Cavit dribbla l’impennata dei costi

Dai dati di bilancio presentati a Riva del Garda emerge la solidità di un gruppo che lima al 2,3% le perdite rispetto al 2021, ma registra un forte trend di crescita nelle bollicine tanto da programmare il raddoppio delle linee di imbottigliamento

Assemblea annuale dei soci di Cavit al Centro Congressi di Riva del Garda.

Lorenzo Libera ASSEMBLEA Cavit 2022 Riva del Garda (foto Daniele Panato/Agenzia Panato)

Dopo un’annata che ha visto una crescita straordinaria, e irripetibile, i risultati di questo ultimo esercizio confermano una liquidazione ai soci pari a quella dell’anno precedente nonostante che già dall’autunno dello scorso anno si sia assistito ad un costante aumento dei prezzi dei beni di consumo: energetici, cartonaggio, noli e bottiglie.

«Per questo - ha affermato il presidente Lorenzo Libera -, c’è piena soddisfazione dei soci».

Il raddoppio della cantina spumanti

Cavit registra infatti una grande solidità finanziaria ed un’adeguata patrimonializzazione che le permette di programmare a breve l’ampliamento della cantina spumanti, oggi in difficoltà a soddisfare la forte domanda, con raddoppio delle linee di confezionamento ed un consistente ampliamento della superficie riservata allo stoccaggio. Il comparto bollicine, in costante crescita, conta su diverse realtà che producono sia il metodo Charmat che il Trentodoc.

Dall’Altemasi, alla recente acquisizione di Cesarini Sforza spumanti, alla tedesca Kessler, acquisita 8 anni orsono. «Tutte - afferma il direttore generale Enrico Zanoni - marciano con il segno più. Ad oggi al comparto bollicine viene riservato il 30 % della produzione e le prospettive sono molto interessanti perché i soci sono in grado di assicurare tutta la base spumante di qualità necessaria».

I principali dati di bilancio

Enrico Zanoni ASSEMBLEA Cavit 2022 Riva del Garda (foto Daniele Panato/Agenzia Panato)

Il fatturato si è attestato a quota 264,8 milioni di euro con una flessione sull’esercizio precedente del 2,3%, ma se lo confrontiamo con il trend del periodo pre-covid registriamo una decisa crescita costante: + 26,3% sull’esercizio 2021-2022 vs esercizio 2019/2020.

In linea con le previsioni di budget la lieve flessione di fatturato ha riguardato innanzi tutto la Società Cavit Sc, segnata dal progressivo assestamento post pandemia, ha spiegato Zanoni nella conferenza stampa seguita alla assemblea. «Questa- ha spiegato- è dovuta al progressivo assestamento post-pandemia con un ritorno dei consumi fuori casa e di conseguenza ad una contrazione di quelli fatti in casa. Ma anche al ridimensionamento del balzo in avanti registrato in epoca covid dal mercato Nord Americano e dell’impatto sul bilancio dei primi 5 mesi del 2002, ultimi dell’esercizio contraddistinti da una grave e generalizzata pressione dei costi».

E per il futuro? Dopo le contrazioni delle vendite degli ultimi sei mesi che hanno registrato un meno 8% nel volume e un 4% nel valore, per il futuro c’è cautela a fronte di uno scenario di forte incertezza e di crisi sul mercato globale. Questa, è dovuta a criticità di approvvigionamento della logistica che hanno impattato fortemente sulla performance di chiusura d’anno del Gruppo e che stanno incidendo in modo ancora più rilevante sull’esercizio in corso.

La qualità intesa anche come sostenibilità

Obiettivo del Gruppo, hanno ribadito presidente e direttore, è quello di proseguire sul fronte della qualità intesa anche come sostenibilità che deve essere ambientale, sociale ma anche economia. Per questo è molto importante il progetto PICA avviato oltre un decennio fa che consiste in una piattaforma integrata Cartografica Agriviticola. Un programma in continua evoluzione modello all’avanguardia tecnologica per una viticoltura di precisione. In base a questo è possibile fra l’altro mettere la varietà giusta al posto giusto in fase di rinnovo dei vigneti da parte dei 5300 soci.

Anche in futuro come è già avvento in passato Cavit proseguirà nell’investire in ricerca e innovazione. A questa è legata anche l’introduzione in maniera massiccia delle varietà resistenti una volta che la normativa a livello nazionale ed europeo in materia sarà aggiornata e resa tale da poter produrre anche i vini DOC da questi vitigni resistenti alle principali crittogame. Questo anche come contributo alla richiesta dell’Ue sul fronte della coltivazione sostenibile.

I PRINCIPALI MERCATI

Il Gruppo Cavit punta a consolidare la strategia di diversificazione dei mercati, l’export rappresenta oggi il 76% del volume di affari del Gruppo Cavit, confermando gli Stati Uniti ed il Canada in primo piano come principali paesi importatori seguiti da una pluralità di mercati tra cui il Belgio, l’Olanda, la Svezia, la Danimarca, la Germania, la Repubblica Ceca, la Svizzera e l’Austria.

Cavit dribbla l’impennata dei costi - Ultima modifica: 2022-11-27T22:49:51+01:00 da Lorenzo Tosi

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