In venti anni hanno personalmente curato il rito dell’apertura di quasi mille caratelli (un imbattibile primato mondiale) contenenti il prezioso Vin Santo. A loro è affidata la responsabilità dell’invecchiamento dei vini più pregiati nelle barrique. Lavorano da oltre due decenni nelle cantine che hanno prima ristrutturato con le proprie mani. Nonostante l’attaccamento alla tradizione, hanno saputo adattarsi ai cambiamenti ed hanno sposato la causa del biodinamico, del desiderio di produrre vini genuini. Sono i fratelli Carmine e Orazio Capoccia, dell’Azienda Avignonesi, ai quali è stato assegnato il riconoscimento di Cantinieri dell’anno in occasione della serata A Tavola con il Nobile, degustazione delle specialità enogastronomiche della Val di Chiana, che come ogni anno ha aperto la Fiera dell'Agricoltura di Tre Berte, giunta alla 32.a edizione. E l’identikit dei due premiati, che nell’albo d’oro della manifestazione aggiungono i propri nomi a quelli di undici colleghi, si fonde con le motivazioni espresse dalla giuria, composta da rappresentanti del Comune, del Consorzio del Vino Nobile e dell'Associazione Fiera, che ha esaminato le candidature formulate dalle aziende associate. L’eccezionalità dei personaggi ha convinto la commissione ad assegnare un doppio premio. Il concorso del cantiniere, arrivato all’edizione numero dodici, ha l'obiettivo di premiare il professionista che si è particolarmente distinto in questa particolare attività per un periodo relativamente lungo di tempo. In poche parole intende valorizzare una professione antica che possiede un fascino tutto suo, fatto di esperienza, mestiere ed anche piccoli e grandi segreti. Una figura, quella del cantiniere, legata per tradizione al territorio poliziano e al Vino Nobile e che resiste nonostante la meccanizzazione delle tecniche di cantina. Il vino è un prodotto vivo e in quanto tale soggetto a cambiamenti, ecco perché la figura professionale tradizionale del cantiniere continua ad essere estremamente preziosa; grazie alla sua esperienza, alla sua passione e soprattutto alla sua costante presenza a fianco del vino sa cogliere con precisione il momento giusto in cui intervenire. Il palmares del premio comprende, oltre ai fratelli Capoccia dell’azienda Avignonesi, i nomi di Stefano Rubechini (Fattoria di Palazzo Vecchio), Primo Marinelli (Casale Daviddi), Urano Carpini (Tenuta Valdipiatta), Fabrizio Dottori (Fattoria del Cerro), Dino Magi (Cantina Fanetti), Daniele Giani (Vecchia Cantina), Bruna Casagrande (Cantina Gattavecchi), esempio in “rosa” di una professione declinata quasi esclusivamente al maschile, Giorgio Laurini (Fassati), Enzo Barbi (Fattoria della Talosa) fino ad arrivare al primo vincitore del Premio Adamo Pallecchi, storico cantiniere della Cantina Contucci
Il Nobile di Montepulciano premia i Cantinieri dell'Anno
Il cantiniere, professione antica che "resiste"
Una figura estremamente preziosa in cantina