Cavit, schizza il fatturato dopo il rientro di Lavis

Lorenzo Libera, presidente di Cavit
Bilancio chiuso a +9,5% nonostante l’impatto della crisi sanitaria. Il presidente Libera: «Frutto delle diversificazioni di prodotto e di mercato». Il Dg Zanoni: «Crescita netta nelle vendite Oltreoceano»

Nonostante la pandemia che ha bloccato molti canali di consumo durante il lockdown anche del vino, Cavit naviga in buone acque.

Undici più due

Nell’assemblea annuale in format digitale nel rispetto della normativa anti Covid, con la presenza fisica dei soli 11 presidenti delle cantine associate (più presidente e direttore generale di Cavit), mentre tutti i membri dei rispettivi Cda hanno seguito l’assemblea in diretta streaming, è stato approvato all’unanimità il bilancio in netta crescita da parte degli 11 soci.

Il bilancio chiuso il 31 maggio ha registrato un incremento del 9,5% sull’esercizio precedente. Il fatturato è stato pari a 209.7 milioni di euro contro i 191,4 dell’esercizio precedente, ma va rilevato che negli ultimi 5 mesi dell’esercizio, da gennaio a maggio 2020, era rientrata fra i soci a tutti gli effetti la Cantina Lavis.

Conferimenti premiati da ottime liquidazioni da parte di Cavit

Liquidazioni a gonfie vele

La cosa che più interessava gli oltre 5.250 soci era la liquidazione che Cavit avrebbe fatto alle cantine socie. Ebbene, questa è stato di 97 milioni, con un netto aumento del prezzo di tutti i vini conferiti. Va notato che nei conferimenti si va da una media dell’80% della produzione fino ad oltre il 90% di alcune cantine nella percentuale di vino venduto da Cavit.

Impossibile dare un prezzo medio per quintale per le troppe variabili alle quali i prezzi sono soggetti: varietà, qualità, zona di produzione, categoria nella quale è inserito il vigneto, ecc. Ma che l’aumento del prezzo liquidato a quintale sia stato netto lo dimostrano i prezzi annunciati dalle varie cantine sociali che hanno già redatto il loro bilancio sulla base dei dati di quello di Cavit.

Un lieve calo si è registrato per il consolidato dovuto al fatto che è stato rivisto a valori più aggiornati.

Il raddoppio del Trentodoc

Un aspetto molto importante è il peso sempre maggiore assunto dal Trentodoc che è passato in 10 anni da poco più di 9 milioni di fatturato a quasi 20 dell’ultimo esercizio.

Enrico Zanoni, direttore generale di Cavit

Nonostante il lockdown grazie all’ottima ripresa dell’estate e nonostante le incognite dell’ultima parte dell’anno, anche questo sarà un anno con il segno più. In ambito spumantistico vanno ricordati anche i risultati positivi di Kessler Sekt che, malgrado la forte flessione del canale elettivo del brand rappresentato dal settore Horeca, ha visto il fatturato aumentare dello 0,5% arrivando a superare i 9,5 milioni di euro di fatturato.

«L’ottimo risultato di bilancio - hanno ricordato il presidente Lorenzo Libera e il direttore generale Enrico Zanoni-, è frutto della grande diversificazione che l’azienda ha saputo realizzare: diversificazione di prodotto, con tutti i prodotti della piramide, dei canali di vendita, dei paesi in cui il prodotto viene esportato ecc». «Certo - ha affermato Libera nella conferenza stampa seguita all’assemblea-, la migliore remunerazione si traduce in una migliore liquidazione del prodotto conferito ai soci».

Il ritorno di Lavis

Positivamente è stato valutato anche il ritorno in Cavit della Lavis, un’operazione ha affermato il direttore resa possibile dalla solidità della posizione finanziaria netta del Gruppo che, anche nel bilancio 2019-2020, si mantiene ampiamente positiva arrivando al 31 maggio 2020 a 14,8 milioni di euro, pure a fronte dell’impiego di risorse per l’acquisizione dei nuovi asset, che riguardano le società di proprietà della Lavis come Casa Girelli, Cesarini Sforza spa nonchè il controllo della società commerciale G.I.V. srl.

Crescita Oltreoceano

Per la commercializzazione un ruolo centrale per Cavit lo ha l’export che rappresenta più dell’80% del fatturato. Vi sono state variazioni marginali ma nonostante il periodo di chiusura causa pandemia anche l’export si è salvato. «Sul mercato Usa - afferma Zanoni - che è il più importante per il Gruppo, abbiamo registrato ottimi risultati segnando una crescita netta della quota di mercato».

Il canale della distribuzione moderna (il cosiddetto “off trade”) è stato il driver di crescita anche per tutti gli altri mercati di esportazione, come Spagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Svezia, Danimarca, Germania, UK, Repubblica Ceca, Russia, Lituania, Svizzera e Austria. Mentre i consumi in casa sono stati stabili o in lieve aumento a compensazione, almeno parziale, del calo generalizzato del “fuori casa”.

Cavit, schizza il fatturato dopo il rientro di Lavis - Ultima modifica: 2020-11-27T22:22:48+01:00 da Lorenzo Tosi

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