Costi alle stelle, Federvini in campo in difesa del settore

Le aziende vitivinicole chiamate a fare i conti con degli insostenibili aumenti unilaterali da parte dei fornitori di vetro, tappi, carta e logistica

Assemblea annuale Federvini 2022
A fronte dei rincari nella produzione, il prezzo di vendita del vino è aumentato al dettaglio di appena il 2,5% a maggio; nei primi quattro mesi dell'anno le vendite interne sono diminuite del 9,6% mentre è cresciuto del 12% l'export

I costi per la produzione del vino italiano sono aumentati, a causa della congiuntura geopolitica in atto e dei conseguenti rincari energetici, del 35%, con un impatto pesante sui conti delle aziende vitivinicole, che si trovano a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di vetro, tappi, carta e trasporti.
I dati emergono dall'analisi della Coldiretti su dati Crea diffusa in occasione dell'Assemblea di Federvini, che aveva già lanciato in precedenza l'allarme.

Vetro + 30%, cartoni +35%, trasporti + 25%...

Le bottiglie di vetro costano oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli incrementi sono del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio i rincari sono del 35% e del 45%. Il trasporto su gomma segna un +25%.
Insostenibile l'aumento del costo di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%: secondo il global index Freightos, indice nel mercato delle spedizioni, la quotazione di un container è di 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa.

I prezzi di vendita sono aumentati di appena il 2,5%

E' del tutto evidente che le aziende vitivinicole non riescono a riversare i maggiori oneri sui prezzi di vendita, come dimostra il fatto che il prezzo di vendita del vino è aumentato al dettaglio di appena il 2,5% a maggio 2022, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, mentre gli alimentari sono aumentati in media del 7,1%.
Questo a fronte del fatto che, nei primi 4 mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo l'Osservatorio Federvini-Nomisma, sono calate del 9,6% le vendite al dettaglio per i vini, per gli spiriti del 5% e del 4,3% per gli aceti.
Tiene invece l'export che nei principali mercati di destinazione mette a segno una crescita nei tre settori, rispettivamente del 12%, del 45% e del 4,1%.

Prospettive dei consumi interni non positive

Nella vendita al dettaglio soffrono i vini a denominazione Dop e i generici, come anche gli aperitivi, mentre tra i distillati gli unici a crescere sono gin, tequila e vodka. Aumentano invece i consumi fuori casa, influenzati ancora, secondo l'Osservatorio, dall'allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, anche se con valori ancora distanti da quelli del 2019. E le prospettive per i prossimi sei mesi non promettono molto bene, con il 91% dei consumatori pronto a cambiare le abitudini di acquisto, mentre il 53% ridurrà complessivamente pranzi e cene fuori casa.

Snellire la burocrazia e prevedere incentivi fiscali

Sono necessarie proposte di rilancio per sostenere il settore in una fase congiunturale estremamente delicata - viene evidenziato all'Ansa da Federvini - indicando due questioni normative già segnalate e non più rimandabili, lo snellimento degli oneri burocratici e gli incentivi fiscali per migliorare la competitività delle aziende italiane sul mercato estero.
"Sulle semplificazioni - ha detto il presidente del Gruppo Vini della Federazione, Albiera Antinori - dovremmo completare il processo di digitalizzazione, collegando lo schedario viticolo al registro telematico. Mentre in Europa occorre completare l'armonizzazione del mercato interno sulle vendite a distanza".

Difesa del made in Italy e della dieta mediterranea

Attenzione viene rischiesta anche per la sostenibilità economica, sociale e ambientale, dove la Federazione ha sollecitato le istituzioni a mobilitarsi contro la demonizzazione di vini e spiriti per valorizzare un modello di consumo mediterraneo e promuovere produzioni di qualità connesse alla cultura del Made in Italy. "La lotta contro ogni forma di abuso dei nostri prodotti deve abbinarsi con la difesa di un consumo moderato e responsabile, in linea con la tradizione italiana basata sulla dieta mediterranea e su uno stile di vita improntato alla sana socialità e convivialità", ha detto il presidente Gruppo Spiriti di Federvini, Giuseppe D'Avino.

No ad altri casi Prosek e aceto balsamico sloveno

Sul fronte europeo unanime la richiesta della Federazione al Governo di tutelare le indicazioni geografiche, dopo i casi Prosek e aceto balsamico sloveno, sul quale ha concordato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, nell'assicurare massimo sostegno alla filiera vitivinicola per superare indenne questo difficile passaggio congiunturale.

Costi alle stelle, Federvini in campo in difesa del settore - Ultima modifica: 2022-06-10T14:56:41+02:00 da Gilberto Santucci

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