Per il secondo anno consecutivo le bollicine trentine della Ferrari trionfano a The Champagne & Sparkling Wine World Championships conquistando il titolo di Sparkling Producer of the Year 2021.
Dopo l’eccezionale riconoscimento che ha sbaragliato i temibili concorrenti della Champagne, abbiamo posto alcune domande al Presidente di Cantine Ferrari e amministratore delegato del Gruppo Lunelli, Matteo Lunelli.
Apprezzamenti per tutta la gamma
Presidente è sorpreso da questo ripetersi di eccezionali riconoscimenti?
«Siamo davvero felici e onorati – risponde Lunelli - di questo fantastico risultato che conferma la straordinaria vocazione del nostro Trentino e della sua viticoltura di montagna per la creazione di bollicine di eccellenza».
«Ci riempie di orgoglio, inoltre, il fatto che siano stati premiati con la medaglia d’oro non solo i nostri millesimati e le riserve delle Casa ma anche i nostri Trentodoc non millesimati come il Ferrari Brut e il Ferrari Maximum Blanc de Blancs, le due etichette più rappresentative e più importanti per noi, anche in termini quantitativi».
«Queste medaglie e il titolo di Sparkling Wine Producer of Year dimostrano la qualità di tutta la nostra gamma e sono coerenti con la filosofia che ispira tutto il nostro lavoro: l’eccellenza non è un atto ma deve essere un’abitudine ed è il risultato di tanti piccoli gesti e passi compiuti con cura e passione da tutto il team, dalla campagna alla cantina».
La Formula 1 del bere
Qual è il segreto che porta costantemente la “Ferrari” del bere a girare molto meglio della Ferrari a 4 ruote?
«Prima di tutto frequentare il circus della Formula 1 mi ha portato ad ammirare la Ferrari ancor di più; sono certo che il prossimo anno sarà anche molto più competitiva e avremo tante occasioni per vedere Ferrari Trento e la Scuderia Ferrari insieme sul Podio».
«Ma venendo a noi… Il segreto, come dicevo prima, è il territorio, sono le nostre montagne e, poi, le persone che lavorano con noi: un team competente, affiatato, che condivide valori comuni e la passione per creare queste bollicine da oltre un secolo».
Qualità fa rima con sostenibilità
Tutte le aziende agricole del gruppo Lunelli sono certificate biologiche. Pensa abbia inciso anche questo nella valutazione dei vostri Trentodoc?
«Non penso che abbia inciso nel giudizio anche perché si tratta di degustazioni alla cieca, ma per noi è molto importante e riteniamo che sia un fattore a cui i nostri clienti e appassionati daranno sempre maggiore attenzione».
«Puntiamo a conciliare l’obbiettivo di ottenere uve di eccellenza con quello di tutelare l’ambiente e la salute di chi lavora in campagna. La sostenibilità è un valore fondamentale e, inoltre, abbiamo sperimentato che la viticoltura biologica ha anche un effetto positivo sulla qualità delle nostre uve perché ci impone di ricercare un maggiore equilibrio nel vigneto».
Il presagio del fondatore
Secondo Lei questo riconoscimento con 12 medaglie d’oro e 8 d’argento al più importante concorso a livello mondiale con oltre 1000 etichette in concorso consacra il Trentino in quella intuizione di Giulio Ferrari, di una delle zone più vocate alle bollicine di alto lignaggio?
«Assolutamente sì. Deve essere motivo di orgoglio per tutti noi perché è davvero un grande successo per il Trentodoc e per il nostro territorio. Alle pendici dei nostri monti c’è un ambiente ideale per coltivare uve Chardonnay e Pinot Nero base spumante».
«Mi piace dire che nel Trentodoc c’è la freschezza della neve delle nostre montagne, ma anche il calore del sole del Mediterraneo. Nel corso dell’estate, infatti, di giorno i nostri vigneti sono baciati dal sole, mentre la sera l’aria fresca scende dalla cima delle montagne e la forte escursione termica è cruciale per ottenere un’adeguata maturazione aromatica, mantenendo un’acidità bilanciata. Questo dona alle nostre bollicine eleganza, finezza e anche longevità».
Il brindisi della concordia al G20
I grandi del mondo riuniti a Roma per il G20 hanno brindato con i vostri prodotti e questa politica di marketing di essere sempre scelti fra i fornitori ai grandi vertici, questa volta anche con i vini fermi e la cedrata Tassoni è pagante?
«Penso che negli anni, essere stati il brindisi di importanti eventi del mondo delle istituzioni abbia giovato al prestigio del nostro marchio contribuendo, in particolare, a fare di Ferrari il brindisi degli italiani per eccellenza. Ci fa piacere che i grandi della terra sperimentino le nostre creazioni: e siamo felici che ci sia anche la Cedrata Tassoni che è entrata recentemente a far parte del Gruppo Lunelli. A Roma ho avuto personalmente il piacere di omaggiare di una selezione dei nostri Trentodoc a tutti i Capi di Stato».
Questo riconoscimento nel momento dei grandi acquisti per le festività di fine anno potrà influire sulla domanda?
«Ce lo auguriamo. Intano siamo molto felici di come stanno andando le cose. Incrociamo le dita ma, ad oggi, stiamo assistendo ad una forte ripresa e le nostre vendite sono addirittura superiori al 2019 che per noi fu un anno record. Direi che il marchio Ferrari e il Gruppo in generale stanno andando molto bene e oltre ogni attesa».