Continua a volare il segmento spumanti ma, almeno nei primi mesi 2017, vola basso rispetto alle attese. Nonostante l’export del primo trimestre abbia comunque segnato un saldo positivo, il trend dei volumi sembra infatti sofferente e in calo in confronto agli incrementi a due cifre registrati nello stesso periodo dell’anno precedente, cioè gennaio-marzo 2016. Il Prosecco – che dal 1° gennaio 2017 è contrassegnato da un proprio codice di nomenclatura combinata – fa da padrone sui mercati internazionali: il 55% della quantità di spumante (384 mila ettolitri su quasi 700 mila) complessivamente venduto all’estero nel trimestre è infatti Prosecco, con punte che superano il 75% se si considera il solo mercato britannico. In termini generali, secondo i dati Istat, l’intero comparto spumante ha registrato nel primo trimestre 2017 un incremento dell’export pari a +12,5% (pari a circa 80 mila ettolitri in valore assoluto), +7,4% se si considerano i soli confini Ue. Una performance in calo rispetto ai precedenti record, considerando che nel primo trimestre 2016 il comparto spumante registrò un incremento in termini di volume rispettivamente pari a +46,7% e +28,1% a livello intra-Ue. Stesso trend se si considera il solo sotto-insieme Dop, la tipologia di maggiore successo commerciale, che rappresenta il 75% delle vendite all’estero e nell’ambito della quale il Prosecco pesa per i ¾ del volume. A seguire (a distanza) i vini spumanti comuni con 130 mila ettolitri di export nel primo trimestre, +9% rispetto al periodo gennaio-marzo 2016, e per oltre la metà destinati in Francia e Germania. Spumanti Igp e varietali invece poco rappresentativi sul totale spumanti con 45 mila ettolitri (6% delle vendite fuori Italia) ma segnali commerciali di interesse provengono da Russia e Cina dove, nonostante numeri assoluti ancora marginali, si sono registrati incrementi percentuali apprezzabili. Nel complesso buoni incrementi in Cina, nonostante gli ampi margini di miglioramento: dei quasi 10 mila ettolitri venduti, circa la metà dei volumi è rappresentata da spumanti Dop ma qui il Prosecco conta poco più del 4%. Un andamento, quello registrato nel primo trimestre 2017, che spinge ad alcune riflessioni rispetto all’impostazione del sistema sparkling, come detto fortemente rappresentato (e quindi influenzato) dal Prosecco, il cui mercato è però fortemente concentrato, dato che quasi il 70% dei volumi complessivi (260 mila su 384 mila ettolitri) è destinato in UK e USA, per un controvalore di oltre 98 su 148 milioni di euro. Un ulteriore approfondimento sul’evoluzione del mercato degli sparkling italiani, nel nostro Paese e all’estero, sarà pubblicato sempre a firma di Stefano Sequino nel fascicolo 5/217 (Luglio) di VVQ.
Bene, ma meno bene quanto si fece nel I trimestre 2016
Primo trimestre 2017: frena l’export dei vini spumanti
Il Prosecco vola sempre alto