I reimpianti e gli impianti di nuovi vigneti si eseguono tra l’autunno e la primavera, a seconda delle temperature: dove il clima è più rigido, è consigliabile l’impianto in primavera. Ma le temperature non sono l’unica discriminante, anche il contenuto di acqua dei suoli è fondamentale. Terreni siccitosi, o al contrario eccessivamente umidi, possono ridurre fortemente la percentuale di attecchimento.
L’importanza del riposo
In caso di reimpianto (vite che segue vite), il terreno andrebbe lasciato a riposo per almeno un anno, meglio se per due-tre anni. Scopo del riposo è la riduzione della carica di patogeni e parassiti presenti nel suolo, che in tale arco di tempo potrà essere semplicemente lavorato oppure seminato con essenze ad azione biocida (come per esempio alcune Brassicacee) o con essenze in grado di contrastare la diffusione di erbe infestanti.
I principi della concimazione di fondo del vigneto
La concimazione di fondo del vigneto è quella effettuata in fase pre-impianto, per arricchire di elementi nutritivi gli strati più profondi del suolo, dove le radici potranno nutrirsi una volta sviluppatesi e contribuire alla creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo delle radici stesse.
La concimazione di fondo deve supportare la nutrizione delle piante per un lungo periodo, per cui il rilascio di elementi nutritivi deve essere prolungato nel tempo. A questo riguardo, storicamente si è sempre consigliato di utilizzare letame e, oggi, si consigliano concimazioni a base organica o organo-minerale, o comunque a lento rilascio. Due elementi in particolare, Fosforo e Potassio, necessitano di essere distribuiti in profondità perché se distribuiti in superficie o lievemente interrati, faticheranno a raggiungere gli strati più profondi. Il Fosforo perché soggetto a fenomeni di retrogradazione a forme insolubili (fosfato bicalcico e tricalcico) e quindi immobilizzato, il Potassio in terreni argillosi, perché presenta scarsa mobilità.
Nutrire il giovane vigneto
All’impianto e nei primi anni di vita la nutrizione delle piante dovrà essere particolarmente curata, considerato lo scarso sviluppo dell’apparato radicale e le necessità di crescita della pianta. Da sottolineare l’opportunità di sfruttare all’impianto l’effetto benefico di alcuni microrganismi utili della rizosfera, simbiontici e non, in grado di incrementare la biodisponibilità degli elementi nutritivi - grazie alla mineralizzazione della sostanza organica e alla mobilizzazione di forme insolubili di Fosforo - e di creare un’ambiente più favorevole allo sviluppo della giovane pianta, anche dal punto di vista fitosanitario (per esempio esercitando azioni antagonistiche nei confronti di patogeni e parassiti tellurici).