Mercati in stallo, ma c’è una svolta per Doc e Igt

Inflazione e congiuntura economica sfavorevole riducono i consumi di vino in tutto il mondo. È quanto emerge dalla X edizione del Forum Wine Monitor di Nomisma. Denis Pantini: «L’export è in calo così come i volumi di vendita in Italia: il 2023 rischia di essere annoverato tra i peggiori anni per il vino italiano». Paolo De Castro: «Novità positive per i produttori italiani dalla chiusura dei negoziati sul nuovo regolamento europeo in tema di indicazioni geografiche, Dop e Igp».

Gli effetti della crisi si fanno sentire anche nel mondo del vino. Nei primi otto mesi di quest’anno, le quantità di vini fermi e frizzanti italiani acquistati nei top 12 mercati internazionali (quelli che, per capirci, pesano per oltre il 60% sulle importazioni mondiali di vino) risultano in calo dell’8%.

Stessa sorte tocca agli spumanti, la categoria che nell’ultimo decennio era invece cresciuta senza soluzione di continuità, che fanno segnare uno speculare -9%.

Nei primi otto mesi dell’anno, quasi tutti i principali mercati internazionali evidenziano un calo nell'import di vino : dagli Stati Uniti alla Germania, dal Regno Unito al Giappone.
L’export italiano, dopo anni di forte crescita, perde così poco più dell’1% a valore e quasi il 2% nel volume di vino esportato, con riduzioni più elevate nel caso dei vini fermi e frizzanti imbottigliati (-5% nelle quantità). E gli altri competitor? Per quanto il calo risulti generalizzato, alcuni (pochi per la verità) paesi esportatori vanno in controtendenza.

Tra questi figura la Nuova Zelanda che, in barba alla crisi dei consumi, aumenta il proprio export di vino di quasi l’8% a volume e del 4% a valore, con incrementi nelle esportazioni di vini fermi imbottigliati che riguardano anche gli Stati Uniti, il nostro primo mercato di export (a valore) dove invece le vendite di vini italiani stanno soffrendo.

Ma cos’hanno “sti” neozelandesi che noi non abbiamo?

L’evento di Bologna

Note negative emerse il 26 ottobre a Bologna in occasione della decima edizione del Forum Wine Monitor di Nomisma. Oltre alla presenza di Denis Pantini, responsabile Agrofood e Wine Monitor e degli altri esperti del team Wine Monitor di Nomisma, al Forum sono intervenuti Paolo De Castro, Presidente del Comitato Scientifico di Nomisma, Federico Zanella, Presidente & Ceo di Vias Imports Ltd Ltd, Lamberto Frescobaldi, Presidente Marchesi Frescobaldi ed Ettore Nicoletto, Presidente & Ceo di Angelini Wines & Estates.

Il “tradimento” degli Stati Uniti

Le variazioni negative per il nostro export descritte da Pantini sono in linea con la media del mercato, con un trend negativo che risparmia pochi Paesi esportatori e che vede anche il nostro primo mercato di sbocco a valore, gli Stati Uniti, ridurre le importazioni dall’Italia del 13%.

«Nel mercato statunitense – evidenzia Pantini - tutti i principali esportatori di vino soffrono a causa di una riduzione nella capacità media di spesa dei consumatori».

«Solo la Nuova Zelanda, con il suo Sauvignon blanc, non sembra conoscere crisi, mettendo a segno una crescita delle esportazioni di oltre il 20% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».

Caccia al risparmio sugli scaffali nazionali

Non va meglio sul mercato nazionale. Le vendite di vino nel canale retail flettono – nel cumulato fino a settembre - di un calo superiore al -2% a volumi, con riduzioni più elevate in Gdo nel caso dei vini fermi (-3,8%). Crescono solamente gli acquisti di spumante (+2,3%) ma il dato nasconde un effetto “sostituzione” che vede aumentare gli spumanti generici (più economici) a scapito di quelli a denominazione, Doc e Docg.

Purtroppo, anche le previsioni sui comportamenti di consumo degli italiani per i prossimi 6 mesi – dedotte da una specifica Consumer Survey condotta da Nomisma e commentata durante il Forum assieme ad Ettore Nicoletto, Presidente & Ceo di Angelini Wines & Estates – non sono positive: al netto di chi non modificherà gli acquisti di vino rispetto alla situazione attuale (almeno 6 italiani su 10, ma nel contesto di una generalizzata riduzione dei consumi), c’è un 16% di consumatori che prevede di ridurli, nell’obiettivo di risparmiare sulla spesa in generale.

