Il debutto di R.I.V.E. ha registrato il consenso degli espositori, che hanno giudicato molto alta la qualità dei contatti avuti nei tre giorni di fiera. Cinque padiglioni espositivi su 17 mila metri quadrati coperti, 120 espositori con circa 200 marchi rappresentati, tre sale convegni e 20 eventi: ecco alcune delle cifre che descrivono un esordio più che positivo, che proietta la manifestazione direttamente alla prossima edizione.
Soddisfatto il presidente di Pordenone Fiere, Renato Pujatti, che ha confermato l’impegno dell’ente a trasformare questo appuntamento in un evento internazionale. “La nostra volontà - commenta - è quella di rilanciare e spingere il target di Rive più in alto, verso l’internazionalizzazione. Per questo motivo abbiamo deciso di mantenere la biennalità, spostandola però negli anni pari, in modo da non sovrapporci con SITEVI, la fiera di filiera di Montpellier, in Francia, programmata negli anni dispari. Sono dunque lieto di annunciare che la prossima edizione sarà nel 2018”. Francesco Terrin, coordinatore dell’area commerciale e marketing di Pordenone Fiere, ha dichiarato “Questi tre giorni sono stati positivi: gli espositori hanno dato degli ottimi feedback sulla qualità del contatto. Abbiamo voluto fortemente un evento come questo - continua Terrin - che in qualche modo recuperasse l’esperienza francese in questo campo, perchè in Italia non c’è un evento specifico di filiera. Abbiamo raccolto le indicazioni dei nostri espositori, e ne faremo tesoro per rendere R.I.V.E. un punto di riferimento internazionale per la filiera. L’appuntamento è per il 27-28-29 novembre del 2018” .
Un convinto plauso a R.I.V.E. è arrivato dall’assessore alle risorse agricole e forestali del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Shaurli, che ha commentato: “Le iniziative fieristiche sono quasi sempre importanti per il sistema regionale, ma devo dire che R.I.V.E. è proprio ciò che mancava. Perché è davvero ora che si valorizzi e capisca quanto è importante la filiera lunga della viticoltura nella nostra Regione; dalle barbatelle ai distillati, passando per tecnologie di cantina e vino siamo un'assoluta eccellenza europea ed internazionale. Certo per la qualità dei prodotti, spesso più conosciuti, ma anche per un indotto, per i nostri Istituti Agrari e Università, per una capacità tecnica e di ricerca e innovazione che ha pochi eguali nel mondo. R.I.V.E. mette al centro tutto questo, con l'esposizione ma anche con momenti di confronto di altissimo livello e giustamente rivendica questa nostra grande ricchezza che dovrebbe essere sempre anche un nostro grande orgoglio".
A R.I.V.E. la firma di un accordo di ricerca senza precedenti nel settore e, in anteprima, i dati di Wine Monitor sull’export italiano 2017 e sul posizionamento della Ribolla Gialla
Nell’ultima giornata di R.I.V.E. sono stati due i momenti salienti che hanno avuto luogo in Sala Enotrend: da una parte la firma di uno storico accordo tra le università e gli istituti di ricerca del Triveneto, dall’altra la presentazione in anteprima, nel corso del convegno “Da FVG a FRG. Il futuro del FVG passa dal futuro della ribolla gialla” dei dati sull’export italiano e di un report specificamente tarato sulla Ribolla Gialla, il tutto da elaborazioni di Nomisma Wine Monitor.
“Il 2017 - spiega Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor per Nomisma - si chiuderà con una ripresa dei consumi interni e una crescita dell’export intorno al 6%, che ci avvicinerà ai 6 miliardi, pur senza superarli. A settembre 2017 il consumo di vino in GDO è cresciuto del 3% a valore e dell’1,2% in volume: questo riflette concretamente la ripresa economica che sta interessando il nostro Paese”.
Continua la flessione dei consumi in Italia, con alcuni prodotti in netta controtendenza, tra cui gli spumanti, con il Prosecco in testa, e in generale vini bianchi, tra cui l’emergente promessa della Ribolla Gialla, che nel 2016 ha registrato una crescita del 31% nelle vendite nella GDO, risultando la prima denominazione in Italia, e il trend di crescita continua serrato anche nel 2017. Proprio su questo vitigno e sul vino che se ne produce Wine Monitor ha presentato in anteprima a Rive uno studio mirato a capire il posizionamento del prodotto sul mercato italiano, analizzandolo sia dal lato del consumatore, sia da quello del ristoratore. I risultati sono a dir poco lusinghieri nei confronti della Ribolla Gialla: “Il tasso di penetrazione che abbiamo misurato - spiega Pantini - è del 32%, quindi molto alto in rapporto al numero di bottiglie prodotte. é stato estremamente interessante notare come la Ribolla Gialla risulti essere il vino preferito da millennials (18-35) e generazione X (35-55), ossia le fasce che sosterranno il consumo di vino nei prossimi anni”.
