Vendemmia 2020 di ottima qualità nonostante le difficoltà dovute alle condizioni meteo e quantità nella media. È in estrema sintesi il bilancio del millesimo 2020 in Trentino.
I dati sono stati resi noti dalla Fondazione Edmund Mach (Fem) in occasione della tradizionale giornata tecnica finalizzata a fare il punto sull’annata vitivinicola, organizzata quest’anno in forma di videoconferenza in remoto in diretta streaming sul canale Youtube della Fondazione Mach.
La professionalità dei produttori
In apertura i saluti istituzionali dell’assessore all’Agricoltura Giulia Zanotelli e del presidente di Fem Mirco Cattani, che hanno sottolineato come I risultati raggiunti, ma anche il futuro della viticoltura della provincia autonoma, «sono legati all’alta professionalità dei viticoltori trentini e come in futuro si debba puntare particolarmente sulla formazione dei giovani agricoltori adeguatamente supportati dalla Fem».
Puntuali le relazioni dei tecnici addetti al settore in un intenso pomeriggio coordinato dal dirigente del Centro di Trasferimento Tecnologico di FEM Claudio Ioriatti.
Botrite in chiusura
Il primo dato evidenziato da tutti è stato quello di una vendemmia molto problematica a causa di condizioni meteo non ideali da fine agosto in poi che ha comportato una attenta selezione dei grappoli per evitare di portare in cantina quelli colpiti dalla botrite.
Le performance delle nuove varietà resistenti
Un dato emerso chiaramente è quello delle ottime potenzialità delle 4 nuove varietà resistenti ottenute da Fem e già registrate: due a bacca rossa Termantis (Teroldego x Merzling) e Nermantis (Teroldego x Merzling) e due a bacca bianca Charvir (Merzling X FR 945-60) e Valnosia (Nosiola x Bianca). Quelle a bacca bianca in particolare hanno caratteristiche che si prestano molto bene per la produzione del base spumante per l’ottimo pH, secondo le indicazioni fornite dal ricercatore Marco Stefanini.
Annata da peronospora
Il responsabile per la consulenza tecnica del Ctt per il settore, Maurizio Bottura ha fatto un quadro completo sull’andamento stagionale molto anomalo con concentrazioni di piogge al punto che in 7 giorni si sono concentrate il 30% delle precipitazioni dell’intero anno creando non pochi problemi ai viticoltori con periodi molto più caldi e asciutti della media alternati ad altri sotto media e con eccesso di piogge.
Di conseguenza la difesa dalle principali malattie crittogamiche è stata molto problematica per i forti attacchi di peronospora che hanno comportato ben 13 trattamenti che sono diventati 20 per i vigneti coltivati con il metodo biologico. Questo particolarmente nelle prime due decadi di giugno, mentre l’oidio quest’anno non ha creato particolari problemi.
L’odore di cimice
Allo stesso modo la cimice asiatica ha limitato la sua presenza all’inizio della stagione, mentre è risultata più presente in prossimità della vendemmia. E uno degli studi più innovativi presentati nel corso della giornata tecnica è stato quello relativo a “L'odore di cimice in mosto e vino: prime evidenze dell'evoluzione della trans-2-decenale” a cura di Mauro Paolini del Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach. Le presenze di Halyomorpha halys nei vigneti non sono infatti numerose e dipendono dalla sua disposizione. La soglia per avvertire alterazioni è però molto bassa: bastano 3 adulti per grappolo.
Giallumi in netta crescita
Ma la problematica che sta preoccupando maggiormente i viticoltori è quella dei giallumi in quanto si sta confermando un trend in netta crescita della presenza di viti sintomatiche che necessitano di immediata estirpazione, oltre ad un’attenta difesa insetticida per abbassare la presenza del vettore del quale si è accertata una presenza elevata.
Danni anche da botrite per l’eccesso di piogge dell’ultimo fine settimana di agosto che hanno colpito le varietà in fase avanzata di maturazione nel periodo accelerandone il raccolto a scapito della gradazione zuccherina.
Produzione +5,7%, qualità in chiaro scuro
La produzione totale del Trentino è stata superiore del 5,7% di quella del 2019 e si consolida la prevalenza delle uve a bacca bianca che sono state il 76,1% e il 23,9% di uve a bacca rossa.
L’inverno mite e la primavera calda hanno favorito un anticipo nella maturazione di 8 giorni almeno fino all’ultima settimana di agosto, hanno affermato i tecnici Mario Malacarne e Luciano Groff, poi i consistenti temporali ed una buona tenuta del pH ha permesso di ritardare l’avvio della vendemmia delle uve base spumante, almeno nelle zone di media e alta collina con un’ottima produzione dal punto di vista qualitativo tale da diventare un’ottima base per grandi riserve. Unica carenza la gradazione zuccherina rimasta sotto la media. La fermentazione è stata regolare, con una limitatissima ed inspiegabile acidità volatile.
Ma cosa molto importante è la qualità dei vini hanno affermato gli esperti che «è nettamente al di sopra delle aspettative con ottimi profili aromatici e buona tenuta dell’acidità per i bianchi. Per i rossi colore e dotazione tannica ottimale grazie al raccolto dell’uva molto matura. Unico limite: la struttura dei vini talvolta non ottimale».