Il peso dell’indebitamento

In questo scenario così complesso e incerto, sono soprattutto le piccole imprese vinicole a soffrire di più, anche a causa di una situazione finanziaria interna sovente minata da pesanti indebitamenti che rischiano di esplodere in conseguenza della stretta in atto sui tassi di interesse applicati.

Basti pensare, infatti, che per le società di capitale con fatturato fino a 10 milioni di euro, gli oneri finanziari sull’Ebitda vanno dall’11% per le imprese tra 2 e 10 milioni di euro, al 37% per quelle con fatturato inferiore. Ma per quanto piccole, stiamo parlando di realtà che rappresentano l’85% del tessuto imprenditoriale del settore vinicolo, a cui sono riconducibili quasi il 50% degli addetti occupati.

E le cantine tagliano i costi

Ma non è solo una questione di struttura finanziaria. Da un’indagine svolta da Wine Monitor sulle imprese vinicole italiane è infatti emerso come tra le esigenze ritenute prioritarie per affrontare le sfide dell’attuale scenario congiunturale figurino la pianificazione strategica, l’ottimizzazione dei processi produttivi e l’internazionalizzazione.

Stop alle usurpazioni delle denominazioni online

Un aspetto positivo che emerge dalle riflessioni condivise in occasione del Forum Wine Monitor è rappresentato dalla chiusura dei negoziati sul nuovo regolamento europeo in tema di indicazioni geografiche, Dop e Igp.

Come dichiarato da Paolo De Castro, Presidente del Comitato Scientifico di Nomisma e relatore per il Parlamento Europeo della riforma «con questo nuovo regolamento, i vini italiani a indicazione geografica potranno godere di una maggiore tutela dalle evocazioni sul mercato europeo».

«E questo vale anche nel panorama dei domini internet con un sistema di geoblocking immediato, mettendo fine ai tentativi di imitazione che periodicamente emergono ai danni delle nostre eccellenze enoiche».

«In altre parole, verranno eliminate una volta per tutte quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle denominazioni, dato che le richieste di registrazione di menzioni tradizionali, come quella del Prosek, non potranno più essere prese in considerazione in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp».


OltreOceano evaporano gli sparkling

Peggiora il bilancio delle importazioni di vino negli Stati Uniti per i primi 8 mesi di quest’anno.

Gli acquisti dall’estero calano del 7% a valore a fronte di una riduzione del 13% nelle quantità. Soffrono maggiormente gli sparkling ( -11% sempre a valori), limitano le perdite i fermi e frizzanti (-4%), grazie soprattutto ad una Nuova Zelanda che non conosce crisi con il suo Sauvignon blanc (+22% rispetto allo stesso periodo del 2022).
Soffrono invece i vini italiani (-13% gli acquisti di vini fermi e frizzanti, -8% quelli di spumanti).

La Francia cala nell’export di spumante (-13%) ma cresce – a valori- in quello dei fermi (+7%), sebbene sul fronte delle quantità il calo non risparmia nessun esportatore (a parte i “soliti” neozelandesi che, oltre a crescere a valore, aumentano anche a volume).
Dopo una sensibile ripresa negli acquisti che aveva visto nel quinquennio 2017-2022 un aumento di oltre il 30% delle importazioni dall’Italia (con crescite superiori in alcuni Stati Federali come Pennsylvania e Connecticut, vedi mappa allegata al post) l’anno in corso mostra una forte battuta d’arresto.


Wine monitor Consulting, il nuovo servizio di Nomisma “per trovare il bandolo della matassa”

Partendo dall’esigenza di fornire risposte concrete e un supporto qualificato alla crescita delle imprese italiane del vino, Nomisma ha deciso di lanciare Wine Monitor Consulting.

«Grazie alle conoscenze di mercato - dichiara Marco Govoni, Head of Consulting in Nomisma - e alla competenza maturata nel settore in oltre dieci anni di attività, a un patrimonio informativo unico per profondità e completezza, al network sviluppato con distributori, operatori commerciali e finanziari e top manager, Nomisma è in grado di affiancare le imprese del settore nel loro percorso di crescita, dall’elaborazione del piano strategico di sviluppo fino alla sua esecuzione, supportando l’effettiva messa a terra delle azioni previste».

Nello specifico, il team di Wine Monitor Consulting garantisce un supporto qualificato e continuativo nelle fasi intermedie di sviluppo e nel project management necessario all’attuazione di ogni tipologia di intervento, quali percorsi di internazionalizzazione, ottimizzazione dei processi produttivi e organizzativi, digitalizzazione...

Mercati in stallo, ma c’è una svolta per Doc e Igt - Ultima modifica: 2023-10-27T14:07:05+02:00 da Redazione

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