
La viticoltura rigenerativa è un concetto emergente basato sui principi dell'agroecologia e della biodiversità funzionale, che necessita si studi più approfonditi per garantirne l'efficacia.
Gli obiettivi sono migliorare la salute del suolo, aumentare la resilienza dei vigneti e contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso pratiche agricole sostenibili. Questo approccio si differenzia dalle tecniche agricole convenzionali perché non si limita alla sostituzione di input chimici con alternative biologiche, ma promuove un cambiamento sistemico nella gestione dei vigneti. Tuttavia, non esiste ancora una definizione legale e regolamentata di viticoltura rigenerativa e vi è, al contempo, una carenza di studi scientifici specifici su questi sistemi.
L'obiettivo principale dello studio Regenerative Viticulture and Climate Change Resilience di Flora O’Brien et al. è analizzare la letteratura scientifica esistente per trovare dati sulle pratiche della viticoltura rigenerativa e il loro impatto sulla resilienza ai cambiamenti climatici, sulla salute del suolo, sulla biodiversità e sulla qualità del vino, identificando le lacune nella ricerca scientifica su questi argomenti per suggerire aree di studio future, al fine di comprendere meglio i suoi effetti a lungo termine. Mentre esistono molte rassegne scientifiche sull'agroecologia e l'agricoltura rigenerativa, questo lavoro è il primo a esaminare la letteratura relativa alla viticoltura rigenerativa e alle pratiche analizzandone le pratiche e il potenziale.
Principali pratiche della viticoltura rigenerativa
Le principali pratiche della viticoltura rigenerativa, identificate da O’Brien e colleghi, includono:
- Utilizzo di ammendanti organici, come compost, biochar e letame: migliorano la fertilità, la struttura e la capacità idrica del suolo, riducendo l’uso di fertilizzanti di sintesi. Il biochar favorisce il sequestro del carbonio e la crescita delle radici, mentre compost e letame, applicati a lungo termine, aumentano la sostanza organica. Tuttavia, un eccesso di nutrienti può influire negativamente sulla qualità del vino.
- Uso di biostimolanti e di agenti di controllo biologico (BCA): rafforzano la resistenza delle viti a stress ambientali e malattie. I biostimolanti, derivati da alghe, funghi micorrizici e proteine idrolizzate, migliorano la tolleranza alla siccità e l’assorbimento dei nutrienti. I BCA, come il Bacillus subtilis e il Trichoderma, contrastano naturalmente i patogeni, riducendo l’uso di fungicidi chimici.
- Uso delle colture di copertura: proteggono il suolo, riducono l’erosione e aumentano la biodiversità. Migliorano la struttura del terreno e la qualità dell'uva, ma in regioni aride possono competere con le viti per l’acqua.
- Gestione delle infestanti senza erbicidi: utilizza metodi alternativi come la pacciamatura organica, che migliora la ritenzione idrica, le lavorazioni meccaniche, che controllano le infestanti ma possono ridurre la biodiversità, e il pascolo controllato, con pecore nei vigneti per un controllo naturale delle erbe spontanee.
Sfide da affrontare
Nonostante i numerosi benefici, la viticoltura rigenerativa deve ancora affrontare alcune sfide:
- Mancanza di standardizzazione: non esiste ancora una definizione regolamentata di viticoltura rigenerativa e le pratiche variano notevolmente tra i vigneti;
- Effetti variabili sulle rese e sulla qualità: l’impatto delle pratiche rigenerative dipende fortemente dal contesto climatico e dalle caratteristiche del suolo;
- Necessità di studi a lungo termine: servono più ricerche sul rapporto tra viticoltura rigenerativa, emissioni di gas serra e qualità del vino.
Raccomandazioni
Attualmente, l'applicazione della viticoltura rigenerativa si concentra spesso su una o due pratiche specifiche, valutandone gli effetti su un numero ristretto di variabili. Questo approccio non ne coglie pienamente l’impatto sull'ecosistema del vigneto nel suo complesso, né la sua capacità di mitigare o adattarsi ai cambiamenti climatici. La creazione di conoscenze attraverso studi futuri potrebbe essere intrapresa in più luoghi in collaborazione con professionisti e scienziati. Gli studiosi raccomandano un approccio multidisciplinare per valutare meglio l'impatto della viticoltura rigenerativa.
O’Brien, F., Nesbitt, A., Sykes, R., & Kemp, B. (2025). Regenerative viticulture and climate change resilience. OENO One, 59(1). Disponibile qui