Dalle viti resistenti agli oGM

Simposio di genetica in Cina: i temi caldi e i tabù

Dal 28 luglio al 2 agosto 2014

La contea di Yanqing (80 km a nord di Pechino) ha ospitato l’XI Congresso Internazionale sul miglioramento genetico e la genetica della vite, dal 28 luglio al 2 agosto 2014. Circa 350 persone da 34 Paesi hanno preso parte all’assise che per la prima volta si è svolta in Asia, organizzata da Shaohua Li dell’Istituto di Botanica della Chinese Academy of Science di Pechino. Per l’occasione…

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(approfondimenti a cura dell’autore)

Il valore della ricerca non è solo accademico

Il problema di come valutare l’attività di ricerca (di un singolo ricercatore o di un ente di ricerca/università) è di grande attualità. Recentemente l’argomento è stato trattato in un numero di Nature (24 luglio 2014) che ha riportato il resoconto di una riunione tenutasi a Melbourne con scienziati australiani e neo-zelandesi. La cosa più interessante scaturita da questo dibattito è stata che è opportuno valutare, al di là delle pubblicazioni scientifiche con tutti gli indici ad esse collegati, anche l’attività non accademica, sotto forma di citation equivalents.

In merito alle varietà resistenti ottenibili con la cis-genesi: le possibili obiezioni

Il risultato che si ottiene con tale tecnica è una varietà tradizionale ma con la resistenza, ad esempio, a peronospora e oidio; con l’ibridazione classica si ottiene sempre un individuo resistente alle malattie, ma non esattamente uguale al  vitigno  genitore V. vinifera per quanto riguarda le caratteristiche vegeto-produttive e qualitative. Il risultato è quindi migliore rispetto al metodo tradizionale; ciò che cambia è lo strumento usato. Un’obiezione è che queste resistenze possono essere superate dal patogeno che sviluppa razze sempre più virulente; la risposta è che in natura esistono da millenni viti resistenti alle malattie. Un’altra obiezione è che si riduce la biodiversità; si può rispondere che si potrebbero trasformare tutti gli attuali cloni di uno stesso vitigno. L’obiezione più classica è che con le biotecnologie si fanno gli interessi delle multinazionali; si può rispondere che le multinazionali fanno i loro interessi vendendo i prodotti antiparassitari, che verrebbero invece eliminati. Si ricorda che nel XIX secolo, quando arrivò in Europa la fillossera, ci fu chi avversò l’introduzione del portinnesto perché ritenuta un fattore negativo per la viticoltura di allora, ma si è continuato a bere buon vino, con beneficio anche per l’ambiente (non si sono usati prodotti chimici contro l’insetto). La scienza non h la pretesa di affermate verità immutabili o dei dogmi (questo appartiene alla sfera religiosa) ma di validare oppure falsificare delle ipotesi, mediante il metodo scientifico. Se la sperimentazione dovesse dimostrare che le ipotesi iniziali sono state disattese, allora sarebbe giusto abbandonare questa strada. Se la sperimentazione dovesse invece dimostrare che le ipotesi iniziali erano giuste, che la vite cis-genica cioè resiste bene e a lungo alle malattie, che non ha effetti collaterali negativi per l’uomo (es. allergie) o per l’ambiente, che non si producono quindi Frankestein foods, se tutto questo viene correttamente divulgato e accettato, il decisore politico è più tranquillo nelle decisioni che vorrà prendere. Potrebbe anche scegliere di non autorizzare queste nuove coltivazioni, ma in questo caso la ragione sarà solo di opportunità commerciale e non per altri motivi pretestuosi. Si tenga conto però che in questo caso si dovrà continuare a trattare i vigneti contro le malattie, con tutte le implicazioni connesse. Ribadisco quindi che il dialogo con la società, su basi razionali, sia l’unica strada percorribile. Visto però che comunque l’emotività è un fattore importante e connaturato ad ogni essere umano, si potrebbe eliminare la parola OGM perché ormai associata in maniera irreversibile nell’immaginario collettivo a qualcosa di negativo, e usarne un’altra (ad esempio Chardonnay resistente, Merlot resistente, ecc…). Quanto si vuol ribadire è che si dia modo alla ricerca scientifica di svolgere il suo ruolo, ben consci che essa rappresenti solo una parte del complesso sistema vino e che sia cruciale il rapporto con i consumatori. Comunque vadano le cose, la comunità scientifica si sta impegnando da tempo nello studio di metodi sempre meno impattanti di difesa dai parassiti che, per quanto efficienti, non portanno mai portare ai benefici propri di un sistema che preveda la coltivazione di un genotipo resistente. Il sistema tradizionale ha finora funzionato, ma il suo futuro è molto incerto.

Il punto sul resveratrolo

Il resveratrolo è una molecola prodotta dalla vite in risposta a vari tipi di stress, in particolare gli attacchi fungini, permettendo alla pianta di difendersi parzialmente da questi. Una volta assunta dall’uomo con il vino, esercita una serie di effetti positivi sulla salute, anche se ancora oggetto di discussione tra gli esperti. L’appunto che normalmente si fa è che le basse concentrazioni di resveratrolo nel vino (fino a 30-40 mg/L), considerato un consumo moderato (2 bicchieri/giorno), non siano in grado di dare gli effetti rivendicati. È invece dimostrato che proprio un consumo moderato ma continuativo di vino (specialmente rosso) è in grado di ridurre il rischio di incorrere in malattie cardio-vascolari. L’effetto, invece, relativo all’allungamento della vita di alcuni organismi (e probabilmente anche dell’uomo) è presente ad alte dosi di resveratrolo, non congrue con un regolare e moderato consumo di vino.

Vino e composti nutraceutici

A parità di vitigno, gli ambienti vocati alla qualità, le tecniche colturali orientate ad essa e le pratiche enologiche poco invasive sono in grado di dare vini più ricchi di queste sostanze, per cui un vino di elevate caratteristiche organolettiche è normalmente un vino ricco anche di attributi salutistici. Il rapporto tra vino e salute è oggetto anche di gruppi di studio all’interno dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino (AIVV), dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (OIV), Parigi), ed è valorizzato dall’Associazione Wine in Moderation, nata nel 2011 all’interno dell’industria del vino, che ha lo scopo di favorire un consumo consapevole di vino.  

Simposio di genetica in Cina: i temi caldi e i tabù - Ultima modifica: 2014-11-09T16:56:55+01:00 da Redazione

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