Il 2023 delle 500 Città del Vino: intervista al Presidente Radica

Fare rete con le altre associazioni di promozione territoriale e contrastare le proposte che puntano ad imporre la riduzione del consumo di vino non distinguendo tra “abuso” e “consumo consapevole"

Angelo Radica, presidente dell'associazione nazionale "Città del Vino"
Piani regolatori per le Città del Vino e Piani del Cibo gli strumenti per creare un modello economico vivace intorno al sistema agro-alimentare in un’ottica di marketing territoriale

Tempo di consuntivi per Angelo Radica, dopo il primo anno da presidente dell'associazione nazionale Città del Vino, realtà che da oltre 35 anni è un punto di riferimento per i comuni a marcata vocazione enologica, con quasi 500 municipalità aderenti. Nel 2022, da poco concluso, il presidente ha fatto visita a 14 regioni e incontrato molte delle realtà associate. Lo abbiamo intervistato.

Quali sono i punti di forza dell'associazione?

"Cito l’Osservatorio sull’Enoturismo giunto alla sua 18esima edizione, il Concorso Enologico Internazionale giunto alla sua 21esima edizione, Calici di Stelle, la manifestazione estiva organizzata insieme al Movimento Turismo del Vino, il Concorso del Miglior Piano Regolatore di Città del Vino, il Palio delle Botti: iniziative storiche che avvicinano le aziende ai consumatori e consentono agli amministratori di fare marketing territoriale promozione dei prodotti di qualità".

E quali quelli di debolezza di Città del Vino?

"I punti di debolezza sono rappresentati dal fatto che spesso non veniamo ascoltati prima che i policy maker fanno le scelte o prendono decisioni. In questi ultimi anni, sia il mio predecessore Floriano Zambon, con la costituzione del Patto di Spello che unisce tutte le associazioni dell’enoturismo, che il sottoscritto, abbiamo cercato di divenire un punto di riferimento degli enti pubblici nazionali e regionali, di legittimarci come rappresentanti dei territorio e divenire una risorsa fondamentale da ascoltare ai fini dell'erogazione di provvedimenti che vadano incontro alle esigenze delle imprese e degli amministratori".

Quali novità ha introdotto nel suo primo anno?

"La nostra attenzione è concentrata all’interno dell’aggregazione delle associazioni del mondo delle produzione agroalimentari di qualità denominato Patto di Spello di cui fanno parte oltre a noi, l’Associazione Città dell’Olio, il Movimento Turismo del Vino, il Movimento Turismo dell'Olio, l’Unione Italiana Vini (UIV) e la Federazione Nazionale delle Strade del Vino e dei Sapori. L'obiettivo principale è quello di sventare i rischi che deriverebbero dall’applicazione a livello europeo del Nutriscore, proposta nei mesi scorsi in Parlamento a Bruxelles".

La battaglia per il momento è stata vinta...

"Siamo riusciti a bloccare la proposta di scrivere sulle etichette delle bottiglie di vino “Nuoce gravemente alla salute” che se messa in pratica metterebbe in ginocchio l’intero settore e vieterebbe la concessione di contributi europei alle aziende vinicole. UE e OMS stanno però tornando alla carica con la proposta di voler ridurre il consumo di vino del 10% non distinguendo tra “abuso” e “consumo consapevole”.

Sulle iniziative storiche saranno apportare innovazioni?

"Sì, certo, le stiamo introducendo. Nel Concorso Enologico, ad esempio, stiamo sottoscrivendo un accordo con Assoenologici nazionale che fornirà un contributo tecnico nei banchi di degustazione e, sempre per lo stesso concorso, pensiatto di organizzare durante la premiazione delle aziende vincitrici una degustazione dei vini premiati. Nel caso dell’Osservatorio sul Turismo del Vino abbiamo già allargato la collaborazione al Movimento Turismo del Vino, a Le Donne del Vino e all’Associazione Puglia in Più".

Quali sono i programmi per il 2023?

"Il turismo del vino è stato costretto a riposizionarsi, ma appropriandosi di nuovi valori e stili, orientato sempre più verso gli spazi aperti, la comunicazione sui social network, la formula di esperienza a tutto tondo: la cantina, il vino, l’ambiente, il paesaggio, il borgo, la piazza, la ristorazione, l’offerta culturale e di tempo libero. In una parola: il territorio.
Per i sindaci delle Città del Vino i fattori chiave per il rilancio enoturistico nel 2023 sono la gestione della sostenibilità ambientale, economica e sociale (93%), la tutela del paesaggio rurale (91%), l’accessibilità dei territori - strade, parcheggi, servizi per disabili – (89%), la connettività capillare a banda larga (80%) e la pianificazione territoriale e urbanistica (75%). Tutti temi che sono poi i settori di maggior impegno dell'associazione per migliorare l'attrattività delle Città del Vino".

La sua Tollo ha adottato il piano del cibo, ovvero?

"Obiettivi del Piano del Cibo del Comune di Tollo, in Abruzzo, sono quelli di promuovere le specificità legate al cibo, in un’ottica di marketing territoriale, creare un modello economico vivace intorno al sistema alimentare, garantendo un reddito adeguato a tutti gli attori della filiera e favorendo la crescita delle realtà esistenti e lo sviluppo di nuove; promuovere diete bilanciate e basate sul consumo di cibo sano e nutriente; ridurre gli sprechi alimentari lungo tutte le fasi della filiera; riconoscere il valore della sostenibilità del cibo, sviluppare le forme di filiera corta e la diversificazione aziendale in un’ottica di connessione fra ambiti rurali e urbani (anche esterni ai confini amministrativi del Comune); promuovere una gestione sostenibile delle risorse naturali e degli ecosistemi, impostare un modello di governance condiviso dalla comunità.
Il progetto prevede una serie di azioni strategiche trasversali ed il monitoraggio delle attività per valutare in che modo il sistema alimentare locale contribuisce allo sviluppo sostenibile del territorio".

Piani regolatori città del vino: qual è lo stato dell'arte?

"Il Concorso è una iniziativa dell'Associazione Nazionale Città del Vino e di INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) e ha cadenza biennale. È rivolto ai Comuni e agli Enti territoriali che si sono dotati di uno strumento di pianificazione territoriale ed urbanistica attento ad uno sviluppo sostenibile del territorio e nel quale assume rilievo la pianificazione delle zone di pregio vitivinicolo. I contenuti del piano devono essere in linea con le "Linee Metodologiche del Piano Regolatore delle Città del Vino". Il concorso vuole richiamare l’attenzione degli Amministratori di Comuni e degli Enti territoriali, dei produttori, dei cittadini e dei pianificatori, oltre che sulla tutela e la valorizzazione delle aree di pregio per la produzione vitivinicola, anche sul recupero, riuso e valorizzazione del complesso delle strutture edilizie connesse alla produzione, commercializzazione e diffusione della cultura in ambito enologico e vitivinicolo. L’intento è anche quello di contribuire alla diffusione di buone pratiche, in quanto termini di riferimento per il perseguimento di ulteriori progressi nella pianificazione di territori vitivinicoli".

Il 2023 delle 500 Città del Vino: intervista al Presidente Radica - Ultima modifica: 2023-01-08T10:55:05+01:00 da Gilberto Santucci

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