Si è chiusa venerdì scorso a Pechino la sesta edizione del Vinitaly China Roadshow, il primo evento dell’anno dedicato alla promozione del vino italiano nella capitale cinese, che apre ufficialmente il calendario internazionale di Veronafiere e lancia, dopo il successo della scorsa edizione, il Vinitaly in programma dal 14 al 17 aprile 2024.
Tappa a Pechino, Changsha e Hangzhou
Fino al 15 settembre, infatti, il Tricolore è stato issato sul format fieristico di promozione del Made in Italy enologico che, oltre a Pechino ha coinvolto altre due città emergenti: Changsha, tra le principali destinazione del turismo interno, e Hangzhou, la città dell’acqua narrata da Marco Polo e sede della prossima XIX edizione dei Giochi Asiatici che si apriranno il 23 settembre.
Il Roadshow non si è fermato neppure con il Covid
“Il Roadshow – ha sottolineato in apertura il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo - è l’unico evento a non essersi fermato nemmeno durante gli anni del Covid. La sua formula, orientata al business e alla comunicazione, lo accredita come principale appuntamento del vino italiano in Cina, grazie anche alla pluriennale collaborazione con il ministero degli Affari esteri, l’Ambasciata e i Consolati, la Commissione italiana per il Commercio estero e Ice-Agenzia”.
60 aziende italiane partecipanti e 600 etichette
Sono state 60 le aziende italiane partecipanti al Vinitaly China Roadshow, tra cui il Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, il Consorzio per la tutela del Franciacorta e il Consorzio tutela Vini Valpolicella per un totale di oltre 600 etichette. Importante anche la partecipazione di importatori di primo piano, a partire da Sinodrink, Interprocom, Pietra Rossa, Zefiro, Sarment e CWS. Per la parte food, debutto del Consorzio della Fontina che collaborerà con tre tra i più importanti ristoranti italiani in Cina.
Domanda in evoluzione, maggiore selezione qualitativa
Per l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese: “Stiamo registrando segnali importanti di evoluzione della domanda, nonostante la Cina stia vivendo una fase di contrazione delle importazioni complessive di vino ma non mancano i segnali positivi a partire da una maggior selezione qualitativa degli ordini".
Il prezzo medio ha visto un incremento del 32%
Nell’ultimo semestre il prezzo medio del vino italiano ha avuto un incremento tendenziale del 32% e oggi i listini sono superiori in media del 40% rispetto alla media del mercato import del Dragone.
L’obiettivo di Vinitaly è quello di presidiare ancora di più un mercato che, nonostante il pit stop congiunturale, è considerto il più strategico nel medio-lungo periodo, con una crescita prevista dei consumi nei prossimi 15 anni di 4,1 milioni di ettolitri.