«L’enoturismo non è più solo sinonimo di degustazione delle produzioni vinicole locali».
«Si tratta di una modalità di fare turismo che abbina alla passione per il vino la volontà di conoscere luoghi e persone e, al tempo stesso, la ricerca di un benessere olistico, in contesti ambientali di pregio».
Parola di Roberta Garibaldi, amministratore delegato di Enit (Agenzia nazionale del turismo), che ha fornito a riguardo dati aggiornati in occasione del 75° Congresso nazionale Assoenologi. I turisti italiani ritengono che la visita alle cantine sia un’opportunità di arricchimento culturale (63%, +6% rispetto al 2019), di entrare in contatto con l’identità, le tradizioni e la cultura del luogo che stanno visitando (59%, +7%).
Le preferenze degli enoturisti
La scelta non ricade solo sulle aziende rinomate ma si allarga alle piccole realtà familiari, con il 57% degli italiani che vorrebbero visitarle (+7%). Alla dimensione culturale si aggiunge quella del benessere: sono il 58% i turisti italiani a cui piacerebbe trovare in cantina opportunità per rigenerarsi, riprogrammare le proprie abitudini e adottare uno stile di vita più sano.
Assaggi e acquisti
L’acquisto di vini (indicato dal 73%), la degustazione (71%) e l’assaggio di piatti ricercati in abbinamento alle produzioni dell’azienda (67%) sono le proposte più gradite; a seguire fare degustazioni al tramonto, cenare nei vigneti, avere l’opportunità di conoscere i processi di produzione della cantina. Fra le attività che ricevono il gradimento maggiore rispetto al 2019 vi sono i wine club (+12%), le proposte dedicate ai più piccoli (+10%), attività sportive e artistiche nei vigneti (+10%).
