Cosa succederà in Sardegna
tra luglio e agosto?
Il turismo, almeno quello italiano, riuscirà a tamponare la caduta verticale di stranieri o le spiagge e l’entroterra saranno quasi deserte?
Un dettaglio non da poco anche per il comparto del vino che con la chiusura prolungata di ristoranti e winebar sta soffrendo tanto, particolarmente le piccole cantine che - storicamente – non raggiungono i canali della grande distribuzione.
E comunque vada come si stanno organizzando i produttori sardi? Le linee d’imbottigliamento lavorano a regime? E la vendemmia, in programma tra pochi mesi, come e chi la farà? Sono utili la vendemmia verde e la distillazione di crisi?
Domande che abbiamo rivolto al presidente del Consorzio del Vermentino di Sardegna Doc, l’enologo Giovanni Pinna, che non rappresenta certo l’intera produzione regionale ma numeri di tutto rispetto.
- Il vermentino si estende infatti su 4.418 ettari, il 17% della superficie vitata sarda, di cui: 1.036 in provincia di Cagliari,
- 112 nel nuorese,
- 152 nel territorio di Oristano
- 3.119 nella provincia di Sassari (di cui però 1.400 in Gallura dove troviamo anche la Docg Vermentino di Gallura).
A conti fatti il vermentino è l’unica varietà che cresce in Sardegna in termini di superficie: 4.418 ettari contro i 2mila del 1990 … Invece la produzione: 106mila ettolitri rivendicati nel 2019 e 13,3 milioni di bottiglie.
Un piano per finanziare i Consorzi e sostenere le aziende
Presidente Pinna, il mondo del vino sardo rischia d’essere penalizzato ulteriormente dal crollo del turismo. Il Consorzio del Vermentino di Sardegna Doc sta valutando azioni straordinarie?
Da sempre il turismo è una fonte di reddito primaria per l’economia isolana, non solo per gli
stabilimenti balneari o le strutture recettive, ma per tutto l’indotto che lo stesso genera. Non è quindi difficile immaginare come la ristorazione, i bar e i winebar, le discoteche, i supermercati permanenti e quelli stagionali, le seconde case, l’enoturismo - ormai molto diffuso anche tra i nostri consorziati – e le enoteche che vendono al singolo e spesso approvvigionano le cantine dei diportisti e d’importanti yacth, sono un volano per la nostra attività. Al momento il consorzio del Vermentino sta lavorando congiuntamente con altri consorzi e con la sezione regionale di Assoenologi per predisporre un documento da presentare alla regione Sardegna con richieste di supporto per l’immediato futuro. Tra le altre cose penso che potrà essere utile mettere a disposizione dei consorzi risorse finanziarie per promuovere le nostre denominazioni più importanti, così da recuperare un po’ di fatturato. Potrebbe essere anche un’idea mettere a disposizione dei consorzi dei fondi dai quali attingere per acquistare i vini dall’aziende consorziate per poi utilizzarli in attività di promozione e degustazione, soprattutto nel periodo estivo.
Quote di mercato da presidiare
Invece cosa sta avvenendo sul fronte della distribuzione di vino verso l’Italia? Ci sono ritardi nell’approvvigionamento via mare?
Al momento i colleghi della logistica non mi segnalano particolari rallentamenti nella distribuzione locale e verso il “continente”.
Quali erano le quote di export del Vermentino di Sardegna nel 2019 e cosa è accaduto nel primo trimestre? Qualche previsione da qui a giugno?
Non ho dati in merito, come consorzio abbiamo appena commissionato un lavoro di ricerca per avere delle informazioni dettagliate.
Per il lavoro in campagna prevedete fabbisogno di manodopera non coperta dagli stranieri stagionali? E se sì come rimediare?
C’è da dire che la manodopera agricola in Sardegna è svolta perlopiù dagli stessi sardi. La quota di manodopera straniera e quasi irrilevante.
Soffrono le piccole cantine che vendevano all’horeca
Come sta procedendo il lavoro di imbottigliamento tra le cantine consorziate? Ci sono slittamenti?
Il consorzio ha tra i soci cantine di differenti dimensioni: chi produce qualche milione di bottiglie e si rivolge sia al canale moderno che a quello tradizionale; e chi produce qualche decina di migliaia di bottiglie e che prevalentemente è orientato all’horeca. Le prime hanno continuato più o meno regolarmente loro attività di produzione, volta soprattutto a rifornire la gdo, le seconde hanno subito un pesantissimo rallentamento data l’obbligata chiusura di ristoranti, bar ed enoteche.
Cassa integrazione straordinaria, sospensione di rate di mutui e prestiti e altre misure del Cura Italia. C’è qualcosa che suggerite e che andrebbe previsto?
Di sicuro un allentamento della morsa finanziaria sarà utile a tutti, altre azioni potrebbero essere esercitate su eventuali sgravi fiscali e sull’abbattimento dei costi di trasporto verso il “continente” … nel nome di una continuità territoriale troppo spesso dimenticata. L’idea di rendere più agevole, dal punto di vista economico, l’arrivo dei turisti la prossima estate non andrebbe sottovalutata.
Due anni di rese ridotte all’osso
La distillazione per produrre prodotti igienizzanti è una possibilità per il segmento del Vermentino di Sardegna? Ne farete ricorso?
Le ultime tre vendemmie in Sardegna sono state veramente avare, la 2017 e la 2019 sono state pesantemente condizionate da due gelate primaverili che hanno ridotto del 50% le produzioni di queste due annate, la 2018 invece è stata condizionata da un inizio estate particolarmente piovoso che in alcune aree ha determinato forti attacchi peronosporici che, anche in questo caso, hanno ridotto sensibilmente le rese. Detto questo, ci troviamo oggi ad avere deficit produttivi e di stock di vino delle denominazioni più conosciute, quali Vermentino e Cannonau. Quindi ipotizzare una distillazione per ridurre gli stock o una prossima vendemmia verde non credo siano soluzioni interessanti per la Sardegna.
Tema promozione e marketing. Prevedete una rimodulazione dei piani finanziati dalle misure Ocm vino?
Sarebbe utile una rimodulazione della quota a fondo perduto!