Il Consorzio Vignaioli del Trentino da 35 anni rappresenta uno dei fattori di vivacità di questo settore. Le aziende associate sono 65. Alla presidenza da pochi mesi si trova Clementina Balter.
Leggi anche:
Il Trentino e i suoi vini: bianchi, rossi e soprattutto green
Trentino, sostenibilità e giovani al centro
Un impegno che va in quattro direzioni
I Vignaioli del Trentino si riconoscono in quattro valori: artigianalità, territorialità, qualità e sostenibilità. I consumatori apprezzano questo impegno?
C’è molto fermento – riconosce Balter - intorno al mondo del vino e dei Vignaioli nello specifico. Lo sviluppo negli ultimi anni dell’enoturismo porta gli appassionati direttamente nelle cantine dove possono vedere con i propri occhi il nostro lavoro artigianale riconoscendo così in prima persona i valori che ci contraddistinguono e che ci guidano quotidianamente nel nostro lavoro.
Come ha tenuto il settore in questi 2 anni?
Il periodo è stato complicato e lo è tuttora, perché alle (calanti) incertezze legate al Covid si sono aggiunte quelle (crescenti) legate alla situazione geopolitica, al costo dell’energia e quello delle materie prime. Sono stati anni altalenanti a causa degli stop forzati del settore ho.re.ca con anche però momenti di ripresa molto intensi. Avere molta flessibilità mentale è stato fondamentale per affrontare i cambiamenti repentini dei ritmi di lavoro dal punto di vista commerciale mentre la campagna ha chiaramente seguito i suoi ritmi naturali. Nonostante tutto, e anche grazie agli aiuti sopraggiunti, si può dire che il settore ha retto l’urto.
Vendita diretta sì, ma coordinata
Da circa un lustro cavalcate l’esperienza della vendita diretta coordinata dalla vostra sede. Qual è il bilancio di questa iniziativa?
Il nostro Consorzio è cresciuto molto negli ultimi anni sviluppando un’importante competenza e professionalità nel servizio di consulenza ai soci. Il nostro è un settore particolare, che va dall’uva al bicchiere, e le incombenze per le Aziende sono molte. Aver sviluppato un servizio di consulenza specifica per i Vignaioli è stato fondamentale. Dallo scorso anno siamo inoltre responsabili della gestione della Segreteria nazionale della FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti che conta quasi 1400 soci.
Il nodo del prezzo adeguato
Il vostro obiettivo principale è sempre stato quello della qualità, da valorizzare attraverso prezzi adeguati.
L’attenzione e la voglia di conoscenza degli appassionati del mondo del vino è in costante aumento negli ultimi anni e questo porta ad una maggiore riconoscibilità della qualità dei nostri vini e dell’impegno che comporta produrli con la filosofia vignaiola. In questo senso la clientela è disposta a pagare un prezzo adeguato per il nostro lavoro e per i nostri prodotti artigianali.
La compattezza è un valore anche per i piccoli produttori? Come vi presentate al prossimo Vinitaly?
A partire dal 2016 circa venticinque Vignaioli partecipano al Vinitaly nel pad. 8 nell’area collettiva della FIVI, tutti insieme in un blocco Trentino, insieme ad altre centinaia di Vignaioli italiani. Qui stiamo riuscendo a dare rappresentanza sia alla nostra anima artigianale che al nostro attaccamento territoriale. Noi trentini siamo tra i fondatori di FIVI, che sempre di più riesce a dare rappresentanza e valore al nostro essere artigiani di territorio. Peraltro da pochi giorni alla guida di FIVI c’è il “nostro” Lorenzo Cesconi, che è stato per 8 anni Presidente di questo Consorzio.