“Il brolo della Cantina Gorgo” di Custoza (Verona) dello Studio Bricolo Falsarella, che ha previsto la realizzazione, il recupero e l’ampliamento della Cantina Gorgo sulle colline moreniche di Custoza, ha vinto la prima edizione del prestigioso concorso “La medaglia dell’architettura del vino”, ideato dall’Ordine degli architetti di Treviso, in accordo con il Comune di Valdobbiadene (Treviso), e volto a individuare “il miglior progetto di valorizzazione dei territori Docg, Doc, Igt sull’ambito nazionale”.
Il concorso nazionale, dedicato a progetti di trasformazione, cura e valorizzazione del paesaggio e dei luoghi votati al vino e nato “con l’obiettivo di sviluppare una riflessione collettiva sul rapporto tra i luoghi del vino e le infrastrutture che contribuiscono a organizzare e definire in modo sostenibile i suoi paesaggi” ha assegnato il riconoscimento più alto allo Studio Bricolo Falsarella che, con lo stesso progetto dedicato alla Cantina Gorgo di Custoza, si è già aggiudicato altri prestigiosi riconoscimenti: vincitore del Premio IN_ARCHITETTURA 2023 dedicato ai migliori interventi realizzati nel triveneto; menzione speciale al Premio Architetto Italiano 2022 del Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori; vincitore del Premio ARCHITETTIVERONA 2021 per la migliore opera realizzata in provincia di Verona.
Le motivazioni del premio
“Il brolo della Cantina Gorgo” si è aggiudicato il primo premio per la capacità, espressa dallo studio di architetti veronesi, “di unire materialità e senso della composizione, e poiché risponde agli obiettivi del premio con un intervento di trasformazione, cura e valorizzazione del paesaggio entro un processo di riuso e ampliamento dell’esistente. Un esempio di eleganza e misurato riuso dello spazio”.
Sinergia coi paesaggi
“Siamo entusiasti di questo importante riconoscimento – è il commento degli architetti Francesca Falsarella e Filippo Bricolo - che ci spinge ad andare avanti sulla nostra ricerca di un’architettura umanizzante che cerca una nuova relazione tra l’essere umano e il territorio. L’architettura del vino rappresenta un’occasione importante per la valorizzazione dei nostri territori. É un tema che ci impegna molto. Il nostro approccio è quello di non realizzare architetture iconiche di grande impatto ma cercare una nuova sinergia con i bellissimi paesaggi dove siamo chiamati a operare lavorando sui materiali, sulle atmosfere e sula realizzazione di spazi avvolgenti e rivelatori”.
Il progetto
Il centro dell’intervento è la reinterpretazione in chiave contemporanea dell’antico modello del Brolo, un giardino ad Hortus conclusus che si trovava sul retro delle ville venete del territorio e si occupava di mediare il rapporto tra l’azienda agricola e la campagna coltivata.
Il cuore del progetto non è un pieno, come si tende a fare nelle architetture del vino contemporanee, ma uno spazio vuoto che convoca il paesaggio determinando un luogo di rallentamento, di pace e di raccoglimento, dove l’essere umano è invitato a ritrovarsi degustando i vini dell’azienda immersi nel paesaggio delle colline moreniche.