La Commissione Ue propone misure per sostenere il settore vitivinicolo europeo

La proposta si compone di una serie di emendamenti a tre Regolamenti in vigore e coinvolge aree di importanza nevralgica, dalle autorizzazioni agli impianti al contenimento delle rese, dalla promozione in Paesi terzi ai dealcolati, dall’enoturismo all’etichettatura elettronica

Sono state proposte oggi dalla Commissione europea diverse misure volte a rafforzare l'adattabilità del settore vitivinicolo, che si trova ad affrontare diverse sfide, quali l'evoluzione delle tendenze di consumo, il cambiamento climatico e le incertezze del mercato. La nuova proposta della Commissione farà sì che il comparto rimanga competitivo, resiliente e un motore economico fondamentale nei prossimi decenni.

Le misure sono volte ad aiutare il settore a gestire il potenziale produttivo, ad adattarsi all'evoluzione delle preferenze dei consumatori e a sfruttare nuove opportunità commerciali. Le misure prevedono tra l’altro una maggiore flessibilità per gli impianti, modalità per prevenire le eccedenze, regole di commercializzazione chiare, un'etichettatura armonizzata e il sostegno alla promozione dell'enoturismo.

Il pacchetto presentato da Bruxelles dà seguito alle raccomandazioni del gruppo di alto livello Ue sul vino lanciato lo scorso anno.

La dichiarazione del Commissario Hansen

Christophe Hansen, Commissario per l'Agricoltura e l'alimentazione, ha dichiarato: "L'Ue è leader mondiale nella produzione e nell'esportazione di vino. Al di là del peso economico del settore e del know-how dei nostri viticoltori, i vigneti sono parte integrante dei nostri paesaggi e del nostro patrimonio culturale. Per questo motivo oggi presento queste misure, rispondendo direttamente alle richieste dell'industria e degli Stati membri. Sono convinto che le nostre proposte contribuiranno a stabilizzare il mercato e consentiranno ai produttori di cogliere nuove opportunità e rispondere all’evoluzione delle aspettative dei consumatori. Invito gli Stati membri e il Parlamento europeo ad agire rapidamente in vista dell'adozione e dell'attuazione definitive di tali misure al fine di aiutare il settore".

Più flessibilità ai governi sulle autorizzazioni agli impianti

Uno dei punti nevralgici della proposta riguarda le autorizzazioni agli impianti. Si propone di lasciare allo Stato membro la facoltà di decidere se bloccare le autorizzazioni, anche a livello regionale. Al contempo si propone di estendere a 8 anni la validità dell’autorizzazione a reimpianti dalla data di concessione, senza applicazione di penali. Tutto questo per favorire una migliore valutazione da parte del produttore in merito a cosa e quando impiantare. Le autorizzazioni agli impianti rimarranno invece valide per soli tre anni dalla data di concessione, con sanzione in caso di mancato utilizzo. Gli Stati membri potranno inoltre porre condizioni per le autorizzazioni a nuovi impianti, limitando gli impianti in zone caratterizzate da evidenti squilibri a livello di mercato.

Sempre in un’ottica di contenimento delle produzioni, vendemmia verde ed estirpi verranno finanziati con fondi nazionali e autorizzati dall’Ue con procedura d’urgenza. Parimenti, gli Stati potranno stabilire programmi di sostegno alla riconversione e ristrutturazione dei vigneti ma solo se questi non determinano incrementi delle rese.

Adattamento ai cambiamenti climatici

Esistono già fondi a sostegno di interventi volti a favorire l’adattamento della viticoltura ai cambiamenti climatici e la mitigazione di questi ultimi, ma si propone di incrementare il sostegno Ue fino all’80% della spesa ammissibile.

Mercato, consumi e promozione

Si estende da 3 a 5 anni la durata di progetti per la promozione in Paesi terzi e si propone un sostegno all’80% per misure di innovazione volte all’ampliamento dei mercati. Per favorire l’enoturismo si propone di concedere finanziamenti non solo all’interprofessione ma anche ai Consorzi di tutela.

Sul fronte dealcolati, si propone di introdurre regole che semplificano la produzione di vini spumanti e aromatizzati con sottrazione di alcol (categorie al momento più richieste dal mercato). La proposta prevede inoltre di usare la definizione di vini “alcol free” quando il volume di alcol è inferiore allo 0,5%, con la possibilità di aggiungere la dicitura “0,0%” quando il contenuto di alcol è inferiore allo 0,05% per incontrare i gusti di mercati specifici come il Nord Africa e i Paesi arabi dove lo 0,0% è particolarmente apprezzato. Per i vini oltre lo 0,5% di alcol ma al di sotto del livello minimo della categoria enologica di riferimento, la definizione proposta da Bruxelles è “alcol light” (a bassa gradazione).

