Odissea nello spazio per il vino italiano. Ma l'epico film di Stanley Kubrick non c'entra nulla. E neppure la fantascienza.
I vini delle cantine Biondi-Santi, Feudi di San Gregorio e Gaja e alcune loro barbatelle, infatti, sono state affidate all’Agenzia Spaziale Italiana per la realizzazione di un esperimento scientifico avanzato che avrà come destinazione il primo avamposto vitivinicolo in orbita nello spazio, la Stazione Spaziale Internazionale.
La consegna è avvenuta nei giorni scorsi a Roma, in occasione del 15° Forum Internazionale della Cultura del Vino, organizzato dalla Fondazione Italiana Sommelier.
6 bottiglie di vino di 2 differenti annate nello Spazio
Si tratta di un’iniziativa unica nel suo genere, che mette il vino al centro di un progetto di ricerca avveniristico.
Protagonisti saranno tre vitigni rappresentativi del patrimonio enoico del Belpaese - Sangiovese, Aglianico e Nebbiolo - e tre aziende iconiche della produzione enologica made in Italy.
Sei bottiglie di vino, di due differenti annate - Brunello di Montalcino Riserva 2006 e 2015 per Biondi-Santi, Piano di Montevergine 2012 e 2015 per Feudi di San Gregorio, Barolo Sperss 1988 e 2017 per Gaja – e tre barbatelle con le foglie del proprio vitigno, sono state consegnate da ciascun produttore per esperimenti scientifici in microgravità e per lo studio delle potenzialità della coltivazione della vite nello spazio.
A 400 km di altezza e a 28 mila km all'ora
Per ciascuna annata sarà inviata una bottiglia in orbita sulla Stazione Spaziale per studiare la sua conservazione sperimentale a 400 chilometri di altezza a una velocità al suolo di oltre 28 mila chilometri all’ora.
Un’altra bottiglia sarà esaminata dal Gabinetto di Analisi dell’Agenzia Spaziale Italiana prima del viaggio nello spazio e l’ultima bottiglia sarà custodita presso la Fondazione Italiana Sommelier per la comparazione dopo il viaggio di ritorno.
L’intento è quello di valutare il potere di invecchiamento dei vini nello spazio e indagare sulle variabili di conservazione delle annate più recenti rispetto a quelle più mature di ciascun vino.
Biondi-Santi ambasciatore del Brunello
In rappresentanza della Toscana, Biondi-Santi, il primo produttore nella storia del Brunello, ha aderito al progetto con la consegna del Brunello di Montalcino Riserva 2006 e l’ultima uscita sul mercato, l’annata 2015.
“Il vino è una storia che evolve nel tempo", ha commentato Giampiero Bertolini, Amministratore Delegato dell'azienda. "Biondi-Santi ha nel suo DNA la sperimentazione e il ricorso a tecniche innovative adottate in primis da enologi illuminati come Franco Biondi Santi, che arrivò alla identificazione del clone BBS11 nel 1978. Oggi Biondi-Santi è entrata in una nuova era ed è una grande emozione portare i nostri vini e delle nostre barbatelle nello spazio, e pensare che questo possa rappresentare un nuovo passo per aggiungere informazioni utili al futuro della nostra cantina”.
L'Aglianico dei Feudi di San Gregorio
Tra i vitigni autoctoni della tradizione campana è stato selezionato l’Aglianico, quello proveniente dal vigneto simbolo della cantina Feudi di San Gregorio, il Piano di Montevergine, da cui nasce la Riserva di Taurasi.
Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio, ha dichiarato: “Quando ho saputo che il nostro aglianico avrebbe viaggiato nello spazio, mi sono davvero emozionato: la Feudi di San Gregorio è nata con l’intento di portare la bellezza dell’Irpinia e dei suoi vini in terre lontane, ma mai avrei pensato che sarebbero arrivati così lontano". Oltre a quella corrente, la 2015, ho scelto un’altra annata iconica: la 2012, la nostra ventesima vendemmia”.
Il Nebbiolo di Gaja e delle Langhe in orbita
Altro vitigno selezionato il Nebbiolo dei vigneti della città di Serralunga, nel cuore delle Langhe, a Barolo Spellsdigaja. Oggetto dell'esperimento spaziale è la prima annata 1988 di Gaja e l'ultima annata 2017.
Angelo Gaja ha tenuto a sottolineare come “Il progetto Vino nello Spazio è un messaggio di civiltà. Già i romani, quando si espandevano in nuovi territori, diffondevano la coltivazione della vite per produrre vino quale ambasciatore di pace, gioia e fraternità. Non sappiamo quando sarà possibile raggiungere nuovi pianeti ospitali, ma dalla vite e dal vino, la bevanda mediterranea più ricca di storia e di cultura, ne deriva un messaggio d’augurio.”