Il corso toscano è la prima Laurea Magistrale per i professionisti del mondo della vite e del vino del Centro Italia.
Si va ad aggiungere ai corsi già attivi dell’Università di Udine in collaborazione con le Università di Padova, Verona e Bolzano, al corso interateneo coordinato dall’Università di Torino con Milano, Palermo, Sassari e Foggia, alla laurea Magistrale in Scienze enologiche dell’Università Federico II di Napoli, al percorso formativo magistrale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e al corso Italian Food and Wine dell’ Università di Padova.
Il sondaggio
«Nel corso della progettazione - spiega il professor Claudio D’Onofrio, responsabile del
corso per l’Università di Pisa- e della presentazione del corso abbiamo realizzato un sondaggio coinvolgendo le associazioni di categoria, gli ordini professionali, i produttori e tutti i diversi portatori di interesse del mondo del vino, per capire quali fossero i fabbisogni formativi e di quali figure professionali il settore avesse più bisogno».
«Dall’analisi dei questionari che abbiamo raccolto sono emersi un fabbisogno concreto di figure professionali altamente specializzate nella gestione biologica e sostenibile della filiera vitivinicola e l’attuale difficoltà nell’individuare figure professionali in grado di coniugare la conoscenza dei nuovi sistemi tecnologici, come quelli che fanno uso di sensoristica avanzata per fare un esempio, con la comprensione delle problematiche agronomiche ed enologiche di gestione del vigneto e della cantina».
«La richiesta veniva poi anche dai nostri stessi studenti, che volendo proseguire negli studi al termine della Laurea Triennale per approfondire ulteriormente le loro conoscenze e desiderando poi dedicarsi alla ricerca richiedevano la possibilità di una Laurea Magistrale in Viticoltura ed Enologia che consentisse loro di accedere ai dottorati».
Le figure professionali
«Il nuovo corso - aggiunge la professoressa Lisa Granchi, responsabile della Laurea
Magistrale per l’Università degli Studi di Firenze - nasce quindi con l’obiettivo di formare delle nuove figure professionali altamente qualificate, capaci di svolgere attività complesse di pianificazione, gestione, consulenza, controllo e coordinamento nell’ambito dell’intera filiera vitivinicola, in un’ottica di sostenibilità e tutela dell’ambiente e in grado di applicare un corretto metodo scientifico nella scelta dei mezzi e degli strumenti di lavoro più innovativi».
«Figure che come richiesto dalla tesi di laurea finale dovranno avere acquisito tutte le competenze necessarie per la realizzazione di un progetto di innovazione».
Le due anime, quella della sostenibilità e quella dell’innovazione, saranno presenti in tutti i corsi con lo scopo di introdurre un approccio di tipo scientifico sia nelle scelte più tradizionali sia in quelle di tipo più tecnologico o industriale e permetteranno di colmare il deficit di formazione e professionalità nelle due grandi trasformazioni che la viticoltura italiana sta attraversando, legate da un lato al passaggio necessario a tecniche di coltivazione progressivamente più sostenibili e dall’altro all’adozione delle nuove tecnologie informatiche e telematiche.
Alleanza Pisa-Firenze
Dopo un primo anno propedeutico i cui corsi, obbligatori per tutti, si terranno in parte a Firenze e in parte a Pisa e saranno affiancati dalle attività pratiche di laboratorio e dalle visite in azienda, gli iscritti potranno scegliere tra due diversi curricula, uno principalmente dedicato all’innovazione tecnologica in vigneto e in cantina che si terrà presso l’ateneo fiorentino, e uno relativo invece alla viticoltura biologica e all’agroecologia che sarà svolto nelle strutture dell’Università di Pisa. Il percorso si completerà con un tirocinio pratico applicativo e l’elaborazione della tesi di laurea.
L’attivazione dei corsi 2020-2021 in ottemperanza alle norme di distanziamento rese necessarie dall’emergenza Covid-19 avverrà in modalità doppia, ovvero con lezioni che si svolgeranno in presenza con contemporanea trasmissione online e registrazione resa disponibile su piattaforme digitali. «L’intento anche nelle fasi successive all’emergenza - aggiunge D’Onofrio - sarà quello di continuare comunque a utilizzare gli strumenti delle piattaforme informatiche che permettono la partecipazione anche agli studenti lavoratori interessati a iscriversi».
Il percorso formativo
«Il primo anno - spiega Granchi - è rivolto all’acquisizione delle competenze nell’ambito analitico ed è dedicato agli approfondimenti sulle principali innovazioni nelle materie di base, come la sensoristica in vigneto, l’impiantistica e la genetica. II percorso formativo del secondo anno che si terrà a Firenze si basa su due canoni, la viticoltura di precisione e l’enologia 4.0 ovvero la gestione attraverso il processo di digitalizzazione di tutto il processo di vinificazione, commercializzazione e promozione dei vini».
Gli studenti che sceglieranno i corsi del secondo anno all’Università di Pisa saranno formati invece alla gestione biologica e all’introduzione delle pratiche sostenibili in vigneto e in cantina.
Dal biologico al biodinamico
«Negli ultimi anni - spiega Claudio D’Onofrio - soprattutto su spinta del mondo della produzione c’è stata una presa di coscienza anche a livello accademico sulla necessità di affrontare le tecniche di gestione biologica del vigneto con un approccio scientifico e con lo sviluppo delle innovazioni e le tecnologie adatte».
«Nel corso di Pisa quindi ci occuperemo dei rapporti della viticoltura con l’ambiente e la sostenibilità e affronteremo la gestione biologica e anche gli aspetti più scientifici presenti nell’approccio biodinamico».
Tempo fino al 31 luglio
Il bando di iscrizione scade il 31 luglio e i candidati saranno ammessi al corso in numero massimo di 30 studenti ogni anno a seguito di un concorso per titoli e colloquio che si terrà nella prima decade di settembre prima dell’inizio dei corsi.