Un'etichettatura unica con QR code informativo

La Commissione europea ha chiesto a governi e Parlamento Ue il potere delegato per modificare le norme sull'etichettatura digitale del vino, introdotte con la riforma della Pac del 2021. Il potere permetterebbe a Bruxelles di armonizzare le regole sull'etichetta elettronica, che tramite QR code fornisce informazioni su ingredienti e valori nutrizionali. "Questo dovrebbe ridurre i costi a carico dei produttori e le incertezze che sorgono quando i produttori esportano in altri Paesi europei", ha spiegato un funzionario della Commissione.

Nel 2023 l'esecutivo comunitario aveva già pubblicato linee guida, ma l'adozione da parte degli Stati membri è rimasta disomogenea. Ora l'idea è introdurre un simbolo comune - un pittogramma al posto di parole o lettere - che segnali chiaramente la presenza del QR code informativo sulle bottiglie. Un sistema uniforme che faciliterebbe le esportazioni, evitando anche la necessità di traduzioni, poiché lo stesso simbolo varrà per tutti i Paesi dell'Unione.

I commenti

Coldiretti. La soluzione del QR code per armonizzare il mercato vinicolo e garantire le informazioni necessarie ai consumatori va indubbiamente a facilitare il lavoro delle imprese. Positiva anche la volontà della Commissione di garantire flessibilità, la quale va comunque estesa a 360 gradi. Serve meno burocrazia su tutte le misure Ocm, dagli investimenti alla promozione. Al tempo stesso va fatta chiarezza sul tema dei dealcolati e degli ingredienti in essi utilizzabili, per evitare di confondere i consumatori nel momento in cui si vuole assicurare piena trasparenza.

Confcooperative. “Le proposte avanzate dal Commissario sono improntate a una visione strategica e lungimirante per il settore vitivinicolo europeo, con particolare riferimento alla razionalizzazione dei diritti di reimpianto, alla flessibilità nelle autorizzazioni e all’apertura a nuove categorie di prodotti come i vini dealcolati e parzialmente dealcolati”. Così Luca Rigotti, Presidente del settore vitivinicolo di Fedagripesca Confcooperative commenta il documento illustrato oggi a Bruxelles dal Commissario europeo per l'Agricoltura e l'Alimentazione, Christophe Hansen. In particolare, l’estensione dei diritti di reimpianto da 3 a 8 anni, unitamente alla sospensione delle penali, è una misura consentirà ai produttori di adattarsi con maggiore versatilità ai cambiamenti climatici e di mercato, programmando le coltivazioni su un orizzonte temporale più ampio, senza il timore di sanzioni. La scelta di mantenere il vincolo di tre anni per i nuovi impianti, con sanzioni, dimostra un approccio equilibrato, che evita il rischio di sovrapproduzione, garantendo alle aziende la possibilità di rinnovarsi gradualmente. La maggiore autonomia concessa agli Stati Membri nel rilasciare autorizzazioni per reimpianti e nuovi vigneti è secondo Confcooperative “un altro punto di forza”, dal momento che “decentralizzare tali decisioni permette di adattare le politiche produttive alle specificità climatiche, economiche e territoriali di ciascun paese, valorizzando le eccellenze locali senza compromettere gli obiettivi comunitari”. La rimozione delle autorizzazioni inutilizzate entro il 2026, senza penalizzazioni, libera inoltre risorse inattive, premiando chi investe concretamente e scoraggiando la speculazione.

Confragricoltura. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta a caldo il pacchetto presentato oggi da Bruxelles. “Ad una prima lettura riteniamo positiva l’introduzione di alcuni elementi, come chiesto da Confagricoltura, a favore di una maggiore flessibilità nella gestione del potenziale produttivo, per ridurre le eccedenze, e di potenziamento degli investimenti che perseguono l’obiettivo di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”. “La Commissione – prosegue il presidente - ha gestito le istanze del comparto in maniera rapida e specifica, tenendo separata la proposta normativa da altre misure emanate di recente. Occorre ancora lavorare su vari aspetti. Come Confagricoltura chiediamo che ci sia maggiore flessibilità finanziaria per un utilizzo ottimale delle risorse dell’OCM Vino. Si rischia altrimenti di restituire somme importanti alla UE”.

La Commissione Ue propone misure per sostenere il settore vitivinicolo europeo - Ultima modifica: 2025-03-28T15:44:00+01:00 da Redazione

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