Bilancio positivo quello del 2022 per l'Etna Doc. È quanto emerge dai numeri relativi all'imbottigliato diffusi dal Consorzio di Tutela.
Nell'anno appena concluso, infatti, sono stati imbottigliati 43.651 ettolitri di vino, pari 5,8 milioni di bottiglie, con una crescita del +28,68% rispetto al 2021.
Un dato che, se confrontato con il 2019, ultimo anno prima della crisi pandemica e che si era chiuso già in modo soddisfacente, sale al 34,6%.
Il Rosso e il Bianco avanzano di oltre il 28%
Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie, l'Etna Rosso, che rappresenta poco più del 50% dell'imbottigliato complessivo, sale del 28,36%, pari a 23.365 ettolitri.
Crescita sostenuta anche per la seconda tipologia più imbottigliata, l'Etna Bianco, con il 28,08%, pari a 14.366 ettolitri.
Meno eclatante, ma sempre in crescita, la performance dell'Etna Spumante, che avanza del +5,85% con 792 ettolitri imbottigliati.
Rosso Superiore e Spumante Rosato scendono
Anche se su numeri complessivi più piccoli, l'Etna Bianco Superiore, le cui uve devono provenire esclusivamente dal Comune di Milo sul versante Est del vulcano, cresce del 67,19% con 746 ettolitri imbottigliati, mentre l'Etna Rosato sale del 45,53% con 3.880 ettolitri imbottigliati.
Gli unici dati con segno meno sono relativi all'Etna Rosso Riserva, -26,30%, con 146 ettolitri imbottigliati, e all'Etna Spumante Rosato, -19,73%, con 353 ettolitri imbottigliati.
Cambria: "Non un rimbalso ma una avanzata"
"Se gli ottimi dati del 2021 potevano essere visti come un normale rimbalzo rispetto all'anno precedente, flagellato dalla pandemia, quelli relativi al 2022 certificano in modo chiaro la crescita della richiesta sia sul mercato nazionale che internazionale", ha sottolineato all'Ansa Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna Doc.
"Al di là delle differenze tra le singole tipologie della denominazione - ha spiegato - i nostri vini sono riusciti a conquistarsi una posizione di grande prestigio".
Prima Doc della Sicilia e Consorzio "erga omnes"
La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna è nata nel 1968, prima Doc della Sicilia e tra le prime nate in Italia.
Del gennaio 1994 è il Consorzio di tutela con l'obiettivo di valorizzare e proteggere le produzioni dei vini Etna e il loro territorio. Con Decreto del 2018, il Consorzio ha ottenuto il riconoscimento cosiddetto “erga omnes”, con incarico di svolgere le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione della denominazione.
Un territorio unico, con 30 gradi di escursione
A rendere particolari questi vini concorrono vari fattori: i terreni di origine vulcanica, a volte ciottolosi e ghiaiosi, a volte sabbiosi o meglio cinerei, l’età delle viti e le grandi escursioni termiche, che arrivano anche a 25/30 gradi tra il giorno e la notte.
Qui troviamo alcuni dei vigneti più vecchi coltivati in Italia, addirittura più che centenari e ancora a piede franco.
Nel 1596 già si scriveva dei vini del vulcano
La coltivazione della vite qui ha tracce antiche: nella “Storia dei vini d’Italia” pubblicata nel 1596, venivano ricordati i vini prodotti sui colli che circondano Catania la cui bontà veniva attribuita alle ceneri dell’Etna.
Anche se non mancano impianti a cordone speronato o a spalliera, la forma di allevamento più usata e tradizionale è l’alberello etneo arrampicato su tutto il monte con l’aiuto delle nere terrazze di pietra lavica.
In 10 anni la produzione è raddoppiata
"Negli ultimi 10 anni la superficie dei vigneti Etna Doc e la produzione di bottiglie è quasi raddoppiata. La crescita - sottolinea Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio - è legata sia al rafforzamento nei mercati e sia alla forte spinta data dall’enoturismo, che vede l’Etna tra le destinazioni più ambite dai wine lovers di ogni parte del mondo".