof. Franco Meggio a Monastier (TV)

Il cambiamento climatico, come ha sottolineato Federico Spanna del Settore Fitosanitario Regione Piemonte, non influenza solo la fisiologia della pianta, ma può avere effetti negativi anche sulla fertilità del suolo, alterando gli equilibri tra forme diverse di sostanza organica e i cicli dei nutrienti, ma anche incrementando fenomeni di erosione. Le Regioni hanno l’obbligo di fornire agli agricoltori servizi e linee guida per gestire al meglio il mutato contesto colturale.

Il nodo della protezione delle colture

Se tra gli obiettivi della viticoltura rigenerativa vi è la salvaguardia della redditività delle aziende, questa non può prescindere da una protezione adeguata del vigneto da patogeni e parassiti. E al tempo stesso la difesa, se razionale e sostenuta dall’innovazione, può supportare il raggiungimento di obiettivi di rigenerazione.

Come ha sottolineato Tito Caffi (Università Cattolica S.C. di Piacenza), la difesa del vigneto dalle malattie fungine diventa sempre più complessa sia a causa del cambiamento climatico, che modifica il comportamento di pianta e patogeni, sia per la progressiva riduzione di sostanze attive autorizzate all’uso. Quelle rimaste, inoltre, sono spesso caratterizzate da meccanismi d’azione monosito, fortemente a rischio di insorgenza di resistenze. Risulta quindi fondamentale, ancor più di quanto lo fosse già in passato, intervenire solo se necessario e farlo nel momento giusto e col prodotto giusto, per non ridurre l’efficacia delle sostanze attive a nostra disposizione.

Bisogna quindi conoscere bene i prodotti e il loro miglior impiego. Vale per le molecole più “tradizionali” e a maggior ragione per le cosiddette biosolution, di più recente introduzione. Come gli induttori di resistenza, che possono essere di grande aiuto nel controllo degli stress ma che, come contropartita, richiedono alla pianta uno sforzo metabolico elevato. Tali prodotti non possono quindi essere applicati a calendario, ma solo in caso di effettiva presenza dello stress da controllare.

Per questi motivi Bayer ha investito nel suo sistema di supporto alle decisioni GrapeVision, che deve essere visto come un valido aiuto per il viticoltore e il tecnico che devono prendere decisioni strategiche in materia di difesa del vigneto. «I sistemi di supporto alle decisioni non si sostituiscono all’uomo, a cui rimangono le scelte tecniche, ma lo aiutano a prendere decisioni più razionali, grazie ad allerte che indicano il rischio di insorgenza di determinate malattie. Essi devono essere utilizzati per tutta la stagione produttiva e risultare di facile consultazione, pena la loro inutilità», hanno sottolineato Cesare Cangero e Silvano Locardi di Bayer Crop Science.

Grazie alla consultazione di GrapeVision, per esempio, è possibile applicare nel miglior modo possibile - in termini di timing e scelta delle sostanze attive - prodotti antiperonosporici come Melody Flex (a base di Iprovalicarb e Folpet), Mikal Premium (a base di Iprovalicarb, Folpet e Fosetil-Al) e Profiler (a base di Fluopicolide e Fosetil-Al). Gestire al meglio la difesa antiperonosporica significa contenere le infezioni primarie e potenzialmente diminuire i trattamenti successivi, limitando così il calpestamento del suolo e riducendo il consumo di acqua necessaria per i trattamenti: in ultima analisi, contribuendo al raggiungimento di obiettivi propri della viticoltura rigenerativa.

L'intervento di Marco Grandin a Monastier (TV)

Un nuovo concetto di confusione sessuale

Fare agricoltura rigenerativa significa valutare con occhio attento tutte le tecniche colturali adottate, eliminando quelle più impattanti sull’agroecosistema e al contempo sposando l’innovazione in grado di supportare la rigenerazione. La confusione sessuale per il biocontrollo dei parassiti, per esempio, evita che si calpesti il suolo con macchine e attrezzature necessarie per effettuare i trattamenti insetticidi.

Ma c’è di più. Vynyty Lobesia Pro Press, la soluzione Bayer Crop Science per la confusione sessuale di Lobesia botrana, in commercio dal 2025, ha apportato un’innovazione importante in questa tecnica. Il feromone è micro-incapsulato all’interno di un gel che viene applicato direttamente sul fusto della pianta tramite un innovativo dispositivo di distribuzione, una pistola brevettata, ad azione meccanica. Grazie alla sua formulazione, il feromone risulta stabile e il suo rilascio avviene in modo costante e controllato. Inoltre, l’attività del feromone di Vynyty Lobesia Pro Press non viene influenzata negativamente dalla pioggia o dalle alte temperature. Formulato solo con componenti di origine naturale e privo di plastica, Vynyty Lobesia Pro Press non lascia residui plastici in campo e si degrada naturalmente. L’assenza di plastica contribuisce inoltre a valorizzare i vigneti dal punto di vista estetico e paesaggistico, incrementandone la fruibilità enoturistica.

L’intervento di Cecilia Cavagnero ad Alba (CN)

Gli speaker Bayer intervenuti a “Rigenerare per crescere”

Massimo Abrigo, Tecnico commerciale Bayer Crop Science Cesare Cangero, Marketing Project Support Bayer Crop Science
Cecilia Cavagnero, Tecnico commerciale Bayer Crop Science
Marco Grandin, Tecnico commerciale Bayer Crop Science
Silvano Locardi, Grapes & Fruits Solutions Expert Bayer Crop Science
Greta Pignata, Communication and Regenerative Agriculture Expert Bayer Crop Science
Eleonora Spiazzoni, Agronomy Expert Fruits & Vegetables, Trials and Officials Coordinator

La viticoltura rigenerativa secondo Bayer - Ultima modifica: 2025-04-17T13:46:32+02:00 da Redazione

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome