L’analisi dei meccanismi di resistenza a Xylella fastidiosa nella Vitis vinifera e l’incremento della resilienza della viticoltura di fronte al pericoloso batterio.
Sono le azioni, miranti a prevenire il possibile impatto della Xylella sulla viticoltura pugliese e più in generale italiana, previste, con numerose altre, dal progetto di ricerca triennale (2023-2026) Novixgen (Nuove prospettive di sviluppo per l’Olivicoltura italiana attraverso la valorizzazione della biodiversità e la selezione di materiale GENetico d’olivo tollerante/resistente a Xylella fastidiosa e azioni mirate a prevenire il possibile impatto sulla Viticoltura).
Il progetto, finanziato dal Masaf e coordinato dal Crea, è stato ufficialmente presentato a Roma nella sede centrale del Crea, alla presenza del commissario Crea Mario Pezzotti.
Novixgen, non solo olivicoltura
Novixgen si occupa innanzitutto di olivicoltura, attraverso il recupero e la caratterizzazione di materiale genetico con potenziali tratti di resistenza/tolleranza a Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53 sul territorio infetto, la realizzazione di incroci controllati, il reperimento di altro materiale genetico interessante come fonte di valutazione e studio dei meccanismi di resistenza/tolleranza al batterio da parte dell’olivo.
Ma dedica un approfondimento alla viticoltura, alla quale è riservata una delle sette Work Package (WP), la WP 6: “Analisi dei meccanismi di resistenza nella Vitis vinifera e incremento della resilienza della viticoltura all’impatto della Xylella fastidiosa”, i cui responsabili scientifici sono Carlo Bergamini e Walter Chitarra, ricercatori del Crea Viticoltura ed Enologia.
WP 6, tutta per la viticoltura
La WP 6, ha illustrato Elena Santilli, ricercatrice del Crea OFA e coordinatrice del progetto Novixgen, si articola attraverso tre Task. «La Task 1 è lo studio delle risposte metaboliche e molecolari di genotipi di Vitis spp. suscettibili o resistenti a Xylella fastidiosa. Vogliamo dare risposta a domande come: quali varietà italiane di vite sono suscettibili al batterio? come si comporterebbero in caso di infezione rispetto a varietà resistenti?
La Task 2 è l’avvio di uno specifico programma di miglioramento genetico per inserire i loci genici di resistenza nelle varietà di interesse del panorama viticolo italiano. Finora in Italia nessun programma di breeding ha lavorato con fonti di resistenza contro la malattia di Pierce, causata da Xylella fastidiosa subsp. fastidiosa. Il progetto è, quindi, lungimirante, perché investiamo oggi per essere preparati domani.
La Task 3 consiste nello studio del microbioma associato a diversi tessuti, e in particolare al legno: verranno identificati microrganismi potenzialmente utili nella resistenza/tolleranza diretta e/o indiretta al patogeno. Si occuperà, pertanto, della formulazione di comunità microbiche attive contro Xylella fastidiosa».
Viticoltura italiana, gigante dai piedi d’argilla?
È stata una buona idea inserire anche la vite all’interno del progetto Novixgen, perché la Xylella fastidiosa non è lontana, relegata in California, come fino a qualche tempo fa, ma è già arrivata, con alcuni focolai, in Portogallo e nelle isole Baleari, territori che sono vicini all’Italia, ha sostenuto Riccardo Velasco, direttore del Crea Viticoltura ed Enologia.
«La viticoltura italiana è un gigante, come testimoniano la produzione in continua crescita nel 2022, nonostante la grandine, la flavescenza dorata e la siccità estiva, e il miglioramento continuo della qualità, anche se esportiamo a prezzi pari alla metà di quelli francesi.
La nostra viticoltura è prima nel mondo, ma rischia di essere un gigante dai piedi d’argilla: quest’anno abbiamo avuto grossi problemi di peronospora, presa, secondo me, un po’ sotto gamba. Attenzione, quindi, che il cambiamento climatico e la bassa attenzione alla peronospora possono causare danni irreparabili. Dalle Marche alla Puglia la viticoltura ha perso tantissimo, non possiamo ignorarlo. Ma la genetica può aiutarci a prevenire il problema della peronospora.
Così come per la Xylella sappiamo che sul cromosoma 14 della vite esiste una resistenza al batterio selezionata dalla Vitis arizonica, che può essere utilizzata sia nel miglioramento genetico tradizionale sia nelle nuove biotecnologie. I primi focolai di Xylella fastidiosa subsp. fastidiosa, che attacca la vite, sono stati già individuati nel Portogallo e nelle isole Baleari: una sottospecie che, poiché quei territori non sono tanto lontani, potrebbe giungere anche in Italia. Perciò occorre lavorare per ottenere risultati che siano di aiuto nel prevenire questo problema».
Varietà italiane di vite di fronte alla malattia di Pierce?
Ma come opererà concretamente la WP 6? Le analisi dei meccanismi di resistenza nella Vitis vinifera, ha spiegato Velasco, sono volte a comprendere come si comporterebbero le varietà di vite italiane, e in particolare le meridionali, se un giorno (ma speriamo mai!) dovesse arrivare in Italia l'agente patogeno della malattia di Pierce.
«Per motivi di sicurezza Xylella fastidiosa subsp. fastidiosa non sarà né importata né impiegata. Le valutazioni verranno fatte sfruttando Xylella fastidiosa subsp. pauca, già presente in Puglia, con sperimentazioni in una serra che sarà approntata nella zona infetta del Salento, precisamente presso l’azienda del Crea Podere Sant'Anna di Monteroni di Lecce. L'incremento della resilienza della viticoltura a un eventuale arrivo dell'agente della malattia di Pierce sarà ottenuto effettuando nuovi incroci tra varietà di vite locali e varietà con nota resistenza verso la malattia. Avremo quindi nel germoplasma italiano a disposizione una riserva pubblica di varietà con resistenza alla malattia».