Immersa tra le verdi colline del Chianti Classico, Vecchie Terre di Montefili ha concluso la vendemmia 2024 con uno spirito di rinnovata conferma dei propri valori di sostenibilità e rispetto ambientale. Nonostante una stagione agricola imprevedibile, l'azienda ha trasformato le sfide climatiche in un'opportunità per dimostrare la resilienza e la vitalità del proprio patrimonio viticolo.
"Nonostante le difficoltà incontrate, le nostre vigne hanno mostrato una notevole capacità di adattamento, resa possibile anche dalle pratiche agricole sostenibili e rispettose dell'ambiente che adottiamo, come testimoniato dalla nostra certificazione Diversity Ark", afferma Serena Gusmeri, enologa e direttore di Vecchie Terre di Montefili.
La certificazione Diversity Ark
È stato proprio per rispondere anche a queste sfide e adottare le misure più coerenti per affrontarle che la cantina ha aderito alla certificazione Diversity Ark. "Diversity Ark è stata la risposta alla volontà di certificare un lavoro intrapreso da anni dove ricerca, competenze tecniche ed etica si sono unite. La conoscenza profonda dei nostri vigneti, del loro stato di salute basato su dati scientifici e controlli costanti, ci ha permesso di migliorare e rafforzare il microcosmo che vive all’interno di essi valorizzando così la biodiversità composta da insetti e piante. La costanza di questo percorso ha dimostrato quanto sia fondamentale, in tempi così sfidanti, il mantenimento di un corretto equilibrio agro-ecologico per la salute delle viti rafforzando la loro capacità di adattamento ai diversi stress ambientali. Questa scelta si inserisce perfettamente nella nostra filosofia aziendale, che da anni si dedica ad una viticoltura etica e responsabile che protegge non solo le vigne ma anche l’areale in cui ci troviamo," commenta Serena Gusmeri.
Al centro della certificazione c’è il rispetto per la biodiversità del suolo e dell’ambiente, perseguito attraverso un approccio olistico all’agricoltura. Ciò include il monitoraggio dello stato di benessere dei suoli, la certificazione della biodiversità faunistica e floristica dell’appezzamento, e il campionamento del suolo. È fondamentale anche il divieto di uso di diserbanti e antiparassitari nocivi per la salute umana, e la verifica dell’assenza di plastiche nel terreno.
L'annata 2024
Analizzando l’annata 2024, la cantina ha messo in luce come la stagione abbia preso il via con circa tre settimane d'anticipo rispetto ai tempi usuali per la zona di Montefili, avviandosi già a metà aprile. La primavera, caratterizzata da piogge moderate ma fondamentali, e le temperature contenute fino alla metà di luglio, hanno favorito un corretto sviluppo delle fasi di fioritura e allegagione delle viti.
Tuttavia, ad agosto, un'impennata delle temperature ha posto le piante di fronte alla necessità di adattarsi rapidamente a condizioni di stress, gestite efficacemente grazie a una selezione anticipata dell'uva effettuata a luglio, resasi necessaria a fronte di un carico per pianta superiore alla norma.
Settembre ha portato sorprese, con l'arrivo di piogge abbondanti e un abbassamento delle temperature, che hanno rallentato la maturazione delle uve e aumentato la dimensione dei grappoli. Contrariamente alle previsioni di un'anticipazione, la vendemmia è stata quindi posticipata alla prima decade di ottobre.
"Quest'anno più che mai, la sfida è stata attendere con pazienza il momento opportuno per la raccolta, assicurandoci di selezionare i grappoli nel loro punto di maturazione ottimale. Il Sangiovese del 2024 sarà caratterizzato da una minore concentrazione ma da una maggiore freschezza, un'evoluzione che si preannuncia molto interessante," continua l’enologa.
Grazie all'approccio olistico adottato, l'azienda ha saputo far fronte alle avversità, in particolare alle piogge incessanti senza lasciarsi sopraffare, mantenendo la qualità delle uve e garantendo un raccolto totalmente soddisfacente.