Preoccupa, e non poco, il fronte orientale dell’export italiano di vini. È stata accolta con notevole apprensione la notizia proveniente dalla Russia, uno dei mercati di elezione per il prodotto Made in Italy, secondo cui le autorità di Mosca avrebbero avviato l’iter normativo per vietare di etichettare come Natural wine i vini arricchiti con mosti d’uva concentrati rettificati e con saccarosio, i quali dovrebbero invece essere designati come Wine beverage. Federmosti ha immediatamente lanciato l’allarme direttamente alla Commissione Europea e al Ministero delle Politiche Agricole, ricordando che il provvedimento riguarderebbe circa il 70% dei vini europei e che la Russia costituisce il secondo mercato extra-Ue per i vini italiani, dopo gli Usa, con circa 109 milioni di litri commercializzati nel 2010. Se l’iniziativa intrapresa in Russia dovesse giungere a compimento ed entrare in vigore il prossimo 1 luglio, si implementerebbe in maniera esponenziale l’onere dei dazi per i prodotti italiani, pari a circa cinque volte i livelli attuali, con conseguente aumento dei prezzi sul mercato.