Ha preso il via oggi a BolognaFiere la seconda edizione di Slow Wine Fair, l’evento che, fino a martedì 28 febbraio, riunisce 750 produttori di "vino buono, pulito e giusto" da tutta Italia e da altri 21 Paesi.
Una manifestazione, è stato sottolineato, che mette al centro il processo produttivo e le sue ricadute sull’ambiente e il lavoro, privilegiando aspetti quali la tutela della biodiversità, la salvaguardia della fertilità del suolo e il senso di responsabilità verso il territorio e il paesaggio.
Il vino tra revisione Ocm e istanze salutiste
Oltre 3.000 etichette attendono in degustazione un pubblico di appassionati, buyer e professionisti.
Un’occasione di conoscenza e approfondimento offerta dal ricco banco di assaggio, dalle 9 Masterclass e dalle conferenze in programma nella Slow Wine Arena e in Sala Opera.
In programma la consegna del Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, lunedì 27, e il convegno di martedì 28 "La comunicazione e promozione del vino tra revisione Ocm e istanze salutiste".
Buyer internazionali interessati al biologico
Brunella Saccone, direttrice agroalimentare e vini Agenzia ICE, ha messo in evidenza in apertura della manifestazione l’interesse dei buyer internazionali, in particolare da Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Cina verso il biologico, mentre Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio, ha ricordato la battaglia dei produttori biologici affinché sia chi produce utilizzando chimica di sintesi a preoccuparsi di non danneggiare coloro che invece operano nel rispetto della salute dell’ambiente e delle persone.
I problemi dei produttori bio lungo tutta la filiera
Quest'ultimo sarà uno dei temi caldi di Slow Wine Fair 2023, durante il quale è previsto, lunedì 27 febbraio, alle 14:30, il convegno "Contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili di prodotti fitosanitari in agricoltura biologica".
I relatori commenteranno la situazione europea e nazionale, proponendo soluzioni anche in termini di approccio alle problematiche da parte dei produttori biologici lungo tutta la filiera vitivinicola.
Le contaminazione a danno della viticoltura biologica
I residui di fosfiti e di altre sostanze attive non ammesse in bio rappresentano un problema specifico per i produttori di vino biologico?
La recente proroga dei limiti massimi tollerati di fosfiti è adeguata?
Come dovrebbe essere corretto affrontare la novità introdotta dal Reg. UE 2018/848 agli articoli 27 e 28 che prevede che sia in prima battuta l’operatore biologico a decidere se un’eventuale non conformità analitica sia comprovata?
Questi alcuni dei temi al centro della tavola rotonda.