In Cina domanda di vino italiano in evoluzione

60 le aziende italiane partecipanti, per un totale di oltre 600 etichette, alla sesta edizione del Vinitaly China Roadshow che ha toccato Pechino, Changsha e Hangzhou

Nell’ultimo semestre il prezzo medio del vino italiano nel Paese del Dragone ha avuto un incremento tendenziale del 32%; prevista una crescita dei consumi nei prossimi 15 anni di 4,1 milioni di ettolitri

Si è chiusa venerdì scorso a Pechino la sesta edizione del Vinitaly China Roadshow, il primo evento dell’anno dedicato alla promozione del vino italiano nella capitale cinese, che apre ufficialmente il calendario internazionale di Veronafiere e lancia, dopo il successo della scorsa edizione, il Vinitaly in programma dal 14 al 17 aprile 2024.

Tappa a Pechino, Changsha e Hangzhou

Fino al 15 settembre, infatti, il Tricolore è stato issato sul format fieristico di promozione del Made in Italy enologico che, oltre a Pechino ha coinvolto altre due città emergenti: Changsha, tra le principali destinazione del turismo interno, e Hangzhou, la città dell’acqua narrata da Marco Polo e sede della prossima XIX edizione dei Giochi Asiatici che si apriranno il 23 settembre.

Il Roadshow non si è fermato neppure con il Covid

“Il Roadshow – ha sottolineato in apertura il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo - è l’unico evento a non essersi fermato nemmeno durante gli anni del Covid. La sua formula, orientata al business e alla comunicazione, lo accredita come principale appuntamento del vino italiano in Cina, grazie anche alla pluriennale collaborazione con il ministero degli Affari esteri, l’Ambasciata e i Consolati, la Commissione italiana per il Commercio estero e Ice-Agenzia”.

60 aziende italiane partecipanti e 600 etichette

Sono state 60 le aziende italiane partecipanti al Vinitaly China Roadshow, tra cui il Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, il Consorzio per la tutela del Franciacorta e il Consorzio tutela Vini Valpolicella per un totale di oltre 600 etichette. Importante anche la partecipazione di importatori di primo piano, a partire da Sinodrink, Interprocom, Pietra Rossa, Zefiro, Sarment e CWS. Per la parte food, debutto del Consorzio della Fontina che collaborerà con tre tra i più importanti ristoranti italiani in Cina.

Domanda in evoluzione, maggiore selezione qualitativa

Per l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese: “Stiamo registrando segnali importanti di evoluzione della domanda, nonostante la Cina stia vivendo una fase di contrazione delle importazioni complessive di vino ma non mancano i segnali positivi a partire da una maggior selezione qualitativa degli ordini".

Il prezzo medio  ha visto un incremento del 32%

Nell’ultimo semestre il prezzo medio del vino italiano ha avuto un incremento tendenziale del 32% e oggi i listini sono superiori in media del 40% rispetto alla media del mercato import del Dragone.
L’obiettivo di Vinitaly è quello di presidiare ancora di più un mercato che, nonostante il pit stop congiunturale, è considerto il più strategico nel medio-lungo periodo, con una crescita prevista dei consumi nei prossimi 15 anni di 4,1 milioni di ettolitri.

In Cina domanda di vino italiano in evoluzione - Ultima modifica: 2023-09-17T11:55:34+02:00 da Gilberto Santucci

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