Calano i consumi, aumentano i costi di produzione, ma Cavit continua a crescere.
Nonostante i venti contrari il bilancio del Consorzio che raggruppa 11 cantine sociali del Trentino (per oltre 5mila soci viticoltori) è positivo e l’assemblea dei soci convocata presso il Centro Congressi di Riva del Garda lo ha approvato all’unanimità.
Positivi gli aggregati
Sale infatti a 267,1 milioni di euro il fatturato del Gruppo relativo al 2022/23, con un leggero incremento (+0,9%) rispetto all'esercizio precedente nonostante l'aumento del costo dei materiali di confezionamento e dell'energia. Un risultato che si avvicina al record registrato nel 2020/21 (271 milioni).
Il patrimonio netto si è attestato su 113,5 milioni di euro mentre la posizione finanziaria netta resta positiva, con 24,5 milioni di euro, al di sopra del dato pre-covid (ma nell’esercizio 2021/22 era arrivata a 39,6 milioni).
Capogruppo in leggera flessione
Per quanto riguarda i risultati della capogruppo Cavit Sc, dopo l’esercizio 2020-2021 segnato da un’impennata del 20%, il fatturato ha registrato un calo dell’-1,9%. Risultati che tuttavia restano superiori al periodo pre-pandemia (+14% rispetto all’esercizio 2019-2020).
Liquidazioni sempre al top
La soddisfazione dei produttori è stata rappresentata dal presidente del Gruppo Lorenzo Libera che, in apertura della conferenza stampa, ha affermato: «Siamo soddisfatti del livello di liquidazioni che anche quest’anno abbiamo potuto garantire alle cantine associate, nonostante le flessione dei consumi e il forte impatto dei costi dell’energia e delle materie prime».
Ed ancora: «il nostro modello cooperativo si basa su una rete di imprese che coniuga la dedizione dei viticoltori impegnati nelle pratiche sostenibili, le competenze delle cantine e il deciso supporto del Consorzio Cavit. In questi tempi difficili, questo approccio integrato è stato più che fondamentale, in quanto ha assicurato cooperazione e stabilità a prescindere dalla situazione contingente».
Reagire a un mercato che cambia
Dal canto suo il direttore generale di Cavit Enrico Zanoni, ha sottolineato la «capacità di adattamento e flessibilità che hanno permesso al Consorzio di mantenere un risultato più che soddisfacente in uno scenario complesso, che ha visto la concordanza di due fenomeni contrastanti: da una parte la flessione dei consumi e dall’altra il contemporaneo aumento dei costi».
E il futuro? «Ci attendono sfide importanti nei prossimi anni. La solida base patrimoniale e strutturale rappresenta un asset fondamentale per il nostro Gruppo, su cui dovremo continuare a sviluppare valore, potenziando ulteriormente la nostra capacità di innovazione e di adattamento ai fenomeni complessi con prontezza».
Fugatti assicura il sostegno della Provincia autonoma
Parole di apprezzamento sono venute anche dal confermato presidente della Provincia Maurizio Fugatti e dall’assessore alla Cooperazione Mario Tonina, oltre che dal presidente della Cooperazione trentina Roberto Simoni.
Significativa la presenza nel corso della presentazione del Bilancio del Prof Carlo Cottarelli, Commissario per la Revisione della Spesa Pubblica nei governi Letta e Renzi e attualmente direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano
Fugatti dopo aver sottolineato le capacità manageriali che Cavit ha saputo esprimere con risultati più che positivi, ha assicurato il costante supporto della Provincia su tante tematiche comuni come quella delle fitopatie e più in generale delle conseguenze dei cambiamenti climatici che ci devono vedere preparati ad affrontarli sviluppando una sostenibilità integrale.
Il Trentodoc e il Kessler
Anche Cavit beneficia dell’onda lunga della forte richiesta delle bollicine. Nella linea spumantistica del Gruppo prosegue infatti il trend positivo con risultati soddisfacenti per il brand Altemasi Trentodoc, e una crescita sostenuta sia per il Cesarini Sforza (acquisito dalla Cantina Lavis- Valle di Cembra in occasione del rientro nel Gruppo Cavit), che per la Kessler Sekt.
L’azienda acquistata in Germania, in particolare, registra 13 milioni di euro di fatturato (+10%), beneficiando del ritorno del consumo fuori casa, e nel caso del Cesarini Sforza, dell’allargamento dei canali distributivi grazie al supporto della controllata.
I canali di distribuzione
I canali distributivi di Cavit coprono una gamma molto vasta, dalla gdo all’Horeca fino all’e-commerce. In particolare i rapporti consolidati con la gdo, hanno garantito una presenza capillare dei prodotti Cavit sugli scaffali, graduale la ripresa dei canali fuori casa colpiti dalla pandemia, ottima la performance dell’e-commerce.
Uno sguardo ai mercati
«Grazie ad una strategia mirata e differenziata - ha sottolineato il direttore Zanoni vero stratega del Gruppo che sta dirigendo con umanità e capacità strategiche non comuni - non si registrano difficoltà di mercato». «Il fatto che oltre il 76% del prodotto prenda la strada dell’export pur in un contesto di un calo generalizzato dei consumi anche all’estero, ne è una prova».
Come sempre il Nord America rappresenta il mercato più importante di consumo del vino nel mondo ma è anche il migliore sbocco dei vini Cavit. Negli USA come già lo scorso anno, ha continuato a reagire meglio del mercato, con un più 1,9% confermando la propria posizione di leader con il Pinot Grigio.
In Italia secondo mercato di sbocco per il Gruppo Cavit, dopo gli Usa, ha la fedeltà al marchio Cavit e la qualità dei prodotti ha consentito di mantenere le posizioni per un giro di affari che rappresenta il 24% del consolidato.
L’impegno sul fronte della sostenibilità e dell’innovazione
Prosegue l’impegno di Cavit tramite i suoi servizi di alta qualità agli associati sul fronte della sostenibilità con un forte supporto della piattaforma tecnologica Pica, attiva da bel 2010, la certificazione ISO 14.001 e la certificazione SQNPI (sistema di qualità nazionale produzione integrata).