La conferenza stampa milanese di Federvini, tenutasi l’8 settembre 2016 in collaborazione con Fondazione Edison, ha messo a disposizione dei partecipanti molti spunti interessanti. Un’occasione per fare il pnto sull’export del vino italiano visto nelle sue peculiarità, commentando i dati in modo disaggregato, andando ad analizzare macro e microzone nonché singole province e utilizzando i dati stessi in chiave di prevsione delle migliori strategie da adottare nel futuro medio e lungo per sviluppare o consolidare mercati e trend positivi. Tanti i temi toccati: dalla preoccupazione per il fenomeno Prosecco, all’analisi concreta e scevra da trionfalismi della situazione attuale dell’export di vino italiano in Cina: “Il vino italiano esportato in Cina non raggiunge i 100 milioni di fatturato l’anno, mentre la Francia fa dieci volte tanto. Ben vengano dunque tutte le azioni di promozione del vino italiano in Cina, senza però dimenticare che dell’Italia come terra che produce vino, delle sue aree vocate, della sua storia e tradizione il consumatore cinese sa ancora troppo poco. E questo è un gap da colmare“. D’altronde lo stesso Boscaini in apertura di conferenza ha sottolineato la necessità di non perdere mai di vista “il patrimonio culturale rappresentato dal settore vino, spirtii e aceti italiani“. D’altro canto, per quanto le peculiarità siano la nostra forza, occorre anche tenere presente che nella comunicazione sui mercati esteri l’eccessiva frammentazione non paga. (C.F.) Federvini – Federazione Italiana Industriali Produttori Esportatori e Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti e Affini – insieme a Fondazione Edison ha presentato giovedì 8 settembre a Milano i dati di una recente ricerca sull’importanza della filiera vitivinicola italiana nell’economia nazionale ed internazionale condotta dalla Fondazione stessa. Due i focus della conferenza stampa. Da un lato un approfondimento sul commercio estero della filiera vitivinicola italiana con gli ultimi dati di export e di bilancia commerciale del settore e dall’altro un’analisi del contributo dato dai vari territori italiani (sia Regioni che Province) alla filiera stessa. I prodotti alimentari e delle bevande dell’Italia, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, ottengono risultati straordinari sul mercato mondiale collocando il nostro Paese tra quelli più competitivi nel settore “Food&Wine”. In particolare, negli anni più recenti, l’industria enologica italiana ha conosciuto un vero e proprio boom trascinando con sé l’intera industria delle bevande alcoliche. Nel 2015 l’industria ha ottenuto nuovi record: le esportazioni hanno raggiunto i 7,3 miliardi e il saldo commerciale ha registrato un avanzo di 5,8. Di questi i Vini di uve contribuiscono con 5,4 miliardi di export e 5 miliardi di surplus commerciale. Secondo l’Indice Fortis-Corradini elaborato per conto della Fondazione Edison che calcola le eccellenze competitive nel commercio internazionale in base al saldo commerciale, l’Italia nel 2015 (ultimi dati disponibili) si è posizionata al secondo posto nel mondo per saldo commerciale in Vini di uve in bottiglia e in Vini Spumanti, e prima in assoluto in Aceti, Liquori, Vermouth e Amari. Nel 2015 il Veneto si è confermato la principale regione italiana esportatrice di Vini e bevande alcoliche con oltre 2 miliardi di euro di valore dell’export, segue il Piemonte con 1,4 miliardi, in leve calo rispetto al 2014 (-0,8%), la Lombardia con 1 miliardo di export e la Toscana con 930 milioni), entrambe in crescita. Valori importanti sono registrati anche dal Trentino Alto Adige e dall’Emilia Romagna, rispettivamente 542 e 370 milioni di euro. L’approfondimento dei dati a livello provinciale ci permette di scoprire che dei 7,3 miliardi di euro esportati complessivamente dall’industria dei Vini e delle bevande alcoliche circa 2,3 miliardi derivano da sole 3 province italiane che esportano rispettivamente valori superiori a 500 milioni di euro: Verona, Cuneo e Treviso. A queste si aggiungono altre 7 province, che si posizionano nella classe di fatturato estero che va dai 200 milioni di euro ai 499, che insieme raggiungono un export di 2,2 miliardi. Da queste 10 province italiane deriva il 60% dell’intero export italiano di Vine e bevande alcoliche. L’industria dei Vini e delle Bevande risulta essere di fondamentale importanza per l’economia del territorio di alcune province italiane in quanto ne rappresenta il principale settore per valori di export. E’ il caso della provincia di Trento, Siena e Asti; o il secondo settore come nel caso delle già citate Verona e Cuneo e nel caso di Venezia. “Il valore delle esportazioni italiane nel settore del vino e delle bevande alcoliche è un importante indicatore della qualità dei nostri prodotti – ha dichiarato il Presidente di Federvini, Sandro Boscaini. – L’intera filiera vitivinicola non può però rimanere ferma e cullarsi dei risultati positivi finora raggiunti e pertanto, come già suggerito dal Ministro Martina, occorre uno sforzo maggiore da parte di tutti i soggetti della filiera per migliorare ulteriormente la qualità della produzione italiana. L’impegno comune da parte di tutti i protagonisti del mondo vitivinicolo – continua il Presidente di Federvini – deve essere orientato a far sì che il vino italiano diventi espressione di esperienza, tradizione, cultura, territorio e valori umani. Le previsioni per la vendemmia di quest’anno sono veramente ottime – conclude Boscaini – e di conseguenza le aspettative sul mercato sono buone ed in crescita rispetto all’anno precedente”. “Pochi settori come quello del vino, degli spumanti, dei liquori, degli amari e degli aceti contribuiscono in modo altrettanto importante alla bilancia commerciale italiana”- ha dichiarato Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison e docente all’Università Cattolica di Milano. “Non è soltanto un contributo quantitativo, che in termini di surplus con l’estero vale oltre 5 miliardi di euro, una cifra davvero straordinaria. Ma è anche un contributo culturale e sociale a 360 gradi di un modello produttivo sia verticale sia trasversale, che valorizza nello stesso tempo tradizioni, agricoltura, tipicità territoriali e occupazione, trainato da una imprenditoria dinamica, capace di essere locale ed internazionale ad un tempo. La filiera del vino è una bandiera del Made in Italy che ogni anno sta dimostrando di saper fare passi in avanti enormi in termini di qualità e innovazione”.
Conferenza stampa Federvini - Fondazione Edison
Quanto vale la filiera vitivinicola italiana?
Il Veneto si prima regione italiana esportatrice di vini e bevande alcoliche