La retromarcia dell'e-commerce del vino, già segnalata al recente "Forum Wine Monitor", trova ulteriore conferma nei dati dell'Osservatorio Uiv-Ismea su base Ismea-Nielsen IQ, che monitora sia le vendite online dei retailer che quelle di Glovo, Amazon e similari sul web, per i quali il calo è stato meno vistoso ma comunque significativo.
Il 2022 si è chiuso con un calo del 15% nei volumi e addirittura del 23% nei valori.
Durante il lockdown l'online era cresciuto del 250%
Un risultato negativo che era in parte atteso dopo che, in pieno lockdown, tra il 2019 e il 2021, si era registrata una crescita del business online in Gdo e in alcune tra le principali piattaforme digitali di vendita addirittura del 250%.
Per certi versi è stato un veloce ritorno alla normalità, dopo la contingenza dell'anomalia pandemica che aveva visto entrare in crisi, non solo nel settore del vino, i mercati tradizionali.
Un assestamento che va ora consolidato
Da Unione italiana vini osservano che, comunque, anche con lo stop del 2022, rispetto al pre-Covid, in 2 anni il business del vino online è triplicato nei suoi volumi e che adesso è in una fase nella quale si dovrà assestare e consolidare.
"Bisogna lavorare sempre più sulla qualità più che sulla quantità", ha commentato all'Ansa il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, "con le referenze non potranno riflettere solo quelle che si trovano sugli scaffali".
Non è servito neppure abbassare i prezzi
Certo è, rileva l'Osservatorio, che la discesa c'è stata, e a poco è servito abbassare i prezzi: l'e-commerce è stato l'unico tra i canali retail a diminuire i listini in tempi di inflazione, in media del -9,5%.
Secondo le elaborazioni del campione Nielsen, nel 2022 le vendite online sono state di 10,2 milioni di bottiglie per un controvalore di quasi 52 milioni di euro. Poco in confronto ai volumi della Gdo (1 miliardo di bottiglie), tanto se si considera, come detto, che nel 2019 gli ordini online erano 3 volte di meno.