La clorosi ferrica è una fisiopatia molto diffusa soprattutto nei suoli calcarei ed è legata alla difficoltà di assorbimento del ferro dal terreno. I trattamenti per la cura di questa carenza attualmente disponibili consistono nella somministrazione per via fogliare o radicale (al suolo) di sostanze chelanti contenenti ferro, come l'EDDHA-Fe e l'EDTA Fe. Questi trattamenti sono costosi e presentano alcuni aspetti negativi, per l'elevato impatto ambientale. Per questo motivo un gruppo di ricercatori cileni e italiani ha studiato l'efficacia di alcuni trattamenti alternativi utili alla prevenzione della clorosi ferrica in vigneto. Risultati soddisfacenti e paragonabili a quelli ottenibili con gli agenti chelanti sono stati ottenuti con una consociazione con la Festuca rubra e con la gestione della nutrizione azotata in associazione con un inibitore della nitrificazione (DMPPH). In modo particolare gli Autori della ricerca hanno osservato come la risposta dovuta alla presenza della Festuca rubra determini un incremento dell'indice fogliare di clorofilla e riduca l'attività radicale della fosfo-enolpiruvato-carbossilasi, un marcatore fisiologico della clorosi ferrica. Articolo originale: J.I. Covarrubias, A. Pisi, A.D. Rombolà. Evaluation of sustainable management techniques for preventing iron chlorosis in the grapevine. Australian Journal of Grape and Wine Research, Volume 20, Issue 1, pages 149–159, February 2014. Abstract a cura di Alessandra Biondi Bartolini