La guerra entra in vigneto.
Del CEEV, le Comité Européen des Entreprises Vins, fa infatti parte anche la Ukrainian Corporation for Viticulture and Wine Production Industry, la Società ucraina per la viticoltura e l'industria della produzione di vino.
58 regioni viticole
Il Paese, ha spiegato il 25 marzo Ignacio Sànchez Recarte, segretario generale del CEEV all'ultima riunione dell'Intergruppo Vino al Parlamento Europeo, avente ad oggetto proprio l'impatto dell'invasione russa in Ucraina sul mercato internazionale del vino, si caratterizza per la presenza di 15 macrozone viticole naturali e di 58 regioni a vocazione viti-vinicola. Il settore, al pari del resto del Paese, è stato evidenziato con il supporto della slide geografica, sta soffrendo in modo parallelo e proporzionale all'espandersi della guerra.
La vocazione della Crimea
«Già nel 2014 - sottolinea Ignacio Sànchez Recarte - l'Ucraina aveva perso il 30% della propria superficie vitivinicola a seguito dell'annessione della Crimea alla Russia. Ora l'espansione del conflitto sta erodendo e mettendo a rischio, poco a poco, le aree dove insistono vigneti e cantine dalla produzione significativa e di qualità».
Una geografia che abbiamo imparato a conoscere
«Basti pensare che 6 macrozone e 12 microzone si trovano appunto nella Repubblica autonoma di Crimea, 3 zone e 16 microzone nella regione di Odessa, 2 zone e 10 microzone nella regione di Kherson, 2 zone e 7 microzone nella regione di Mykolaiv, 1 zona e 12 microzone nella regione di Zakarpattya ed infine 1 zona e 6 microzone nella regione di Zaporizhia». Località i cui nomi abbiamo tutti imparato a conoscere dalle cronache di guerra e dalle cartine belliche, dove le aree del conflitto e quelle vocate alla viti-viticoltura purtroppo si sovrappongono.