Quando si dice "non tutto il male vien per nuocere". Prendete il caso della Valpolicella, territorio divenuto nell'arco di un ventennio uno dei modelli più all'avanguardia nel panorama vitivinicolo internazionale, grazie soprattutto al suo vino principe, l'Amarone. A concorre a questo successo sono stati più elementi: il miglioramento viticolo, l'innovazione tecnologica, la gestione controllata dell’appassimento, l'uso accorto del legno ed il controllo delle fermentazioni. Ma, secondo Daniele Accordini, direttore ed enologo di Cantina Valpolicella Negrar, "dalla fine degli anni '80, quando in Valpolicella si sono riscontrati i primi effetti del cambiamento climatico in corso, che ha portato un rialzo termico insieme ad altri variabili, come la minore umidità relativa nell'aria, ad incidere in modo significativo sullo stile dei vini del territorio è stato proprio il cambio del clima, che ha moderato gli squilibri di eccessiva freddezza e tannicità dei vini, rendendoli più morbidi, eleganti, maturi e soprattutto moderni". E' un vero e proprio cambiamento enologico avvenuto, favorevolmente per l'Amarone, di concerto con il cambiamento climatico, quello annunciato da Accordini e svelato a Vinitaly 2015 attraverso un percorso sensoriale di degustazione di 5 annate - dal 1997 al 2008 – di uno dei migliori cru della cantina Cooperativa, l’Amarone DOC Classico Vigneti di Jago. "Pur mantenendo la stessa tecnica di appassimento e vinificazione, all'assaggio dell'Amarone Vigneti di Jago risulta evidente come lo stile del vino sia cambiato lentamente negli anni", ha spiegato Accordini. Aggiungendo: "Da vino prettamente elegante e dall’esile struttura - frutto di maturazioni lente, talvolta stentate - siamo passati ad un vino di maggior spessore e vigoria estrattiva, con un quadro fenolico caratterizzato da tannini più maturi. Oggi questo stile di maggiore longevità e di più marcata personalità, riconoscibilità e unicità, guarda a nuovi ed importanti orizzonti. Sono questi gli elementi che il consumatore attento desidera scoprire nel nostro Amarone, autentica espressione di una peculiarità territoriale, frutto di tradizioni millenarie, esperienza, conoscenza e competenza. Un vino che alla degustazione sa donare emozioni forti, uniche, riconoscibili ed irripetibili". Ha spiegato ancora Accordini nel corso della degustazione: "Rispetto alle condizioni tradizionali, che in Valpolicella prevedevano la vendemmia nel mese di ottobre con un appassimento di 90-120 giorni, negli ultimi anni l’uva è raccolta, solitamente, con un anticipo di circa un mese e vinificata nel mese di dicembre. E’ abbastanza normale giungere al termine dell’appassimento con valori di 280- 300 gr/l di zuccheri e con un alcool potenziale vicino ai 17°. In generale, quindi, abbiamo riscontrato nelle uve un aumento del grado zuccherino, accompagnato da una buona tenuta del quadro acido, da una maggiore complessità aromatica e da valori più alti delle sostanze coloranti. E’ quindi facile pensare che in Valpolicella i principali vitigni autoctoni come la Corvina, il Corvinone e la Rondinella si siano adattati molto bene alle nuove condizioni climatiche, frutto a nostro avviso di naturalità degli eventi, trasformando l'Amarone dallo stile locale a espressioni territoriali di carattere internazionale. Non solo. Il cambiamento climatico ha prodotto effetti positivi sulla tecnica viticola, perché ha imposto nuove modalità di valutazione e analisi nella conduzione del vigneto". A questo riguardo, Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar, presente a Vinitaly 2015, ha ricordato come, nell'anno internazionale del suolo proclamato dall’Onu, "sia ancora più importante e impellente valorizzare il terroir attraverso la ricerca e la formazione dei giovani per un uso sempre più sostenibile del territorio".
Se ne è parlato a Vinitaly 2015
Cambiamento del clima e identità del vino, il caso Amarone
Stesso cru della Valpolicella Classica (Jago), stessa tecnica di appassimento e vinificazione, ma, in vent'anni, stili di vino diversi