Le Colline Vitate del Soave fanno il loro ingresso tra i siti Giahs (Globally Importance Heritage System), Patrimonio Agricolo di importanza mondiale istituito dalla Fao nel 2002.
La cerimonia ufficiale di riconoscimento si è tenuta nei giorni scorsi a Roma, nel quartiere generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.
Era già paesaggio rurale di interesse storico
Il comprensorio produttivo del Soave, già tra i primi in Italia ad essere riconosciuto Paesaggio Rurale di interesse storico, era stato candidato ai siti Giahs nel 2018.
Ora è ufficializzamente inserita tra le zone agricole nel mondo che promuovono un’agricoltura sostenibile, lontana dai processi industriali, e che conserva uno stretto legame tra paesaggio, prodotti locali, comunità rurali associate.
Muretti a secco, pergola, coop storiche e appassimento
Quattro i pilastri che hanno portato il Soave all’ottenimento del riconoscimento: l’esistenza di un sistema caratterizzato da muretti a secco e di girappoggio lungo le colline; la diffusione della Pergola Veronese quale tipica forma di allevamento dell’uva Garganega; la presenza di cooperative storiche che negli anni hanno permesso una crescita collettiva ed equamente distribuita all’interno della denominazione; la tecnica dell’appassimento per la produzione del Recioto di Soave, prima Docg del Veneto nel 1998.
La soddisfazione del Consorzio di Tutela
Il riconoscimento sancisce l’impegno nel mantenere ben saldi i valori fondanti dell’identità del Soave, primi fra tutti la tradizione, lo sviluppo rurale, la tutela del paesaggio e la sostenibilità dei sistemi agricoli.
"Si tratta di un riconoscimento che ci riempie di orgoglio – dichiara Sandro Gini, presidente del Consorzio di Tutela del Soave, a margine della cerimonia – e ci rende ancor più consapevoli della responsabilità che come viticoltori abbiamo".
Gli impegni per proseguire nell'opera di valorizzazione
In tal senso proseguirà il lavoro del Consorzio di Tutela per una crescente consapevolezza tra la base produttiva su più direzioni: favorire la diffusione della Pergola veronese quale forma di allevamento identitaria, rispetto ad altri sistemi; divulgare linee guida che permettano di ridurre il rischio di erosione, anche con l’impiego di nuove tecnologie; limitare l’introduzione di elementi e di materiali avulsi dal contesto storico tradizionale del Soave.
Sistema di difesa avanzata del Soave
Altri dettami sono quelli di proseguire col Sistema di difesa avanzata del Soave, grazie ad incontri tecnici settimanali; promuovere un approccio rispettoso della identità paesaggistica, delle specificità e delle caratteristiche morfologiche; proseguire il lavoro per il mantenimento della biodiverstà; attivare tavoli di lavoro relativi alla questione della gestione delle risorse idriche; favorire lo sviluppo di un turismo esperienziale fortemente connesso alla stagionalità, al vino e ai prodotti locali.
Funzione alimentare e conservazione dell'ambiente
"Siamo chiamati a vivere un tempo di grande cambiamento - aggiunge Gini - dove l’agricoltura non assurge più soltanto ad una funzione alimentare, per quanto nobile e vitale: l’agricoltura oggi, attraverso coloro che vi operano, è di fatto mezzo e strumento per mantenere e conservare l’ambiente al cui interno sono calate le nostre stesse vite".
Custodi di biodiversità e sistemi agricoli
Il sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, Luigi D’Eramo, ha sottolineato l'importanza del "riconoscimento e salvaguardia di sistemi agricoli tradizionali", non solo “in quanto custodi di biodiversità e di pratiche agricole sostenibili", ma anche "base di un’alimentazione sana ed equilibrata".
Altri territori italiani pronto a candidarsi
"Lavoreremo affinché altri territori italiani abbiano la possibilità di candidarsi e ottenere l’iscrizione al programma GIAHS per la tutela dei paesaggi e dei sistemi rurali di interesse globale a conferma della forte vocazione storicamente rurale del nostro Paese", ha aggiunto il sottosegretario.
Oltre al Soave, anche la fascia olivata Assisi-Spoleto
Nel corso della stessa cerimonia, alla quale ha partecipato il Direttore generale della Fao, Qu Dongyu, ha ottenuto lo stesso riconoscimento la fascia pedemontana olivata Assisi-Spoleto in Umbria.
Viticoltura e olivicoltura, dunque, ambasciatori dell'Italia nel mondo.