Fine d'anno da dimenticare per la produzione enologica dell'Emilia Romagna. Confagricoltura regionale stima intorno al 15% la flessione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando si era registrata una forte ripresa dopo la pandemia.
"Gli ordini natalizi sono fermi", fa sapere l'organizzazione di categoria.
In crisi vendita diretta e il canale Horeca
"Sono sensibilmente calate le vendite di bottiglie invertendo la tendenza positiva del terzo trimestre – spiega Mirco Gianaroli, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna. Risponde bene solo il mercato legato all’enoturismo, mentre è in fase di stallo sia la vendita diretta sia il canale Horeca, quindi anche la ristorazione".
Caro vita all'origine della flessione degli ordini
La battuta d’arresto viene attribuita al clima di incertezza e al caro vita. Bisogna rilanciare la domanda interna e i consumi incrementando il potere d’acquisto delle famiglie e sostenendo la filiera dal produttore al consumatore, dando ossigeno e liquidità all’Emilia-Romagna del vino, proteggendo l’intera catena del valore", aggiunge Gianaroli.
A pesare è anche l'aumento dei costi di produzione
I dati dell’organizzazione agricola mostrano una viticoltura regionale che deve combattere su più fronti, contro gli effetti del cambiamento climatico e l’aumento dei costi di produzione.
La fiammata dei prezzi rispetto al pre-Covid ha raggiunto valori record: luce e gas (+30%), fertilizzanti (+40%), fitofarmaci (+15%), vetro e carta (+60%).
In calo la produzione della vendemmia 2022
Come se non bastasse, la vendemmia 2022 si è chiusa con un calo produttivo medio del 15% dovuto a siccità ed eventi meteo estremi (gelate, nubifragi e bombe d’acqua). A soffrire di più sono stati i vigneti di collina soprattutto da Piacenza a Bologna.
La carenza di manodopera ha contribuito ad appesantire ulteriormente la gestione dell’attività in vigna.