C'è chi sperimenta l'affinamento dei vini nello spazio e chi punta invece punta sull'ambiente sottomarino.
Più terrena ma comunque innovativa l'idea made in Toscana di un affinamento nel marmo, ovviamente quello pregiato delle Alpi Apuane, prodotto dalle cave Henraux, partner del progetto.
Botti dalle stesse cave scelte da Michelangelo
L'etichetta "Fuori Marmo" è un Cabernet Sauvignon prodotto dalla cantina Fuori Mondo di Campiglia Marittima, di proprietà di Olivier Paul-Morandini e invecchiato nel marmo estratto dalle cave del monte Altissimo, a Seravezza (Lucca), le stesse che il grande Michelangelo scelse per i suoi capolavori.
Due botti da 2 tonnellate di peso e 100 mila euro
I due contenitori dentro i quali il vino è stato affinato per due anni sono stati ricavati a partire ciascuno da un unico blocco di pietra del peso di 35 tonnellate.
L’interno di questa sorta di gigantesche anfore, del peso di 2 tonnellate l’una, e poi è stato trattato con acido tartarico. Il costo? Circa 100 mila euro a botte.
Bottiglie esclusive da 1.000 euro all'una
Fuori marmo è stato presentato per la prima volta a fine novembre a Parigi, al ristorante Ledoyen, tre stelle Michelin, dello chef Yannick Alléno.
Tutto, insomma, all'insegna della massima esclusività, a partire dai prezzi. Le bordolesi classiche vengono intorno alle 1.000 euro all'una.
1.000 bordolesi, 120 magnum e 80 doppie magnum
D'altra parte la produzione è limitatissima: sono circa 1.000 le bottiglie ricavate da questo primo esperimento, oltre a 120 magnum e 80 doppie magnum.
Un'operazione di sicuro originale che non ha mancato di suscitare qualche critica, visto che la pietra non dovrebbe poter influire in modo particolare sui vini.