L’accordo firmato oggi a R.I.V.E ha coinvolto 7 tra università ed enti di ricerca sulla vite e sul vino del Triveneto, che hanno dichiarato il loro comune impegno verso lo sviluppo di un progetto di ricerca dal titolo “Viticoltura 4.0”. I firmatari sono le Università degli studi di Padova, Verona e Udine, la Libera Università di Bolzano, l’IGA di Udine, la FEM di San Michele all’Adige e il CREA di Conegliano. La ricerca verterà sui temi del rinnovo della piattaforma varietale e del miglioramento delle tecniche di coltivazione della vite, con l’obiettivo primario di ridurre l’impatto ambientale. L’accordo è preliminare ad una raccolta di fondi che vedrà tutti gli stakeholder, pubblici e privati, coinvolti nel finanziamento di un piano di lavoro di durata quinquennale.
Le prospettive della nuova Doc Delle Venezie sul Pinot Grigio, le banche del vino e gli altri eventi
Nel corso della mattinata del 14 dicembre Sala Enotrend ha ospitato il convegno “Pinot Grigio: l’unione fa la forza. Percorsi di successo per la nuova DOC”: nell’anno della prima vendemmia della DOC Delle Venezie, esperti, operatori di settore, produttori si sono confrontati sulle prospettive di una delle DOC più grandi d’Europa, che ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo decisivo nella promozione del prodotto enologico made in Italy. La conferma del potenziale economico del Pinot Grigio è arrivata anche dall’autorevole voce del professor Eugenio Pomarici, professore associato Dipartimento di Territorio e Sistemi Agro-Forestali (Università di Padova), che ha spiegato “si tratta di una produzione che ha massa critica, è supportata da una comunità di produttori estremamente esperti e dà vita ad un prodotto che continua ad avere fortuna sul mercato. Tutti questi fattori, uniti al nuovo assetto della filiera, più strutturato grazie alla Doc e al Consorzio, fanno sì che il Pinot Grigio possa sviluppare un vantaggio competitivo crescente, aumentando il valore generato sia per i produttori sia per l’intero territorio del Triveneto”. Nel corso del convegno Albino Armani, presidente del Consorzio di Tutela della Doc Delle Venezie, ha parlato di un aumento esponenziale delle richieste di certificazione da parte dei produttori, segno di una fiducia e di un’attesa forte del mondo produttivo nei confronti della denominazione. “Ad appena due mesi dalla vendemmia - ha commentato - abbiamo già ricevuto richieste per la certificazione di 150mila ettari di Pinot grigio Delle Venezie. Un’ulteriore conferma che siamo sulla strada giusta e che i mercati internazionali stanno guardando con grande interesse alla nostra denominazione”.
Delegazioni da Croazia e Ungheria in visita a R.I.V.E.
Si è conclusa con successo la visita a R.I.V.E. della delegazione croata e ungherese composta da 12 operatori del comparto vitivinicolo e coordinata da ConCentro –Azienda Speciale della Camera di Commercio di Pordenone, in qualità di partner della rete europea Enterprise Europe Network. Gli operatori esteri, selezionati dalla Camera di Commercio di Pola e dalla Camera di Commercio ungherese, oltre ad aver partecipato ad un intenso programma di workshop settoriali e degustazioni, hanno incontrato diversi espositori della rassegna e con alcuni di essi sono state poste le basi per future collaborazioni commerciali. Particolarmente apprezzata la visita a VCR Vivai Cooperativi Rauscedo, una realtà di eccellenza del nostro territorio, durante la quale è stata presentata la preparazione delle barbatelle esportate a livello mondiale e la continua ricerca di nuove varietà e cloni attraverso una degustazione guidata di vini ottenuti da microvinificazioni realizzate annualmente nella Cantina Sperimentale. Il delegato ungherese, professor Tibor Gonda dell’Università di Pecs e membro dell’associazione Pécs-Mecsek Wine Route, si è dichiarato molto soddisfatto della qualità dei contatti avuti in fiera ma soprattutto colpito dalla realtà vitivinicola del Friuli Venezia Giulia sia per quanto riguarda la spinta innovativa delle tecnologie di questo comparto, sia per quanto riguarda la produzione di vini di eccellenza grazie alle caratteristiche pedoclimatiche del territorio.