Schizosaccharomyces, un lievito controverso
Il genere Schizosaccharomyces è da tempo oggetto di interesse da parte dell’industria enologica. Capace di causare gravi alterazioni ai vini, possiede tuttavia diversi metabolismi potenzialmente utili, tanto da prospettarne applicazioni commerciali. In questo articolo cercheremo di capire, grazie alla bibliografia scientifica sull’argomento, quali i rischi e le opportunità che questo microrganismo offre, visto il rinnovato interesse per l’impiego nella vinificazione di lieviti differenti da Saccharomyces cerevisiae
La conversione dei lieviti “cattivi”
Il caso Saccharomycodes ludwigii: un lievito controverso, capace di dannose alterazioni di vini e mosti. L’osservazione della possibilità di modulare la produzione della maggior parte dei suoi metaboliti secondari mediante fermentazione mista con Saccharomyces cerevisiae apre le porte ad un suo utile utilizzo per migliorare l’aroma varietale nei vini bianchi (ma non dei rossi)
Migliora la qualità del perlage nei vini spumanti con i prodotti...
Spuma e perlage sono elementi peculiari del vino spumante che rivestono una grande importanza nella sua valutazione qualitativa. Essi non sono solo attributi visivi ma fattori che influenzano in modo significativo le sensazioni gustative di cremosità, morbidezza e croccantezza.
Le condizioni in cui avviene la presa di spuma hanno una...
Perdomini-IOC: mannoproteine per aumentare la freschezza e la longevità dei vini...
Il ceppo di lievito influisce fortemente sul potenziale di rilascio di alcuni composti e questa proprietà dipende anche dalle condizioni di crescita del lievito stesso. Il momento e il metodo di inattivazione del lievito, inoltre, determinano una liberazione più o meno rapida e selettiva dei diversi composti del lievito...
Bioenologia 2.0: le precipitazioni tartariche non sono più un cruccio
La stabilità tartarica è un problema che si ripresenta ogni anno in cantina. Per affrontarlo e sconfiggerlo è necessario imporre un metodo d’attacco serio e risoluto e nello stesso tempo rispettoso della qualità del vino. Insomma pugno d’acciaio e guanto di velluto insieme. Impossibile? No, con Retinex di Bioenologia...
Quando i lieviti riducono l’alcol
I lieviti non-Saccharomyces sono una risorsa? Dopo almeno tre decenni nei quali la priorità è stata selezionare lieviti con la massima resa di trasformazione degli zuccheri in alcol, il riscaldamento climatico presenta il conto con vini spesso esuberanti nel contenuto di etanolo. La ricerca mette in evidenza che i microrganismi possono giocare un ruolo determinante, ecco come mettere in pratica queste acquisizioni
Sedici lieviti non Saccharomyces che esaltano l’aroma dei vini
Grazie all’evoluzione della biologia molecolare i lieviti non-Saccharomyces hanno cominciato a essere studiati nelle loro potenzialità enologiche. Non solo per gli effetti aromatici, ma anche per ridurre alcol e fosfiti, per ottenere più freschezza e anche maggiore salubrità. Diventando strumenti biologici di precisione nella gestione della qualità dei vini
Tecnologie per favorire l’insediamento dei nuovi inoculi
Ultrasuoni, ozonizzazione, luce pulsata ecc. Nuove soluzioni tecnologiche per il successo dell'inoculo di specie "deboli" di lieviti come quelle dei non Saccharomyces
Lieviti che consentono di ridurre i solfiti
La capacità di alcune specie e ceppi di lieviti non Saccharomyces di produrre tossine e composti antimicrobici in grado di limitare la crescita e lo sviluppo degli altri microrganismi può avere un ruolo decisivo nella sfida di ridurre il ricorso ai solfiti in vinificazione
Biotecnologie per vini con ridotto contenuto alcolico
Produrre meno etanolo anche se c'è più zucchero. Uno dei vantaggi assicurato dai lieviti non -Saccharomyces che consente di produzioni equilibrate nonostante gli effetti del climate change