L’obiettivo perseguito, e raggiunto, dalla Tenuta Castello di Ama, azienda vitivinicola sita nel cuore delle colline toscane, a Gaiole in Chianti (SI), è abbinare qualità e sostenibilità.
Filippo Vigni è il responsabile tecnico di Castello di Ama. «L’azienda - dice- conduce una superficie di vigneto collinare, tra 450 e 530 m s.l.m., pari a 76 ettari, mentre, 36 ettari sono destinati all'oliveto».
Sqnpi, bio, residuo zero
«Tutte le produzioni sono certificate secondo lo schema di certificazione “Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata” (SQNPI), tranne 10 ettari di vigneto che sono condotti secondo il metodo di coltivazione biologica».
La produzione integrata è quell’insieme di tecniche che, grazie all’uso organizzato e sistematico di tutti i fattori di produzione, consente di ridurre in minima parte il ricorso ai mezzi tecnici di sintesi, migliorando l’impronta che l’agricoltura esercita sull’ambiente. Normata a livello regionale grazie a linee guida emesse annualmente tramite appositi disciplinari. «Dal 2018 - spiega il tecnico toscano - collaboriamo con UPL, oltre che nelle superfici gestite con metodo biologico, anche in quelle certificate SQNPI, al fine di ottenere quello che noi definiamo “residuo zero”, un vino che, dopo la fermentazione, sia privo di residui».
Agire dall’interno per proteggere la vite
UPL, azienda specializzata nella difesa delle piante, propone soluzioni sostenibili a livello tecnico, ambientale ed economico, al fine di creare valore nelle più importanti filiere agroalimentari.
Tra queste, Vacciplant, induttore di resistenza per il controllo delle malattie fungine e batteriche a base di laminarina (45 g/l), è il prodotto innovativo di UPL che può dare una marcia in più dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico, per la protezione della vite da oidio, peronospora e botrite.
Agisce stimolando lo sviluppo delle difese naturali della pianta, inducendo la produzione di sostanze che rallentano e impediscono l’avanzamento della malattia.
Un prodotto di derivazione naturale
La laminaria è un oligosaccaride, estratto a freddo dall'alga Laminaria digitata, un’alga bruna fluttuante, solitamente presente in acque profonde dei mari del nord.
La struttura chimica della laminarina è molto simile a quella dei funghi patogeni. Grazie a questa somiglianza, una volta che viene in contatto con il filloplano della vite, vengono innescati dei meccanismi prima di riconoscimento e poi di trasporto del segnale di stimolazione, che si sposta nella pianta nei vasi linfatici, inducendo la pianta ad innescare le risposte difensive naturali, irrobustendo le pareti cellulari e attivando metabolismi secondari, come la produzione di enzimi chitinasi e fitoalessine, che rendono la vite pronta a difendersi dagli attacchi dei patogeni in maniera sistemica dall’interno.
Copertura crescente nel tempo
Come spiega Lea Fiorentini, Field Sales Specialist Centro Italia: «Si tratta di un meccanismo d’azione che, al contrario dei trattamenti con principi attivi di contatto, stimola una risposta sistemica nella pianta che determina un'efficacia crescente nel tempo, fino ad un intervallo massimo di 10-12 giorni».
«Risulta dunque complementare all’utilizzo dei composti a base di rame, potenziandoli in maniera sinergica».
Vacciplant si applica preventivamente e garantisce protezione anche della vegetazione in formazione.